Kingdom Hearts 3, la recensione: la conclusione di una lunga saga

Autore: Silvio Mazzitelli ,
Videogames
10' 50''

Il momento è giunto: dopo un’attesa che sembrava infinita, l’ultimo capitolo della famosa saga di Square Enix e Disney è giunto fra noi, Kingdom Hearts 3 è realtà. Come ama raccontare spesso Shinji Hashimoto, produttore di Square Enix, la serie crossover con l’universo Disney è nata in un ascensore a Tokyo. A fine anni ’90 la sede dell’allora Squaresoft e della Disney in Giappone erano infatti nello stesso palazzo e l’idea venne proposta da Hashimoto a un dirigente della Disney in un incontro in ascensore.

Così nel 2002 nacque una saga amatissima, che attualmente ha venduto oltre 20 milioni di copie in tutto il mondo. Il terzo episodio ha avuto una gestazione travagliata, se calcolate che il secondo capitolo è uscito nel 2005. In questi anni, però, non c’è stato un vuoto, ma sono usciti molti altri capitoli che sono andati a integrare o aggiungere parti di storia nella complessa cosmogonia creata da Tetsuya Nomura, direttore di tutto ciò che riguarda Kingdom Hearts.

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Kingdom Hearts 3 è pensato per chiudere la saga di Xeahnort e venne annunciato nel 2013 durante l’E3 di quell’anno. Finalmente, dopo 6 anni dall’annuncio e quasi 17 dall’inizio della saga, abbiamo potuto giocare il capitolo finale di questa prima trilogia. Sarà stata all’altezza delle aspettative?

C’era una volta…

Una doverosa premessa: se non avete giocato a nessun episodio dei precedenti Kingdom Hearts non pensate neanche di avvicinarvi a questo capitolo e capirci qualcosa. E anche chi si è limitato a giocare solo i precedenti due titoli numerati ci capirà poco. Per avere una visione d’insieme di quanto accaduto in quest’epopea, che mescola diversi personaggi Disney con personaggi di Final Fantasy e altri titoli Square Enix, dovrete aver giocato o almeno letto o visto un riassunto di quanto successo anche nei vari capitoli complementari.

Ad esempio, Dream Drop Distance, uscito in origine su Nintendo 3DS e poi nella collezione Kingdom Hearts 2.8 in versione remastered, è il prologo di quanto accade nel terzo episodio. Persino il gioco Kingdom Hearts Chi, uscito per cellulari e browser PC, ha una grande importanza per capire alcuni eventi. Vi basti sapere che a un certo punto del gioco anche i personaggi chiedono di avere un riassunto di quanto accaduto perché non capivano più molte cose.

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Detto questo, passiamo al gioco. Qui ritroviamo il nostro protagonista, Sora, intento a viaggiare insieme ai suoi inseparabili compagni di mille avventure, Pippo e Paperino. Il giovane è un possessore del Keyblade, una leggendaria arma che solo alcuni prescelti dotati di un cuore forte e pieno di luce possono usare.

Sora aveva perso gran parte dei suoi poteri dopo essere stato catturato dall’Organizzazione XIII guidata da Xeahnort, un anziano maestro del Keyblade che vuole evocare il Kingdom Hearts, il cuore di tutti i mondi dotato di un potere in grado di cambiare la realtà. Salvato in extremis da Topolino e dal suo amico d’infanzia Riku, anch’essi maestri del Keyblade, ora viaggia per recuperare i poteri perduti e prepararsi alla battaglia finale contro le forze del male.

L’Organizzazione XIII sta infatti raccogliendo i suoi ultimi membri: si dovranno scontrare con i 7 guerrieri della luce in una battaglia voluta dal destino per evocare il Kingdom Hearts e decidere le sorti di tutti i mondi. Sora dovrà dunque viaggiare per diventare più forte e prepararsi alla battaglia e, nel mentre, trovare i rimanenti guerrieri della luce ancora mancanti all’appello, come Aqua e Ventus, personaggi apparsi in Birth by Sleep, prequel del capitolo originale.

Square Enix/Disney
Kingdom Hearrts Sora Pippo Paperino Topolino Riku

La storia di questo terzo capitolo è fondamentalmente divisa in due parti. La prima vede Sora, Pippo e Paperino viaggiare per i mondi tratti principalmente da famosi film Disney e Pixar, come ad esempio Toy Story, Frozen o Hercules. Qui la trama generale avanza piuttosto lentamente, mentre i nostri eroi si concentrano a risolvere la storia presente in ciascun mondo. Rivivremo, ad esempio, le vicende viste nelle pellicole animate di Frozen o di Rapunzel, in modo molto simile alla versione originale, ma con in più i nostri eroi inseriti nelle varie trame. In altri mondi invece assisteremo a narrazioni pensate apposta per il gioco, come in Big Hero 6, che qui è quasi una sorta di sequel del film originale.

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La seconda parte del gioco, che occupa in realtà un quarto delle ore complessive per completare la storia principale (circa 30 ore se si avanza spediti evitando i compiti secondari), accelera molto sugli eventi legati alla battaglia fra luce e oscurità accennata prima, concentrandosi sui personaggi originali creati da Nomura.

