Resident Evil Village: Lady Dimitrescu, chi è l'attrice dietro l'affascinante villain

Autore: Andrea Guerriero ,
Videogames
3' 16''

Gli appassionati di survival horror lo attendevano al varco con la stessa fame morbosa di un non morto, e ora che Resident Evil Village è finalnente disponibile sul mercato non sono di certo rimasti delusi.

L'ottavo capitolo regolare della leggendaria saga di casa Capcom colpisce al cuore per ritmo e ambientazioni, e per un ventaglio di personaggi ben scritti e dalla fisicità accattivante. Proprio tra questi, è impossibile non menzionare Lady Alcina Dimitrescu, che fin dalla sua prima apparizione nei trailer promozionali del videogame ha catturato le attenzioni dei fan. Ergendosi come una figura tanto seducente quanto letale. 

Imponente, formosa ed inquietante, mai mostruosa all'apparenza nonostante sia ovviamente una creatura pericolosissima, la "lady vampiro"  esercita il fascino della donna forte e crudele verso un certo tipo di pubblico, senza scadere in facili feticisimi. E se è vero che inevitabilmente il web si è scatenato a colpi di meme, fanart e cosplay, merito di tanto successo si deve sicuramente anche all'attrice che ha in qualche modo dato vita alla Dimitrescu su PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Google Stadia. 

Lady Dimitrescu nella vita reale

Assieme alle sue tre figlie, la gigantesca contessa "succhiasangue" - alta ben 2,9 metri! - è già entrata nell'immaginario collettivo dei gamer, del tutto rapiti dal suo ruolo e da un character design particolarmente ispirato. 

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A prestarle la voce in quello che è a conti fatti un capolavoro moderno del gaming in chiave orrorifica è Maggie Robertson, chiamata non solo a doppiare la malefica Alcina, ma pure ad interpretarla con le sue movenze grazie alle bellezze della tecnologia motion capture. E dando così vita ad alcune delle sequenze più iconiche di Resident Evil Village, come da lei stessa rivelato sul suo profilo Twitter.  

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La Robertson, al momento, non ha all'attivo una carriera cinematografica e televisiva particolarmente ricca, eppure nel mondo dei videogiochi è riuscita a lasciare una traccia davvero difficile da cancellare. Possiamo per altro vederla in azione nel video poco più in basso, un dietro le quinte dell'ottavo episodio di Resident Evil con Maggie Robertson alle prese con le sessioni di registrazione in motion capture. 

In poco più di un minuto, la clip ci permette di scoprire come sono state realizzate molte delle scene del titolo, da quelle dall'intensa drammaticità a quelle più action - e in cui la donna espone letteralmente i suoi affilati canini -, passando per la furiosa telefonata tra la Dimitrescu e Madre Miranda che tanto fece scalpore nel trailer di annuncio di Village.

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Non tutti lo sanno, ma la vampira padrona del castello è nata nelle fasi iniziali del progetto ma a piccoli passi e da una base insospettabile: Mia Winters. Al modello della compagna di Ethan - protagonista di Resident Evil Village e del precedente Resident Evil 7 Biohazard - sono stati applicati un vestito e un cappello tipici della moda degli anni '30, nella speranza di conferirgli un look da fantasma. Il risultato però si è rivelato essere tutto fuorché spaventoso, ed è solo quando gli artisti del colosso nipponico hanno cominciato ad aumentarne le dimensioni che il fattore paura è tornato a livelli più che convincenti.

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Insomma, le fattezze umane eppure così peculiari della Dimitrescu sono una carta vincente, così come estremamente indovinato è l'incontro estetico tra il vestiario alla Audrey Hepburn e le caratteristiche fisiche della "Hachishakusama", la leggendaria donna di otto piedi rapitrice di bambini.

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Capcom ha poi rivelato che tra le varie fonti di ispirazione che hanno portato alla realizzazione del personaggio in ogni suo aspetto, abbiamo una fotografia del 1938, che ritrae una donna con abiti molto simili a quelli di Lady Dimitrescu.

Capcom/Nordiska Museet
Chi è Lady Dimitrescu in Resident Evil Village
Il look di Alcina Dimitrescu è ispirato ai tipici abiti degli anni '30

Il lungo abito color avorio è riprodotto fedelmente nella sua trasposizione poligonale, dal coprispalle ai dettagli del velo che si arriccia sotto il seno. Lo stesso può dirsi per l'ampio cappello, posizionato trasversalmente sul capo della donna. L'abito originale anni '30 presente nello scatto fa parte della collezione del Nordiska Museet (Museo Nordico) di Stoccolma.

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