Negli anni '70 gli Stati Uniti affrontarono un'ondata di criminalità che si tradusse in un drammatico incremento di omicidi e di violenze sessuali, oltre che di altri crimini minori. Non c'era internet, non c'erano i social network e l'idea di un database condiviso e coordinato tra le forze dell'ordine dei vari stati americani era ben più che pura fantascienza. Fu in questo crogiuolo di male e violenza, in questo ecosistema caotico che faticava a fabbricare gli anticorpi necessari per contrastare un'escalation così selvaggia che trovò il suo habitat ideale una delle menti criminali più terribili, famose e suggestive della storia: Theodore Robert Bundy.
Questa è la sua storia.
- La storia di Ted Bundy
- Le vittime
- L'arresto e le fughe
- Il processo
- La famiglia
- La condanna alla sedia elettrica e la morte
- L'Entità
- Film, libri e serie TV ispirate a Ted Bundy
La storia di Ted Bundy
Da dove nasce il male? Quali sono i crocevia che spingono una vita a intraprendere il sentiero della violenza? Che cosa può trasformare una persona comune in un mostro terribile, un essere capace di rapire, uccidere, decapitare e seviziare decine di giovani donne indifese? Se è vero che ogni leggenda ha un inizio, questo deve essere valido anche per i miti oscuri, tenebrosi e malvagi. E Ted Bundy è uno di questi.
L'infanzia di Theodore Robert Cowell
Ted Bundy nasce il 24 novembre del 1946 a Burlington, nel Vermont. La madre, Eleanor Louise Cowell, lo dà alla luce in una casa per donne single e inizialmente è persino indecisa se tenerlo o lasciarlo in affido. Per Louise l'idea di avere un figlio fuori dal matrimonio, senza un compagno con cui crescerlo, senza un padre con cui condividere le gioie e i dolori della maternità non è facile. Ma alla fine decide di tenere il piccolo: i genitori di Louise, Samuel ed Eleanor, crescono il bambino come fosse figlio loro per evitare lo scandalo di una maternità fuori dal matrimonio. A Theodore viene inizialmente taciuta la verità: Sam ed Eleanor si presentano come suoi genitori naturali e Louise è solo una sorella maggiore.
Ted Bundy molti anni dopo ricorderà con affetto la sua infanzia ma la realtà dei fatti è assai differente. Samuel Cowell, il nonno-genitore, era un uomo violento e sadico. Picchiava la moglie, era razzista e manifestava vaghi disturbi della personalità. Sam Cowell aveva una reputazione così cattiva da far pensare ad alcuni famigliari che Ted potesse essere frutto di un incesto tra Samuel e la figlia. Eleanor, sottomessa e intimidita dalla violenza del marito, si sottoponeva a periodici elettroshock per curare la depressione. Louise e il piccolo Ted resteranno con Samuel ed Eleanor per tre anni. È durante questo periodo che sono stati piantati i semi del male dentro il piccolissimo Ted? Forse. Ma già in quel periodo, dicono i parenti, manifestava alcuni strani comportamenti.
È nel 1951 che Louise, dopo aver lasciato casa dei genitori, incontra Johnny Culpepper Bundy col quale si sposerà lo stesso anno. Johnny accoglie Louise e il piccolo Ted che da quel momento erediterà il cognome col quale sarà conosciuto nei terribili anni a venire.
La scoperta di Ted Bundy e la sua adolescenza
Se volessimo improvvisarci psicologi e individuare il primo vero trauma che ha iniziato a definire il Ted Bundy adulto, potremmo viaggiare con la nostra macchina del tempo fino al 1960 quando il tredicenne Ted scopre alcuni documenti che gli rivelano una verità difficile da accettare: sul certificato di nascita due parole rintoccano come una sentenza. Padre Sconosciuto. Un trauma. Un tassello che trova il suo posto e se anche negli anni successivi Bundy non attribuirà alla scoperta troppa importanza, è indubbio che si è trattato di un evento a dir poco fondamentale. Questa data è però controversa: secondo la giornalista Ann Rule, Ted verrà a conoscenza della verità nel 1969, da uomo adulto.