Lo svolgimento dunque è molto classico, un viaggio dell’eroe che porta a un epilogo definitivo la saga di Xeahnort. Nonostante ciò, la storia ha alti e bassi, con momenti epici e commoventi, ma altri che creano ulteriore confusione nel giocatore, soprattutto se non è al corrente di vita, morte e miracoli di quanto avvenuto negli episodi precedenti. Ho trovato alcune spiegazioni troppo approssimative e poco dettagliate per essere credibili, mentre altri avvenimenti vengono del tutto ignorati, probabilmente per essere spiegati in futuro con altri mezzi o giochi. In definitiva, comunque, il finale della saga di Xeahnort si può considerare soddisfacente.

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Sapevamo che la saga di Kingdom Hearts, come ha più volte dichiarato il suo creatore in diverse interviste, non si sarebbe fermata al terzo episodio. Eravamo coscienti che qualcosa sarebbe rimasto "sospeso" dopo il finale, sperando in una conclusione definitiva, con magari solo una porticina lasciata aperta per eventi futuri. In realtà dopo l’epilogo e il filmato segreto (sbloccabile raccogliendo dei collezionabili) posso dire che la porticina è in realtà un portone. Non dirò più di così, perché sarebbe spoiler, ma magari un giorno ne parlerò in un'altra sede.

L’avventura tra i mondi

Square Enix/Disney
Big Hero 6 videogame Kingdom Hearts

Come in ogni incarnazione, anche in Kingdom Hearts 3 sarà possibile visitare moltissimi mondi tratti da svariati film Disney e Pixar, fra cui novità assolute come Rapunzel, Toy Story, Frozen, Big Hero 6 e Monster & Co.  e graditi ritorni come Hercules e Pirati dei Caraibi.

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Ogni mondo visitabile è dipinto in maniera fedele all’originale, con alcuni tocchi di classe che sicuramente i fan Disney apprezzeranno. C’è da dire che non tutti però hanno la stessa qualità dal punto delle possibilità offerte. Alcuni infatti sono meno ispirati di altri, come ad esempio Monster & Co., che è fondamentalmente un lungo corridoio con aree spoglie e poco evocative, o Toy Story, che però offre un po’ più di varietà nell’esplorazione, ma senza niente che rimanga davvero impresso.

Altri mondi sono invece davvero ben fatti e vi si osa di più, come in quello di Pirati dei Caraibi e di Big Hero 6, che accennano addirittura un sistema open world su piccola scala, presentando maggiore varietà e degli scorci visivamente impressionanti.

Square Enix/Disney
Monster & Co. personaggi in Kingdom Hearts

Kingdom Hearts 3 non si discosta troppo dal passato in quanto a struttura, nonostante le piccole differenze accennate presenti in alcuni mondi. Principalmente avanzeremo risolvendo le storie che ci vengono proposte senza grosse deviazioni sulla strada maestra, se non per recuperare tesori e collezionabili e completare qualche minigioco. Ciò non è per forza un male, dato che il gioco fa ciò che più ci si aspettava facesse, ossia concentrarsi sulla storia senza essere inutilmente dispersivo.

Tecnicamente Kingdom Hearts 3 è reso davvero bene, con grande fluidità nei movimenti dei personaggi e negli effetti visivi e un ottimo livello di dettaglio. Sarà possibile inoltre scegliere fra una modalità che migliora maggiormente la grafica o una che si focalizza sulla fluidità del gioco, scelta che dipenderà anche dal tipo di console che avete: su PS4 Pro o Xbox One X la scelta grafica avrà un impatto maggiore.

Il potere del Keyblade

Square Enix/Disney
Sora combattimento Kingdom Hearts 3

Altro aspetto importante è il Combat System, con un lato action che la fa da padrone durante gli scontri con i vari Heartless o Nessuno. Il sistema è indubbiamente il migliore mai realizzato nella serie, proprio perché è la summa di quanto visto nei capitoli precedenti.

Oltre alle classiche combo, torneranno infatti diversi elementi già visti, come il Fluimoto, ossia la possibilità di utilizzare l’ambiente per attaccare i nemici, la barra Focus, che ci consentirà di agganciare diversi bersagli e sparare una raffica di colpi di diversi tipi e le classiche magie tratte dai vari Final Fantasy, come Fire, Blizzard e Thunder e le loro versioni evolute. Oltre a queste meccaniche se ne aggiungono alcune nuove e altre rinnovate.

I comandi, già visti in Birth by Sleep, tornano in una nuova veste: una volta riempita una speciale barra tramite attacchi sferrati dai nemici è possibile trasformare il nostro Keyblade in una nuova arma. Ogni Keyblade avrà una o due trasformazioni uniche.

Nei titoli precedenti ci si limitava infatti a equipaggiare quello con le statistiche migliori, qui invece potremo equipaggiarne tre da alternare quando vogliamo in battaglia e potremo anche potenziarli in un sistema di forgiatura piuttosto semplice, basato sulla raccolta di materiali.

