Buoni, belle e cattivi. E quel titolo che scava nell'immaginario '70 e '80 pescando dalle avventure di Bud Spencer e Terence Hill e dal manga di Gō Nagai. Lo chiamavano Jeeg Robot consegna all'Italia un supereroe autentico, genuino, credibile, alle prese con (grandi) poteri e (ancor più grandi) responsabilità.
Il film diretto da Gabriele Mainetti rilegge romanzi criminali, cavalieri oscuri e pulp tarantiniano. Cinema all'insegna dell'ibridazione, della convivenza fra generi - il gangster movie con il cinecomic hollywoodiano (pur non essendo tratto da alcun fumetto) - e dell'equilibrio fra action e dialogato.
Un vero e proprio film (già) cult che mette in scena personaggi a dir poco borderline: il protagonista Claudio Santamaria è un ladruncolo asociale; la sua nemesi Luca Marinelli è un malvivente ambizioso, mitomane ed esibizionista; la fragile Alessia di Ilenia Pastorelli è una ragazza mentalmente disturbata.
Lo chiamavano Jeeg Robot racconta l'incredibile vicenda di Enzo Ceccotti (Santamaria), uno che pasolini avrebbe prontamente definito un "accattone" vista la propensione a dedicarsi a furti e scippi. Nel tentativo di sfuggire alla cattura da parte delle forze dell'ordine, il protagonista nell'incipt del film si tuffa nelle acque melmose del Tevere, finendo però in un barile di sostanze radioattive.
Si risveglia con superpoteri stile Hulk che utilizza fin da subito per mettere a punto piccoli furti, attirando la curiosità dei media (su YouTube il suo assalto ad un Bancomat a suon di cazzotti registra migliaia di click) e di un boss sanguinario e schizzato (Marinelli) messosi nei guai con la camorra. Enzo, schivo e taciturno, conosce infine Alessia (Pastorelli), ragazza ossessionata dalla serie TV anime anni '80 Jeeg Robot d'Acciaio, la quale, in seguito alla morte del padre, si affeziona a Enzo, in cui vede la reincarnazione dell'eroico Hiroshi Shiba.
Attori e personaggi
Protagonista del superhero movie di Mainetti è Claudio Santamaria, che proprio per la parte dell'antieroe di borgata si è aggiudicato nel 2016 il David di Donatello come Migliore attore protagonista. Ha esordito sul grande schermo nel '97 con Leonardo Pieraccioni nella divertente commedia Fuochi d'artificio. Ha lavorato con Dario Argento (Il cartaio), Gabriele Muccino (L'ultimo bacio) e Nanni Moretti (La stanza del figlio); ha spadroneggiato nella Roma anni '70 e '80 (il Dandi di Romanzo criminale) e si è scontrato addirittura con James Bond (in Casinò Royale, era il terrorista dell'aeroporto). Per la TV è stato invece il compianto cantautore Rino Gaetano.
Nemesi di Enzo Ceccotti nel film è Luca Marinelli. Il romano classe '84 ha esordito sul grande schermo con La solitudine dei numeri primi al fianco di Alba Rohrwacher. La definitiva consacrazione viene raggiunta nel 2012 grazie a Tutti i santi giorni di Virzì, film che gli regala la sua prima candidatura ai David di Donatello (lo vincerà invece proprio con Lo chiamavano Jeeg Robot). Al cinema è stato anche il delinquente della Ostia anni '90, Cesare, protagonista del drammatico Non essere cattivo, ultima pellicola girata da Claudio Caligari, scomparso prematuramente; in TV invece ha fatto rivivere il "principe libero" Fabrizio De André.
La pellicola di Mainetti ha sancito l'esordio cinematografico di Ilenia Pastorelli, ex concorrente del Grande Fratello (l'edizione numero 12). La sua naturalezza e l'abilità nel riuscire a dare profondità ad un personaggio sensibile e coatto qual è Alessia le hanno spalancato le porte del successo, consentendole di portare a casa il David Di Donatello come Miglior attrice protagonista. Recentemente è apparsa accanto a Carlo Verdone nella divertente commedia Benedetta Follia.
Tra i personaggi secondari di Lo chiamavano Jeeg Robot figurano l'ottima Antonia Truppo - vincitrice di due David di Donatello, nel film interpreta un boss della camorra - la star della serie TV Gomorra, Salvatore Esposito, e il caratterista Stefano Ambrogi, che molti ricorderanno nel cult della commedia Febbre da cavallo - La mandrakata (è il temibile "cozzaro nero") e in Gallo Cedrone, diretto da Carlo Verdone.
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