Ted, nelle interviste rilasciate dal carcere, idealizza la sua infanzia. Si descrive come un giovane di successo e maturo. Fa risalire a quel periodo l'inizio del suo morboso interesse per il sesso ma rimuove volutamente le complicazioni dell'adolescenza. Bundy era affetto da un disturbo del linguaggio, i compagni lo prendevano in giro per questo e lui era spesso irascibile. In più, durante i campeggi, si divertiva a piazzare trappole pericolose causando anche qualche brutto incidente. A questo si aggiungono piccoli furti e una concezione decisamente particolare della proprietà privata.
L'età adulta di Ted Bundy
Dopo il diploma ottenuto nel 1965, Theodore Bundy trascorre alcuni anni in cerca di uno scopo, di qualcosa che lo impegni e gli dia finalmente ciò che crede di meritare. Si fidanza ma non riesce a concentrarsi, a dirottare i suoi sforzi verso un unico obiettivo, tanto che viene lasciato dalla ragazza che lo accusa di non avere ambizioni. Questo stato di indecisione continua fino al 1969 e poi la svolta: Bundy decide di dedicarsi alla carriera universitaria.
È questo repentino cambio di atteggiamento, questa rinnovata energia che ha spinto Ann Rule e individuare nel 1969 l'anno in cui Ted Bundy viene a conoscenza di chi era davvero sua madre, del fatto che i suoi nonni non erano i genitori e dell'assenza di un padre. Può un evento del genere aver da una parte catalizzato le energie di Ted e dell'altra aver scatenato la sua perversione latente?
Quale che sia la verità, a partire dal 1969 Ted cambia. Si laurea in psicologia e inizia a interessarsi di politica prima e di legge poi, trasferendosi in Utah per una seconda laurea. Si ritaglia alcuni ruoli di responsabilità nelle locali campagne elettorali e veste i panni di un giovane talentuoso, carismatico e capace. Finalmente l'idea di un sé stesso brillante, adeguato e inserito nella società si concretizza. Ma basta guardare alcune delle sue interviste o apparizioni pubbliche per percepire che c'era qualcosa di più inquieto dietro il sorriso di Ted Bundy.
E quel qualcosa prende vita proprio in quegli anni quando giovanissime donne belle e intraprendenti iniziano a sparire.
Le vittime
Nel 1974 tra lo stato di Washington e l'Oregon alcune giovani donne iniziano a sparire nel nulla. La prima è Lynda Ann Healy che viene rapita mentre si trova in casa sua, o almeno così testimoniano tracce di una colluttazione. Dopo di lei è il turno di Donna Gail Manson, una studentessa diciannovenne di Olympia, Washington. E poi ancora, poco tempo dopo Susan Elaine Rancourt. I rapimenti si susseguono a ritmi serrati tra i due stati americani al ritmo di uno al mese. Ma siamo negli anni '70, le forze di polizia non hanno un coordinamento logistico efficace e la criminalità diffusa è una cortina fumogena dietro la quale Theodore Bundy si sente a suo agio.
Spariscono anche due ragazze il 14 luglio del 1974, adescate sul lago Sammamish da un uomo chiamato Ted, piacente, con un accento inglese e un braccio ingessato. In mezzo a migliaia di persone Denise Marie Naslund e Janice Anne Ott spariscono.
Nell'agosto del 1974 Ted Bundy si trasferisce a Salt Lake City (Utah) per frequentare la facoltà di legge e qui la sua autostima subisce un duro colpo: le lezioni sono complicate e Ted si sente a disagio, incapace di stare al passo. In più per frequentare la University of Utah Law School lascia a Seattle la storica fidanzata Elizabeth Kloepfer e inizia una nuova fase della sua vita. Spariscono altre ragazze: sempre giovani, sempre belle. E questa volta vengono ritrovati anche i corpi. Uccise, seviziate, a volte anche dopo morte. In questo periodo Ted frequenta Carole Ann Boone, che qualche anno più tardi avrà un ruolo fondamentale nella vita di Bundy.