Ogni Keyblade sarà dunque egualmente importante e decideremo quale utilizzare in base al nostro stile. Le trasformazioni sono altamente spettacolari, ognuna dotata di una potente mossa finale. Si va da pistole a martelli giganti, fino a bazooka e lance di diverso tipo: nel complesso un’ottima varietà.

Square Enix/Disney
Keyblade balestre KH3

Oltre a questo aggiungete anche le Attrazioni: durante i combattimenti su alcuni nemici comparirà un simbolo e, se colpiremo quel nemico, potremo evocare un’attrazione tipica dei parchi di divertimento Disney, come le tazze girevoli, il carosello o la nave pirata. Queste mosse sono estremamente potenti e donano un periodo di quasi invincibilità a Sora.

Abbiamo infine anche il Legame, ossia le evocazioni con cui richiamare alcuni personaggi Disney, come Ralph Spaccatutto o Simba, che entreranno in battaglia per aiutarci per un breve periodo di tempo.

La varietà sarà dunque enorme e avrete l’imbarazzo della scelta in quanto a mosse da eseguire, tanto che spesso vi dimenticherete di usarne qualcuna.

Il difetto principale del sistema di combattimento è però l’eccessiva facilità delle battaglie. Io ho giocato tutto in "Esperto", la modalità più difficile tra quelle selezionabili all’inizio, e non sono morto quasi mai in battaglia, se non per delle disattenzioni da poco. Le attrazioni appaiono troppo spesso e con la loro potenza sbilanciano gli scontri, tanto che spesso sarà preferibile evitare di usarle per godersi le mosse del proprio Keyblade preferito. Queste attrazioni, inoltre, spezzano troppo il ritmo, data l’elevata frequenza con cui si presentano.

Avrei insomma gradito una difficoltà più elevata.

La progressione del personaggio è gestita in modo semplice, come nel secondo capitolo. A ogni livello le nostre statistiche saliranno e sbloccheremo nuove abilità da utilizzare sia in combattimento che negli spostamenti, come ad esempio il doppio salto. Per equipaggiarli sarà necessario spendere i punti accumulati, stando attenti però a non superare il punteggio massimo imposto dal nostro livello attuale.

Parola d’ordine: varietà

Kingdom Hearts 3 presenta una grande varietà al suo interno, non limitandosi soltanto a esplorazione e combattimenti. Quasi ogni mondo avrà un suo minigioco specifico oppure alcune particolari fasi della progressione nella storia presenteranno delle situazioni uniche e interessanti dal punto di vista del gameplay. Potremo ad esempio danzare al festival del Regno di Corona nel mondo di Rapunzel o scendere con una slitta sfuggendo a una valanga nel mondo di Frozen.

Oltre a questi, potremo trovare altri minigiochi sparsi in giro per i mondi, come ad esempio la possibilità di cucinare aiutati dal piccolo topino di Ratatouille, cosa che richiederà la ricerca di ingredienti e l’effettiva preparazione del piatto, che, se mangiato, potrà poi potenziare le nostre caratteristiche.

Altro interessante diversivo sono i giochi classici sparsi in giro per i mondi e che ricordano i titoli portatili degli anni ’80 e dei primi anni ’90.

Sarà inoltre possibile utilizzare anche la modalità foto: scattare speciali fotografie ci farà ottenere oggetti importanti, oltre a realizzare un bellissimo album dei ricordi delle nostre avventure.

Square Enix/Disney
Gummi Ship astronave KH3

Infine non poteva mancare la Gummiship, presente sin dal primo capitolo ed espansa ancora di più nel terzo. In questa modalità potremo costruire la nostra astronave da zero o basandoci su dei modelli già esistenti, creandola come vogliamo, per poi lanciarci in avventure nello spazio alla ricerca di tesori o affrontando pericolosi nemici mentre ci spostiamo da un mondo all’altro.

In Kingdom Hearts 3 dunque difficilmente sentiremo la presenza di ripetitività, data l’ampia scelta offerta in ogni ambito.

Il verdetto

Finalmente arrivati alla fine di questa lunga saga posso dire che ne è valsa la pena aspettare Kingdom Hearts 3. L’ultima avventura con Sora, Pippo e Paperino si conclude in modo soddisfacente, con un lieve retrogusto amaro dovuto ad alcune parti della storia narrate in maniera non troppo convincente e con alcune domande lasciate in sospeso.

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Il gameplay è molto valido in tutte le sue forme, specialmente nel combattimento, minato però da un’eccessiva facilità anche ai livelli di difficoltà più alti. Questa pecca non fa vivere appieno la varietà delle opzioni offensive a nostra disposizione.

Sono comunque sicuro che i fan di lunga data della saga crossover nata dai personaggi di Square Enix e Disney saranno soddisfatti da questo terzo capitolo, aspettando di sapere cosa ci riserverà il futuro.

Commento

cpop.it

85

I fan di lunga data della saga crossover saranno sicuramente soddisfatti: il gameplay è molto valido, nonostante una eccessiva facilità anche ai livelli di difficoltà più alti.

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