Il 2020 ci ha privato di tantissime cose, cinecomics compresi. Dato il ritmo forsennato di uscite Marvel, Dc e affini sembrava impossibile rimanere senza nuovi film sui supereroi per un mese, figuriamoci per un anno, invece poi è successo di tutto. Il Covid-19, la pandemia, la chiusura delle sale, ma soprattutto una paura trasversale (e non del tutto motivata) tra gli studios. A eccezione parziale di Warner Bros, tutti si sono tenuti stretti i loro blockbuster (compresi i loro supereroi) e tanti cari saluti alle sale. Magari si è fatto anche un pensiero di bypassare la sempre più ristretta finestra di esclusività su grande schermo per incentivare l'acquisto sulla piattaforma di proprietà.
Così il sequel del primo, fortunatissimo film dedicato alla supereroina DC si è ritrovato a riaprire almeno parzialmente le danze, diventando il regalo di Natale per gli abbonati statunitensi ad HBO Max dopo il frettoloso matrimonio con Warner Bros. Wonder Woman 1984 dovrebbe essere l'apripista di un anno in cui lo studios ha promesso di portare i suoi film più attesi e rimandanti (compreso Dune) in contemporanea nelle sale aperte e sulla piattaforma di proprietà. Dovrebbe, perché da primi riscontri l'operazione non sembra andare benissimo dal punto di vista finanziario (nonostante sia un vero affare per gli abbonati) e anzi, tutti i concorrenti stanno piazzando film di seconda o terza fascia nelle sale, prontissimi a scattare ai blocchi di partenza con le stelle del catalogo in panchina non appena ci saranno le riaperture di massa.
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In tutto questo scenario complesso Wonder Woman 1984 sembra quasi una vittima, così come lo è stato (in teoria) Tenet di Christopher Nolan. Sarà un caso che due dei tre agnelli sacrificali del 2020 - Tenet, Mulan e Wonder Woman 1984 - siano progetti a conduzione femminile? Chissà. Resta il fatto che Wonder Woman è un film abbastanza terribile e la colpa non è né del Covid-19, né del mancato passaggio in sala, né del maschilismo tra i produttori di Hollywood.
Come Aquaman, ma peggio
Solo a guardare la scheda tecnica sorge un dubbio: un film che si propone con un'avventura stand-alone senza grandi ripercussioni sulla continuity DC avrà la stamina e il materiale narrivo necessario per riempire i suoi spropositati 150 minuti di durata? La risposta è no, ovviamente. Durate mostruose del genere sono a malapena giustificabili per operazioni come Infinity War ed Endgame. Davvero pochissimi film (dentro e fuori l'universo cinecomics) giustificano una tale estensione temporale. La regola d'oro del cinema è che ogni scena deve avere un suo senso, una sua valenza, persino una sua necessità: un cinecomics può davvero necessitare di due ore e mezza per donare intrattenimento e lanciare qua e là un messaggio propositivo?
Di cose positive e ben fatte in Wonder Woman ce ne sono così poche che si faticherebbe ad arrivare a 90 minuti di complessiva durata mettendo insieme le scene con un qualche tipo di valore. La colpa sta nella sceneggiatura, ma soprattutto nella linea produttiva generale, che sembra ricalcare da vicino il pessimo esempio di Aquaman, un film che non trovo altro modo di definire se non "una caciaronata". Wonder Woman viaggia più o meno sugli stessi livelli di plausibilità e coerenza, con l'aggravante che fa ancor meno ridere con sé o di sé.
L'idea di base, seppur ormai usurata, potrebbe anche funzionare: prendere Gal Gadot e catapultarla nel coloratissimo universo nostalgico degli anni '80, chiedendo a Kristen Wiig e Pedro Pascal di fare quanto hanno fatto Daniel Brühl e Sebastian Stan con Capitan America. Laddove l'attore protagonista ha da offrire fascino e fotogenia, gli si affianca uno stuolo di attori meno noti ma dalla professionalità più che collaudata per reggere il film. Sia ben chiaro che non sono io a non credere nelle doti recitative di Gal Gadot, ma Warner Bros stessa, dato che sente pure il bisogno di ritirar fuori persino Chris Pine.
Il film lo fa nell'unico modo coerente (e provvisorio) possibile, rendendo l'intera storia ancor più prevedibile. Quando Diana promette a Steve di amarlo per sempre e lui in pratica l'autorizza a superare la loro storia (data sua morte) ho davvero pensato che non si potesse scendere più in basso in cattiva scrittura dei personaggi femminili. Dovevo ancora vedere dove sarebbe andata a parare la storia di Kristen Wiig.
Sorella Patty, dove sei?
Doveva essere una vetrina per la miglior nostalgia degli anni '80 (finirà mai?), invece Wonder Woman sembra pescare francamente tutto il peggio da quell'epoca cinematografica: i ridicoli siparietti con i rapinatori che non funzionano nemmeno in chiave citazionista, sequenze di un'ingenuità che nemmeno il primo Superman di Reeve visto quaranta e passa anni più tardi, effetti speciali che più il film continua più regrediscono a un livello da film in cassetta.
In questo disastro, dov'è finita la regista Patty Jenkins? A mio modo di vedere è sempre stata questa regista: capace di portare a casa una grande produzione, ma con un lavoro senza alcun tipo di guizzo o abbellimento. Ricordo che all'epoca del primo Wonder Woman rimasi stupita di fronte a certe entusiastiche recensioni, che prendevano qualche (malposta) concessione femminile con un autentico passo avanti nel genere, sia dal punto di vista della rappresentazione sia dal punto di vista dell'arte cinematografica.
Alla prova dei fatti - con più soldi, più libertà d'azione e più potenzialità - la pochezza produttiva e artistica mi sembra la medesima, ma amplificata dall'ingigamentimento dell'operazione. Jenkins è alla pari di tanti colleghi per girare onesti film d'intrattenimento di fascia media, ma a mio modo di vedere non è l'equivalmente femminile di un James Gunn o di un Taika Waititi. Non nascondo che vivo già con una punta di angoscia il pensiero di rivedere Gal Gadot e Patty Jenkins replicare lo stesso modulo sia nel già annunciato Wonder Woman 3 sia nel remake di Cleopatra.
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