Il 30 giugno 2006 debuttava nei cinema statunitensi Il Diavolo Veste Prada, una commedia ambientata nel mondo della moda e delle riviste specializzate di settore, con una nota romantica e un certo gusto per un'ironica critica a cosa significa essere una donna di successo.
Il film non era certo un titolo sconosciuto: l'omonimo romanzo di Lauren Weisberger è stato uno dei chick-lit di più grande successo del periodo e la protagonista del film al fianco di Meryl Streep era la già lanciatissima Anne Hathaway che accettò il ruolo nel tentativo di attenuare l'associazione tra lei la protagonista di Pretty Princess.
La critica fu abbastanza positiva sulla pellicola, mentre il successo di pubblico fu travolgente. In una Hollywood che 10 anni dopo sembra non aver ancora imparato questa importante lezione, il film venne considerato rischioso perché femminile, sia come cast sia come tematiche affrontate. Selezionato come contromossa di 20th Century Fox a Superman Returns, il film guadagnò nel mondo 326 milioni di dollari, ripagando ampiamente il costo iniziale di 41 milioni.
Quello su cui davvero in pochi avrebbero scommesso è la rilevanza che ancora oggi il film riveste nell'immaginario popolare. Le gif tratte dalle scene più celebri e le citazioni più graffianti sono gettonatissime sui social e nelle conversazioni di tutti i giorni, tanto che ormai nessuno confonde più l'azzurro con il ceruleo quando fa shopping. Il lascito più grande però è il personaggio di Andy Sachs, una 20enne che incarna per tante donne (e anche per parecchi uomini) la difficoltà di fare bene il proprio lavoro senza perdere la propria identità.
In occasione del decimo anniversario dall'uscita del film, Variety ha dedicato un lungo speciale alla pellicola, raccogliendo impressioni, confessioni e segreti di lavorazione dalle 3 protagoniste del film Meryl Streep, Anne Hathaway e l'allora poco nota Emily Blunt. Abbiamo deciso di celebrare anche noi il compleanno di questa pellicola riportandovi i particolari più sorprendenti.
Meryl Streep ha imparato qualcosa da Miranda
Se è una delle attrici più apprezzate a livello mondiale, Meryl Streep lo deve anche al suo fiuto per le sceneggiature. Appena concluse la lettura di quella di Il Diavolo Veste Prada capì di essere di fronte a un film importante. Il ruolo di Miranda la intrigava per via di quel suo carattere così potente da indurre terrore nel prossimo, senza nemmeno bisogno di alzare la voce. C'era solo un dettaglio che non le andava a genio: il compenso.
A 10 anni da quell'accordo, l'attrice confessa:
Il compenso mi sembrava, se non insultante, quantomeno non adeguato al valore che potevo apportare al progetto. Ho detto quindi arrivederci e hanno raddoppiato l'offerta. Avevo 55 anni e ho imparato, a un'età così avanzata e grazie a Miranda, come trattare per me stessa.
Emily Blunt, la regina del quote
All'epoca dell'uscita del film l'attrice inglese era ancora sostanzialmente sconosciuta al grande pubblico. Nonostante il suo ruolo fosse nettamente meno prominente rispetto a quello delle due colleghe, il personaggio di Emily le cambiò la vita e diede un forte sprone alla sua carriera. La sua agente all'indomani dell'uscita ricevette una vera e propria pioggia di offerte da mezza Hollywood.
Ancora oggi però il personaggio di Emily mantiene un primato: quello del protagonista più citato del film. L'attrice confessa di aver sentito citare le sue battute davvero dappertutto, persino nei bagni dell'aeroporto!
Non avevo la più pallida idea che le mie battute mi sarebbero state citate ogni singola settimana della mia vita dal momento dell'uscita del film ad oggi.
Abbiamo la citazione di Emily perfetta per la situazione:
55 giorni di fuoco
Nonostante l'enorme successo, la realizzazione de Il Diavolo Veste Prada fu tutto tranne che una passeggiata. Dopo aver lottato a lungo per ottenere la luce verde al progetto da 20th Century Fox, il regista David Frankel si ritrovò al timone di 55 giorni di riprese lunghissimi e davvero complicati, tra autorizzazioni negate dalle istituzioni di New York per girare in alcuni edifici iconici della città e una protagonista in un momento molto delicato della sua vita personale.
Il regista racconta che Anne Hathaway, allora fidanzata con Raffaello Follieri, era preda delle continue scenate di gelosia del ragazzo, divenuto celebre per qualche tempo a causa della rottura drammatica con l'attrice.
I giorni di lavoro erano lunghi e Annie era molto provata. Lei viveva con questo ragazzo che era un villano e rude. Non voleva proprio che lavorasse e detestava che passasse le notti sul set. Lei era particolarmente fragile proprio nei giorni in cui giravano fino a tardi.
72 ore di prove
Un altro attore che il grande pubblico ha imparato a conoscere e amare grazie a Il Diavolo Veste Prada è Stanley Tucci. L'attore, grande sostenitore della pellicola, è entrato a far parte ufficialmente del cast a sole 72 ore dall'inizio delle riprese. Tucci accettò l'iconico ruolo di Nigel solo tre giorni prima di iniziare a girare, dopo che si era cercato per mesi un volto adatto al ruolo.
D'altronde la pre-produzione è stata così travagliata che 4 sceneggiature sono state scartate prima di arrivare a quella finale e le lungaggini della preparazione stavano quasi facendo perdere al progetto la giovane Emily Blunt, che aveva già accettato ma aveva anche altri impegni.