C'è qualcosa di tremendo all'opera. Qualcosa di malvagio, oscuro, inarrestabile. Ted Bundy ha liberato la bestia (o l'Entità, come la chiamerà poi) ed è scatenato. Così selvaggio e fuori controllo da commettere anche qualche errore. L'8 novembre del 1974 tenta di rapire Carol DaRonch e lo fa in pieno giorno: ma la ragazza lotta, lotta con tutte le sue forze e riesce a scappare dalla macchina di Bundy, un Maggiolone. Saranno proprio Carol DaRonch e la fidanzata Liz Kloepfer ad avere un ruolo determinate nell'arresto di Ted Bundy. È proprio Liz, nel novembre del 1974, ad avvisare la polizia che il suo fidanzato Ted può essere l'uomo che ha tentato di rapire Carol: ma ci sono poche prove. L'accusa cade nel vuoto.
Ma non è ancora finita. Nel 1975 Bundy inaugura un nuovo territorio di caccia: il Colorado. E anche lì le vittime aumentano, aumentano drammaticamente. La quattordicesima donna a sparire è Caryn Eileen Campbell, 23 anni. Il corpo verrà trovato un mese dopo. Poi tocca a Julie Cunningham, 26 anni e la lista è destinata ad allungarsi ancora con altri nomi.
Nel frattempo la polizia, grazie alle indicazioni di Carol DaRonch e le conferme della fidanzata, sta cercando un uomo di nome Ted, giovane, spigliato e proprietario di un Maggiolone. I pezzi sono sulla scacchiera: è solo questione di tempo prima dello scacco matto.
L'arresto e le fughe
Negli anni '70 non c'erano le tecnologie di oggi: niente DNA e, come abbiamo detto, niente database condivisi di vittime o criminali. Perciò quando il 16 agosto del 1975 Bob Hayward, ufficiale della polizia stradale di Granger, arresta Ted Bundy dopo che questi ha tentato la fuga non ha idea di chi ci sia al volante del Maggiolone. Ma le accuse di qualche mese prima di Liz e il caso DaRonch hanno stretto un cappio invisibile intorno alla libertà di Ted. Viene subito rilasciato ma il 2 ottobre del 1975, durante un riconoscimento, Carol DaRonch lo identifica: Ted viene arrestato per il rapimento di Carol DaRonch e trasferito nel carcere di Aspen, Colorado. Siamo nel gennaio del 1977.
Le fughe di Ted Bundy
Due sono le evasioni di Ted durante la detenzione: la prima, rocambolesca è molto breve e avviene il 7 giugno del 1977 durante il trasferimento per un'udienza preliminare. Bundy, dopo aver panificato per giorni la fuga, dopo essersi rinforzato ginocchia e caviglie simulando la caduta, salta dalla finestra del tribunale di Pitkin. Un volo di quasi dieci metri: Bundy atterra sul prato e si dà alla fuga. Tre giorni dopo, malato e dolorante, dopo aver rubato una macchina torna ad Aspen dove viene di nuovo arrestato.
La seconda evasione avviene il 30 dicembre del 1977, ma avrà risvolti ben più drammatici. Bundy è molto dimagrito durante la permanenza in carcere tanto da riuscire a infilarsi in un buco sul soffitto da lui stesso creato mentre molte delle guardie non sono in servizio per le feste natalizie. Ted sparisce, lascia il Colorado e raggiunge la Florida. La notte del 15 gennaio del 1978 si introduce nel dormitorio della Chi Omega, una confraternita femminile con sede a Tallahassee, e armato di un ramo di quercia uccide e sevizia due ragazze e ne riduce in fin di vita, violentandole e picchiandole selvaggiamente, altre due. Poi qualche ora più tardi aggredirà un'altra ragazza, lasciandola menomata per sempre.
