La trilogia letteraria de Il Signore degli Anelli, scritta da J. R. R. Tolkien è uno dei romanzi più avvincenti di tutti i tempi ed è l'opera che ha praticamente aperto il mondo moderno al genere fantasy.
La trilogia cinematografica, adattata dai tre libri di Tolkien, è stata portata al cinema da Peter Jackson con altrettanti film in altrettanti anni: #La compagnia dell'Anello , uscito nel 2001, #Le due torri nel 2002 e #Il ritorno del re nel 2003.
In quello che è un paragone quasi impossibile, il successo cinematografico ha "replicato" quello letterario, dando nuova vita al genere fantasy, ormai dimenticato da anni.
Le case di produzione hanno così iniziato a "dare la caccia" a romanzi e storie con orchi, cavalieri, elfi e creature fantastiche. Ma nessuno ha mai raggiunto l'epicità della trilogia di Peter Jackson.
Dopo nove anni dall'uscita dell'ultimo film della trilogia e dal clamoroso successo ai premi Oscar (11 vittorie su 11 nomination: mai successo), si è cominciato a parlare di riportare il pubblico nella Terra di Mezzo, tra hobbit, elfi ed orchi.
Il romanzo de Lo Hobbit e la differenza con Il Signore degli Anelli
Per tornare al cinema con una storia fantasy nella Terra di Mezzo, era necessario adattare il romanzo Lo Hobbit di Tolkien, scritto prima della trilogia de Il Signore degli Anelli con tono completamente differente.
Lo Hobbit è stato pubblicato nel 1937, come una sorta di fiaba per bambini.
Inoltre, lo stesso Tolkien non aveva ancora idea di come si sarebbe sviluppata la storia futura de Il Signore degli Anelli.
La richiesta di un seguito letterario a Lo Hobbit, infatti, fu fatta dall'allora editore di Tolkien.
Una storia semplice, dove una creatura mai conosciuta prima d'allora - lo hobbit - si avventurava in un mondo più grande di lui, per la riconquista di un tesoro custodito da un temibile drago sputafuoco!
La storia fu "condita" con un oggetto magico (l'Anello) che era d'aiuto al piccolo hobbit, poiché lo rendeva invisibile. C'era anche uno strano mago (Gandalf) che scompariva spesso per affari privati e rispuntava al momento giusto.
Quando Tolkien iniziò a scrivere Il Signore degli Anelli, partì dal compleanno di Bilbo (il protagonista de Lo Hobbit), dal mago Gandalf il Grigio e dall'Anello, ma poi la stesura del romanzo fu interrotta e influenzata dalla Seconda Guerra Mondiale. Evento quest'ultimo che portò via la serenità di Tolkien, con i suoi figli sotto le armi al fronte.
L'autore, che aveva vissuto la Prima Guerra Mondiale, venne influenzato molto dai suoi ricordi e dall'assenza dei figli e, in qualche modo, riversò molti dei suoi sentimenti nel romanzo.
Il Signore degli Anelli era ormai lontanissimo dalle atmosfere leggere e spensierate de Lo Hobbit: era diventato un romanzo da oltre 1000 pagine, molto più cupo e pieno di battaglie.
Guillermo del Toro: andata e ritorno
Warner Bros. aveva quindi deciso di realizzare una trasposizione cinematogafica de Lo Hobbit e tentare di replicare il successo de Il Signore degli Anelli.
Nel ruolo di regista fu assunto il visionario Guillermo del Toro, che nel 2008 era conosciuto nel mondo per il successo de #Il labirinto del fauno e per i due film su Hellboy.
L'impronta del regista messicano, il suo essere fan di Tolkien e il suo modo di lavorare con effetti speciali in maniera pratica, sarebbero potuti essere il giusto punto di partenza per realizzare qualcosa di diverso da Il Signore degli Anelli.
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Non era un segreto che Guillermo del Toro avrebbe voluto realizzare due film.
Il primo sarebbe stato incentrato sui temi del romanzo de Lo Hobbit, mantenendo la sua "innocenza" e lo stile da fiaba che il regista amava (ed ama) molto. Il secondo film sarebbe servito da ponte tra la storia de Lo Hobbit e la trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson.
Purtroppo, due anni dopo e dopo tanto lavoro, Guillermo del Toro abbandonò di sua spontanea volontà il progetto. Secondo quanto dichiarato dal regista, i continui ritardi dell'inizio della produzione furono alla base della sua scelta.
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Il ritorno di Peter Jackson
Quando i problemi finanziari furono risolti, nel 2011, le riprese poterono iniziare. Per la regia del film fu scelto Peter Jackson, già autore della trilogia de Il Signore degli Anelli.