Tucci però ha solo elogi per un film spesso sottovalutato dalla critica:
Facciamola semplice: è un film f******mente brillante. I film brillanti influenzano le persone, non importa quale sia l'argomento di cui parlano.
Stanley Tucci che, anni dopo, sposerà proprio la sorella della collega Emily Blunt! L'attore l'ha conosciuta al matrimonio di Emily, a cui era stato invitato dopo aver fatto amicizia con lei sul set.
Il fiuto da volpe di 20th Century Fox
A volte è solo questione di tempistica. Il Diavolo Veste Prada ha anticipato grandi cambiamenti nel mondo della moda contemporaneo, tra cui la massificazione dei trend dell'alta moda, riassunta nel famoso passaggio del maglioncino ceruleo.
20th Century Fox ci aveva però visto lungo, ancor prima che il libro arrivasse in libreria nel 2003. Come è consuetudine nelle grandi case editrici, una bozza delle prime 100 pagine del romanzo (ai tempi ancora non concluso dall'autrice) venne inviata agli studios per sondare il terreno. Carla Hacken, già vicepresidente esecutivo, opzionò subito i diritti prima ancora che il libro venisse alla luce:
Sono stata la prima a leggerlo alla Fox nel 2000. Ho subito pensato che Miranda era uno dei migliori cattivi mai creati. Ricordo che ci buttammo con un piglio davvero aggressivo a caccia dei diritti.
La scelta di Anne
Oggi la neomamma Anne Hathaway ha un carriera più che consolidata e tanti ruoli memorabili nel suo portfolio, ma nel 2003 dovette darsi davvero da fare per ottenere il ruolo. Dopo aver tentato invano di essere considerata da 20th Century Fox, allora convinta che la persona giusta per il ruolo fosse Rachel McAdams, Hathaway rientrò in partita quando quest'ultima rifiutò più e più volte il ruolo. Dopo The Notebook e Mean Girls, l'attrice voleva allontanarsi per un po' dal cinema commerciale e farsi notare per le sue doti.
Anche Hathaway fuggiva da uno spettro, quello del regno di Genovia. Era disposta davvero a tutto per recitare in un ruolo che convincesse le persone che lei era più della protagonista di Pretty Princess. Quando incontrò i vertici dello studios, era così ansiosa di avere la parte che nella foga scrisse col dito la parola assumimi nel giardinetto zen di sabbia e pietre presente in uno degli uffici in cui si tennero i colloqui informativi tra le parti.
Emily Blunt invece venne scelta tra oltre 100 aspiranti attrici, dopo essere approdata al casting per caso. Si trovava agli studios per fare un'audizione per il film Eragon, a cui si stava lavorando da tempo. Dato che era quell'impegno era durato più del previsto e aveva perso l'aereo, il suo agente le consigliò di provare anche l'audizione per il ruolo di Emily, l'assistente nevrotica.
Emily Blunt conquistò il regista rifiutandosi di recitare con un falso accento statunitense e rimanendo fedele alla sua caratteristica inflessione inglese. Appena il regista di Eragon la scartò, Frankel la contattò a casa, trovando solo la madre che rispose:
Emily è fuori ad affogare i suoi dispiaceri con le sorelle. Vuole che le dia il numero di cellulare?
Il regista non demorse e la contattò mentre era a ballare e bere in locale a Londra, dicendole:
Fosse per me ti avrei già presa, ma lo studios vuole vederti di nuovo. Può rifare quanto già fatto ma vestendoti in maniera più adatta?
L'attrice infatti aveva fatto il primo provino in jeans e infradito!
La nascita di Miranda
Tutto il cast ottenne un balzo di notorietà grazie al film, ma a beneficiarne di più fu proprio Meryl Streep, che provo ancora una volta, dopo Mamma Mia! e Julie & Julia, di essere una grande attrice ma anche una grande risorsa per il botteghino.
Il lavoro su Miranda fu lungo e dettagliato, per evitare che la sua cattiveria la rendesse una caricatura. Streep cercò perciò in ogni modo di ritrarne la sfera emotiva, spronando regista e cast a porre particolare attenzione sulle scene a casa della terribile direttrice di Runway. L'ispirazione venne da due donne iconiche: la modella 85enne Carmen Dell’Orefice e l'eleganza autoritaria di Christine Lagarde.
Anche per lei l'esperienza sul set fu dura. Notoriamente chiacchierona e amichevole sul set, durante le pause si tenne in disparte per accentuare la sensazione di malessere che il suo personaggio porta con sé in ogni stanza. Per il solo montaggio di Miranda che scarica un giorno dopo l'altro borsa e cappotto sulla scrivania di Andy ci volle un intero giorno di riprese, con l'attrice che si cambiava di volta in volta e doveva provare e riprovare il corretto lancio, perché spesso i vestiti e gli oggetti di scena non atterravano come sperato davanti a Anne Hathaway. Alcuni dei take non andati a buon fine sono finiti nei blooper del film!
Miranda agli Oscar
Se l'impatto sull'immaginario collettivo della diabolica Miranda è stato enorme, il personaggio ha fatto un certo effetto su tutto il cast, che ricorda ancora come fosse ogni giorno preoccupato di essere licenziato da Meryl Streep.
Nel 2007 Blunt e Hathaway presentarono la categoria miglior costumi alla notte degli Oscar 2007. Prima di aprire la busta, le due si rivolsero a Meryl Streep, che era seduta in platea, e conversarono nervosamente, preoccupate del fatto che nessuno le avesse ancora portato il suo cappuccino. Meryl Streep stette al gioco, rivolgendo loro una gelida occhiata!
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