La fuga di Bundy continua così come continua la sua scia di morte: il 9 febbraio del 1978 ucciderà anche la dodicenne Kimberly Diane Leach. Il 15 febbraio del 1978 Ted Bundy viene arrestato perché alla guida di un'auto rubata: il poliziotto non sa di avere appena fermato uno dei dieci uomini più ricercati d'America. In tutto questo tempo, uno dopo l'altro, i cadaveri delle vittime di Bundy iniziano a emergere dai boschi dove il maniaco li aveva nascosti, tornando per abusare di loro e lasciando fossero gli animali selvatici a disfarsi dei corpi. Ma ancora nessuno sa che le tante catene di morte conducono tutte allo stesso uomo.
Il processo
Nel giugno del 1979 Ted Bundy viene processato a Miami (Florida) per il duplice omicidio alla Omega Chi e per le aggressioni alle tre ragazze sopravvissute. Durante il processo Bundy decide di difendersi da solo: a dispetto della gravità della situazione, delle implicazioni che una condanna avrebbe comportato, a dispetto di ogni logica Bundy insiste per difendersi da solo in aula. Mania di protagonismo? Voglia di essere al centro dell'attenzione? Riflessi di una mente evidentemente disturbata? Quale che sia il motivo, di nuovo Ted Bundy ha la celebrità che da sempre desidera.
Il 24 luglio del 1979 Theodore Bundy viene riconosciuto colpevole e, anche in ragione della violenze delle aggressioni (morsi sui corpi delle vittime), condannato a morte. Sei mesi dopo viene processato anche per la morte della piccola Kimberly Leach e condannato a morte una seconda volta. Ma non è ancora venuto il momento di scrivere la parola fine sulla storia di Ted Bundy. L'uomo userà tutta le sue capacità di persuasione per rimandare la condanna a morte e riuscirà a farlo più di una volta. Prima offrendo indizi su omicidi non ancora scoperti (la vera portata degli omicidi di Bundy non è ancora certa), poi seducendo Diana Weiner, una giovane avvocatessa che perorerà la sua linea di condotta. Ted Bundy non vuole morire ma dovrà arrendersi.
Cosa avrebbe potuto fare un talento come il suo, se impegnato in giuste cause, se messo al servizio del bene?
La famiglia
Di certo un ruolo fondamentale nella vita di Ted Bundy lo ha avuto la sua famiglia. Le prime menzogne che ha dovuto affrontare sono arrivate dalla madre Louise e dai nonni materni che lo hanno ingannato negandogli la verità sulla sua nascita. Poi la frequentazione con Liz Kloepfer, la sua storica fidanzata che però avrà un ruolo fondamentale nell'indiziarlo per il rapimento di Carol DaRonch e, alla fine, Carole Ann Boone che sarà attrice fondamentale in un'altra delle rappresentazioni più teatrali di Bundy.
La proposta di matrimonio in tribunale
Durante il secondo processo in Florida, quello per l'assassino della piccola Kimberly Leach, Bundy dimostra di conoscere molto bene la legge. Sfruttando un antico cavillo giuridico della Florida all'epoca in vigore, una proposta di matrimonio fatta durante un processo in presenza di un giudice ha valore legale e può essere confermata in quel momento. Ted Bundy fa proprio questo: chiede in sposa Carole Ann Boone, presente come testimone a entrambi i processi, e questa accetta. Ancora una volta Ted Bundy stupisce mostrando un disinteresse totale per tutte le mostruosità che ha commesso e concentrandosi su sé stesso: le vittime non gli interessano, la sofferenza non gli interessa. C'è lui, e lui soltanto.
La figlia di Ted Bundy
Durante il periodo di detenzione nel carcere di Raiford, Ted Bundy riesce a ottenere un incontro clandestino con la moglie Ann Boone. Durante questo incontro Bundy e la Boone consumano le loro promesse nuziali e il frutto di questa unione vedrà la luce nove mesi dopo. Nel 1982 nasce Rose (chiamata anche Rosa) Bundy, figlia del serial-killer Ted e della moglie Carole Ann Bone. Poco si sa della figlia, anche perché Ann Boone divorzierà da Ted Bundy nel 1986. La giornalista Ann Rule drefinisce Rose Bundy una donna intelligente ma di lei e della madre si sono perse le tracce.