Jackson decise di aumentare il numero dei film a 3 e di realizzare una nuova trilogia: le sue intenzioni erano quelle di creare con Lo Hobbit una narrazione coerente con la sua precedente opera.
Considerando Lo Hobbit un prequel e non un romanzo a sé, il regista neozelandese volle raccontare non solo la storia di Bilbo, così come nel romanzo di Tolkien, ma anche quelle di altri personaggi.
Un esempio è quello di Gandalf il Grigio.
Nel romanzo de Lo Hobbit, Gandalf spesso si assenta per questioni che lo portano lontano dal cammino di Bilbo. Nella versione cinematografica, Jackson ha fatto sì che quelle "sparizioni" avessero un senso.
Un altro aspetto da analizzare è il tono utilizzato nel film Lo Hobbit.
Non un tono da fiaba per bambini ma era necessario cercare il più possibile di aumentare l'intensità dark della narrazione. Così fu inserita la storia che riguarda il negromante e il re stregone di Angmar.
Tutti questi elementi, però, non furono certo inventati da Jackson ma furono abilmente estrapolati dalle appendici de Il Signore degli Anelli dove, proprio Tolkien, aveva aggiunto delle note atte a spiegare certi passaggi tra Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.
Le parole di Jackson
L'aver portato un unico libro in una trilogia cinematografica di circa 6 ore è stata quindi una scelta stilistica, voluta da Peter Jackson.
Lo stesso regista, in una intervista riportata dal sito Hypable, ha spiegato che per raccontare una storia al cinema, devono essere i personaggi a farlo: le azioni si devono potere vedere.
In un romanzo, lo scrittore è spesso la persona che racconta la storia, la persona che ti accompagna nel viaggio. La voce di Tolkien è ovviamente fantastica nel farlo. Ti senti come se ti stesse accanto, raccontandoti una favola della buonanotte. Nel film non mi vuoi [come regista] sullo schermo a parlare di quello che succede. Quindi, in un film devi farti raccontare la storia attraverso i dialoghi dei personaggi, attraverso le azioni dei personaggi. È proprio per questo che siamo finiti con l'approfondire ed esplorare la profondità dei personaggi come avevamo fatto ne Il Signore degli Anelli.
In seguito, in un'intervista realizzata prima che Lo Hobbit uscisse nei cinema, ha spiegato della visione globale del suo progetto:
Ero anche profondamente consapevole che, alla fine, ci sarebbe stato un totale di sei film. Il viaggio inaspettato è l'inizio e il ritorno del Re è la fine. Io volevo una certa unità. Non volevo far apparire Lo Hobbit come più semplice. Volevamo che sembrasse lo stesso.
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Le polemiche
Non è certo facile comprendere il lavoro che sta dietro un film o una trilogia come quella de Lo Hobbit.
Nonostante il lavoro di Guillermo del Toro, che comunque è menzionato nei titoli del film, Peter Jackson ha dovuto dare un nuovo tono al film e ha voluto realizzare una trilogia prequel a Il Signore degli Anelli.
Lo Hobbit è stato usato come spunto per dare il via a una nuova avventura con tantissimi personaggi.
I fan, prima ancora di vedere i film al cinema, hanno polemizzato con questa scelta: un romanzo per bambini è stato trasformato in una trilogia, ovviamente, per fare più soldi possibili.
Lo Hobbit - La trilogia cinematografica
Considerando per certo che le case di produzione cinematografiche devono guadagnare come ogni altra attività lavorativa, il significato dietro il passaggio dai due ai tre film è molto più ragionato, come è stato esposto in questo articolo.
Dopo l'uscita dei film, la polemica dei fan si è spostata sul personaggio di Tauriel, completamente assente nel romanzo.
Eppure, il personaggio di Tauriel è stato fondamentale per almeno due motivi.
Tauriel rappresenta l'elemento romantico del film, l'amore tra una elfa e un nano era impensabile in quel contesto fantasy. Ciò si può trasportare nella nostra realtà come la rappresentazione dell'unione tra razze e culture diverse. Un segno di fratellanza, amicizia e amore che dà speranza.
Il personaggio, quindi, non esiste nel romanzo di Tolkien ma al cinema incarna perfettamente le idee dell'autore britannico sull'unione tra i popoli.
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Inoltre, Tauriel ha permesso ai cineasti di inserire nella storia il personaggio di Legolas (già protagonista ne Il Signore degli Anelli) e di dare vita al dualismo di quest'ultimo con Thranduil.
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