Togo è uno dei titoli principali della line-up di lancio di Disney+, piattaforma streaming disponibile in Italia dal 24 marzo. Considerando che la società abbia puntato molto anche sul live-action di Lilli e il Vagabondo, non sarebbe sbagliato dire che sia stata data una certa rilevanza ai migliori amici dell'uomo: i cani. Sì, perché anche Togo, come il remake del Classico animato, parla del rapporto animale-padrone cercando al contempo di offrire intrattenimento per famiglie e lanciare messaggi forti.
Il film diretto da Ericson Core segue le vicende del cane da slitta Togo e del suo musher Leonhard Seppala (Willem Dafoe) durante la corsa al siero per salvare numerosi bambini affetti da difterite. Se la trama vi suona familiare è perché, in un certo senso, è la stessa di Balto, lungometraggio animato del 1995 prodotto da Amblimation: ma a differenza del cartone, in cui il cane lupo trasporta la slitta con le medicine durante tutto il tragitto, nel film (ispirato a fatti realmente accaduti) sono Togo e Seppala ad affrontare la parte più lunga e difficile del viaggio. A questo punto vi chiederete: allora per quale motivo al Central Park c'è la statua di Balto e non di Togo? Semplicemente perché il primo ha completato la staffetta, "facendosi bello" davanti alla stampa e diventando il vero eroe dell'impresa - sebbene lo meritasse il secondo, che ha ceduto il passo per la stanchezza e l'età avanzata. A ogni modo il film di Core non si interessa ai particolari della missione, approfondendo piuttosto il legame tra Togo e Seppala. È proprio quest'aspetto che rende la storia estremamente potente sul piano emotivo, specie per gli amanti dei cani.
Di cosa parla Togo
Tutto ha inizio nel 1925, quando l'epidemia colpisce la cittadina di Nome, in Alaska. L'unico modo per ottenere il siero in modo sicuro dalla città di Fairbanks è tramite i cani da slitta, quindi il veterano Seppala si offre volontario per il viaggio. Attraverso alcuni flashback che portano lo spettatore indietro di 12 anni si assiste al primo incontro tra Togo, allora cucciolo, e il suo padrone. Inizialmente Seppala trova il quadrupede fastidioso, inopportuno e inadatto al lavoro, ma sua moglie Constance (Julianne Nicholson) non riesce a sopportare l'idea di lasciar andare Togo. Per l'esperto musher i cani sono utili al suo mestiere e non può permettersi di essere compassionevole con loro; sia Leonhard che Togo sono leader nati (anche da cucciolo, il cane incita i suoi compagni ad aiutarlo in attività folli), ma inizialmente il loro legame non è saldo. Malato, sottopeso e cronicamente dispettoso, Togo non può essere certo la prima scelta di Leonhard; eppure il determinato cucciolo dimostrerà che la sua grinta e determinazione lo rendono non solo un perfetto cane da slitta, ma un vero e proprio leader.
Chi non ama i cani potrebbe avere un po' di difficoltà a farsi trasportare dal film, gli altri farebbero invece bene a procurarsi un pacchetto di fazzoletti per asciugarsi le lacrime. Togo è un film emozionante e commovente, capace di strappare sorrisi nelle scene in cui il cucciolo è birichino e tenta di ricongiungersi al branco nonostante il suo padrone lo rinchiuda in un capanno, e di far provare empatia nelle fasi più forti e drammatiche.
La chimica tra Dafoe e l'husky
Ericson Core fa anche la saggia scelta di affidare a Dafoe il ruolo di protagonista. Il film Disney è una testimonianza non solo della professionalità dell'attore, ma anche della sua capacità di saper entrare perfettamente nel personaggio. Anche quando Seppala cerca di sbarazzarsi del quadrupede convincendo altre famiglie ad adottarlo, lo spettatore non lo odia: piuttosto vede un uomo la cui attività è l'allevamento di cani da slitta, e capisce quanto Togo possa essere un ostacolo al suo lavoro. Dafoe, peraltro, ha imparato a guidare la slitta proprio per il film e ha lavorato a stretto contatto con la sua squadra di veri husky. La pellicola splende, comunque, nelle sequenze che mostrano come Seppala non soltanto rispetti il suo amico a quattro zampe, ma lo ami. L'interazione e la chimica tra Diesel (l'husky scelto per interpretare Togo) e Defoe hanno stabilito nuovi standard per l'industria cinematografica.
Il lavoro degli effetti speciali, poi, rafforza l'intensità della missione stessa. A un certo punto si assiste a una scena straziante in cui l'intero gruppo di cani quasi precipita in un profondo burrone. In quanto a suspense, è seconda solo alla sequenza dove Seppala sfreccia sul ghiaccio, che si rompe sotto le zampe di cani, del Norton Sound e rischia di morire insieme ai suoi amici quadrupedi. I lunghi tratti in cui il musher è alla guida della slitta potrebbero rivelarsi eccessivamente lenti per alcuni, ma le riprese sono impressionanti e catturano perfettamente la paura e la drammaticità della situazione.
Chi ha un cane sa benissimo cosa si provi nel rientrare a casa e scoprire che ha combinato qualche guaio. Frustrazione, talvolta delusione. Tuttavia, guardandolo negli occhi, potrebbe essere difficile tenere il broncio. Ecco, in Togo quella sensazione è forte: perché, sebbene venga raccontata un'impresa unica e non manchino atti di eroismo, ciò che rende speciale il film è il modo in cui viene trattato il legame unico tra cane e padrone. Un rapporto indissolubile, tagliato solo alla morte di uno dei due.
Analogie e differenze con Balto
Nonostante il plot in comune, Togo ha molte differenze con il cartone animato del 1995. Nella pellicola Disney viene appunto data una certa centralità al musher, mentre in Balto non solo non è mai menzionato il suo nome ma neppure viene mostrato in volto. La bambina che racconta la vicenda nel lungometraggio animato non è presente nel film per Disney+, e non c'è alcuna competizione tra il protagonista e altri cani da slitta (come Balto con Steele). Come anticipato, mentre nel lungometraggio animato è Balto a compiere la vera impresa durante la corsa al siero, nel film di Ericson Core si scopre che Togo è il vero eroe del viaggio.
Tuttavia, le due produzioni hanno anche molte cose in comune. Entrambe, infatti, raccontano la storia di un cane che vuole riscattarsi: da una parte Togo, bisognoso di attirare l'attenzione del suo padrone dimostrando il suo valore - nonostante parta in svantaggio rispetto agli altri husky; dall'altra Balto, cane lupo che non riesce a trovare la sua dimensione e tenta disperatamente di ritagliarsi un posticino nel mondo (storica la citazione "non è cane, non è lupo, sa soltanto quello che non è…"). Sia nel film che nel cartone animato c'è una scena in cui i cani protagonisti sono stremati per la missione ma si ostinano a trainare la slitta come leader del gruppo.
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Mentre Balto si conclude con la consegna del siero che salva i bambini, tuttavia, il film di Core segue Togo e Seppala nei giorni successivi al viaggio. La possibilità che l'husky rischi di perdere la vita a causa della missione terrorizza il guidatore della slitta (e probabilmente molti spettatori durante i 113 minuti di visione), ma riflette l'importanza di saper scendere a patti con le proprie scelte e accettare la realtà anche quando fa male.
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