La condanna alla sedia elettrica e la morte
Il 24 gennaio del 1989 viene eseguita la condanna a morte di Ted Bundy. Alle 7 e 16 del mattino la sedia elettrica della prigione di Raiford pone fine alla malvagia esistenza di uno dei più efferati serial killer della storia dell'uomo. Centinaia di persone festeggeranno la morte di Bundy il cui corpo sarà cremato e, in rispetto delle sue volontà, le ceneri sparse in un luogo nascosto.
Con trenta omicidi confessati alla spalle, trenta morti inflitte nei modi più terribili e difficili anche solo da raccontare, trenta vite spezzate nel lasso di soli quattro anni (anche se rimangono dubbi sulla possibilità che Bundy abbia iniziato la sua macabra carriera già sul finire degli anni '60), Ted Bundy resta uno dei mostri più incomprensibili e spaventosi di tutti i tempi ma qualcosa si nasconde dietro gli occhi di ghiaccio del serial killer.
L'Entità
Che cosa può aver spinto Bundy verso il nero baratro di un orrore che ha inghiottito lui e tutte le sue vittime? Un'attrazione morbosa verso la pornografia? Una situazione famigliare poco chiara? O semplicemente Ted Bundy era nato in quel modo?
La sua analisi è chiara. Ma è abbastanza forte da rivolgere su sé stesso questa potente intuizione? Che ne dice? Perché non, perché non si guarda dentro e scrive quello che vede? O devo pensare che le fa paura?
Con queste parole Clarice Starling (Jodie Foster) si rivolge al dottor Hannibal Lecter (Anthony Hopkins) nel tentativo di spingerlo verso una sorta di autodiagnosi. Durante le sue lunghe conversazioni in carcere, Ted Bundy raccoglie l'invito dell'agente Starling (qui rappresentata dai giornalisti Stephen G. Michaud e Hugh Aynesworth). Laureato in psicologia e dotato di forti capacità analitiche, Bundy inizia a raccontarsi davvero parlando in terza persona. In parte per evitare di trasformare tutto ciò che dice in una confessione, in parte perché in questo modo gli è più facile dire la verità.
È durante queste sedute, se così possiamo chiamarle, che Ted Bundy introduce per la prima volta la misteriosa Entità nella sua storia personale. Una forza potente e violenta, una frustrazione nata e cresciuta nel morboso attaccamento verso una pornografia estrema che porta Bundy a sfogare tutta la sua insicurezza nella caccia a donne giovani e belle. L'Entità cresce sempre più fino a quando, citando lo stesso Bundy mentre parla di sé in terza persona: "lo controlla, lui sente una voce e fa esattamente quello che l'entità gli dice di fare".
Bundy non dissocia dall'Entità il suo alter ego di cui parla durante gli incontri ma piuttosto crea una diabolico rapporto simbiotico: l'Entità origina dall'interno, cresce, si alimenta e arriva a prendere il controllo. Non è esogena, non viene da fuori, non è qualcosa di estraneo. Ma necessità di violenza per soddisfare i suoi appetiti e quelli dell'uomo che la ospita. Gli occhi di Bundy, così dicono alcuni di quelli che lo hanno incontrato da vicino, cambiano quando l'Entità affiora in superficie: vuoti, scuri, privi di ogni emozione.
Le citazioni
Theodore Bundy ha trasformato il proprio processo in un vero e proprio evento mediatico mondiale a partire dall'efferatezza dei crimini da lui commessi, passando per l'assurda volontà di difendersi da solo e arrivando alla natura di Bundy: un uomo che cerca in tutti i modi di attirare l'attenzione e che trasmette, osservandolo, una sottile sensazione che qualcosa in lui sia sbagliato. Lascia un'eredità corrotta fatta anche di frasi che ancora oggi rintoccano come un'oscura profezia. Eccone alcune:
"Noi serial killer siamo i vostri figli. Siamo i vostri mariti. Siamo ovunque. E domani ci saranno molti più morti, morti tra i vostri bambini."
"Io non sapevo cosa spingesse le persone a voler diventare amiche tra loro. Non so cosa le rendesse attraenti l'un l'altra. E non sapevo cosa fossero le interazioni sociali di base."
