È la vigilia del D-day e tutto è pronto per l’arrivo massiccio degli Alleati sulle coste francesi. La vittoria angloamericana è tutt’altro che scontata, nonostante l’enorme dispiegamento di forze: i nazisti venderanno cara la pelle. Per questo motivo è assolutamente necessario che vengano colti di sorpresa e fatichino a riorganizzare le loro truppe di fronte all’attacco inaspettato.
Tra le tante avanguardie che si paracadutano oltre le linee nemiche per facilitare lo sbarco vero e proprio, c’è un manipolo di uomini comandato da un caporale che ne ha viste (e fatte) tante. La loro missione è quella di far saltare in aria una torre radio posizionata sulla chiesa del paesino francese occupato e tenuto in ostaggio dai nazisti. Non sarà una missione facile da portare a termine.
Il gruppo ha solo poche ore di tempo per trovare la torre, superare le resistenze tedesche e farla saltare. Inoltre tra di loro si mescolano cecchini veterani e i novellini come il giovane afroamericano Boyce (Jovan Adepo), poco avvezzo alle armi e alla violenza. Eppure sarà proprio lui a scoprire per caso gli orrori che si nascondono nella chiesetta di Cielblanc.
Il Reich Millenario
Bisogna riconoscere a Bad Robot, la creatura più riuscita di J.J. Abrams nei panni del produttore, di essere una delle realtà più brillanti nella ricerca e rielaborazione di talenti ancora da sfinare. Pur non facendo direttamente parte dell’universo generato da Cloverfield e 10 Cloverfield Lane (come sospettato in precedenza da molti fan), è evidente come anche Overlord sia un prodotto riuscito, creato attraverso lo stesso procedimento produttivo.
Con un occhio ai trend cinematografici e un altro al cinema di genere del passato, Overlord riporta al cinema uno stilema classico del genere pulp: quello degli “strani esperimenti medici” compiuti dai nazisti durante il Secondo conflitto mondiale, da scienziati ossessionati dalla purezza della razza ariana e dalla possibilità di creare un superuomo. Per aggiornare un classico incipit da film orrorifico di seconda fascia, Overlord si dota di due sceneggiatori dalla lunga esperienza nel cinema commerciale e di genere. Billy Ray (ideatore della storia) e Mark L. Smith affinano e raffinano uno script che urla b-movie in un prodotto che possa stuzzicare la curiosità di un pubblico trasversale: dagli amanti degli zombie ai cinefili tout court, fino al pubblico generalista.
Dietro la macchina da presa approda James Avery, regista con all’attivo un pugno di corti, il film d’esordio Son of a Gun e il contratto firmato per dirigere il prossimo Flash Gordon. Davanti invece è tutto uno scorrere di più o meno giovani talenti visti qua e là, ma ancora non approdati nella serie A hollywoodiana. Dal protagonista Jovan Adepo a Mathilde Ollivier, passando per Wyatt Russell e Pilou Asbæk, sono tutti nomi ancora non semplicissimi da associare istantaneamente a un volto. Eppure non ci sarebbe da stupirsi se una di queste "facce da cinema" s’imbattesse presto nel colpo grosso che tutti cercano.
Superuomini per una macchina da guerra
Overlord si apre con una lunga sequenza bellica di grande spettacolarità, che corona in uno adrenalinico lancio oltre le linee nemiche col paracadute; una scelta tematica e stilistica che la dice lunga di quanto sia sensibile il tocco che Abrams e i suoi soci hanno sul polso del mercato cinematografico.
Dai lanci col paracadute al cardiopalma di Mission: Impossible - Fallout e di Hunter Killer, passando per le ultime imprese belliche di Christopher Nolan, Abrams arriva ancora una volta al cinema con un film dal tempismo perfetto per quanto riguarda le tematiche e i trend hollywoodiani. Date le premesse e le locandine, il pubblico si aspetta di voltare l’angolo e trovare subito gli zombie, invece Overlord si prende tutto il tempo necessario per immergere i suoi protagonisti negli orrori reali del conflitto, amalgamandoli a poco a poco con quelli immaginari del cinema di genere.
Il risultato vanta anche una certa raffinatezza, soprattutto se comparato agli esempi del passato. Overlord è molto calibrato, non si lascia mai intrappolare nelle esagerazioni del genere e punta tutto sulla sua solidità narrativa e visiva. Gli effetti speciali sono concreti, artigianali, la CGI ridotta al minimo essenziale, per un risultato che punta al massimo livello di realismo possibile.
Il suo limite è proprio l’eccessivo controllo che la produzione esercita sullo stile del prodotto finito. Il marchio di fabbrica di Bad Robot comincia a somigliare a uno stampino: tutti i dolci realizzati con lo stesso finiscono un po’ per assomigliarsi, anche se lontanissimi nei presupposti. Questa nazi, zombie, pulp fiction è di certo un prodotto gradevole, ma risulta troppo trattenuta e talvolta molto costruita per sfondare gli argini e impressionare davvero a fondo lo spettatore. Alcuni passaggi narrativi inoltre sono poco spontanei: si sente in sottofondo il rumore degli ingranaggi della storia, la necessità recitativa di far succedere x per proseguire la storia di y.
Overlord arriverà nelle sale italiane 8 novembre 2018.
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