"Non penso nessuno dubiti che io abbia fatto cose brutte. La domanda è: che cosa, ovviamente, in che modo ... e, soprattutto, perché?"
"Senti l'ultimo respiro che lascia il loro corpo. Stai guardando nei loro occhi. Una persona in quella situazione è Dio!"
"Il possesso finale era, in effetti, la presa della vita. E poi ... il possesso fisico dei resti."
"Non voglio morire. Non ho intenzione di prenderti in giro. Mi merito la punizione più estrema che la società possa infliggere... Penso che la società meriti di essere protetta da me e da altri come me."
"Colpa. È questo meccanismo che usiamo per controllare le persone. È un'illusione. È una specie di meccanismo di controllo sociale ed è molto malsano. Fa cose terribili al corpo."
Film, libri e serie ispirate a Ted Bundy
Il male da sempre esercita un grande fascino sull'uomo e Ted Bundy, sotto molti aspetti, è stato l'incarnazione del male. Questo lo ha trasformato in una grande ispirazione per film, libri, serie e per altri prodotti culturali. Alcuni lo hanno citato in maniera indiretta. Per esempio, lo stratagemma usato da Buffalo Bill ne Il Silenzio degli Innocenti per adescare le sue vittime, un braccio ingessato per ricevere aiuto, ricorda esattamente quello che Bundy fece sul lago Sammamish. Altri hanno attinto a piene mani alla sua storia con film e serie TV: di seguito un elenco dei principali riferimenti.
Film
- Ted Bundy (2002), diretto da Matthew Bright e con Michael Reilly Burke nel ruolo di Ted Bundy. Il film romanza le vicende criminali di Bundy e si prende qualche libertà nello svolgimento della storia
- Ted Bundy - Il Serial Killer (2003), film per la TV diretto da Paul Shapiro e con Billy Campbell nel ruolo di Ted Bundy. Basato sul best seller di Ann Rule, Un Estraneo al Mio Fianco
- The Riverman - Storia di un Serial Killer (2004), film per la TV diretto da Bill Eagles e con Cary Elwes nel ruolo di Ted Bundy. Dal carcere Ted Bundy si offre come consulente per la cattura del Green River Killer
- Bundy (2008), film per la TV diretto da Michael Feifer e con Corin Nemec nel ruolo di Ted Bundy. Trasposizione televisiva della vita di Bundy partendo dalla sua infanzia fino al processo
- The Capture of the Green River Killer (2008), film per la TV in due parti con James Marsters nel ruolo di Ted Bundy. Riprende il caso del Green River Killer
- Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile (2019), film diretto da Joe Berlinger con Zac Efron nel ruolo di Ted Bundy. Discusso per l'assegnazione del ruolo a Efron, è una biografia di Ted Bundy.
Qui sotto la recensione.
Televisione
- Il Mostro (1986), miniserie televisiva diretta da Marvin J. Chomsky con Mark Harmon nel ruolo di Ted Bundy. Unico prodotto televisivo trasmesso quando ancora Bundy era in vita
- Conversazioni con un Killer: Il Caso Bundy (2019), miniserie in quattro puntate basta sulle testimonianze dirette di Bundy tramite le interviste rilasciate a Stephen G. Michaud e Hugh Aynesworth
Libri
- Serial Killer - Storie di Ossessione Omicida di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi. Un viaggio nelle mente del serial killer che inizia proprio da Ted Bundy
- Un Estraneo al mio Fianco di Ann Rule, autrice che ha conosciuto Bundy prima che questi rivelasse al mondo la sua reale perversione. Considerato una delle ricostruzioni più complete della vita di Bundy
Ted Bundy compare in decine di contenitori culturali: cartoni animati, film, canzoni, serie televisive e film. La sua figura ha segnato in maniera talmente profonda l'immaginario collettivo anche e soprattutto per il terribile contrasto tra i suoi modi affabili e affascinanti con il suo mostruoso lato oscuro. E voi cosa pensate di questo incubo?
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