Creare un arco narrativo che unisse sotto la stessa continuity tutti i film degli X-Men non era certo un compito agevole, specie se si tiene conto che l'idea di un prequel era estranea ai tempi della prima trilogia, conclusasi con X-Men - Conflitto Finale.
Bryan Singer ha scelto di raccontare le origini dei mutanti, pedine preziose nella Guerra Fredda anni '60 (X-Men - L'Inizio, di cui ha scritto il soggetto). Subito dopo il cineasta ha zigzagato tra futuri tremebondi e passati torridi, spedendo la coscienza di Wolverine negli anni '70 per alterare il corso degli eventi (Giorni di un Futuro Passato). Ora, con X-Men: Apocalisse, il regista de I Soliti Sospetti ci consegna (più o meno) la squadra di mutanti che tutti conosciamo fin dal 2000, anno di uscita del primo X-Men movie.
E pazienza se a volte eventi e personaggi, al netto dei capitoli fin qui pervenuti, appaiono fuori sincro: il punto di forza di X-Men: Apocalisse (ecco alcune clip in esclusiva del film) non sta tanto nella linearità - tant'è che, linkando fra loro i vari titoli della saga, le incongruenze sono evidenti - quanto nella straordinaria esibizione di cinema d'intrattenimento, amplificata da effetti speciali grandiosi e da continue strizzate d'occhio all'estetica tipica delle strisce a fumetti di casa Marvel.
L'ultimo capitolo rinnega il passato a tratti autoriale del franchise: arrivederci alla discriminazione di esseri portatori del gene X, avvertiti come minaccia da una società incapace di comprenderli (osteggiati prima dal senatore Kelly e dal colonnello Stryker e poi da Bolivar Trask). Bryan Singer rinfodera il fioretto e sguaina la spada, dando vita ad un cinecomic avulso dalla dialettica dei predecessori della saga targata 20th Century Fox.
X-Men: Apocalisse (ecco quale versione di Wolverine vedremo nel film) è uno spettacolo per gli occhi e un'inaspettata pausa per le menti degli spettatori, invitati a godersi lo spettacolo senza essere costretti a risolvere complicati rebus spazio-temporali. Il disinteresse di Singer per l'introspezione (che invece aveva contraddistinto i primi due capitoli) viene svelato fotogramma dopo fotogramma, a partire dal sontuoso incipit (che richiama cult esotici come La Mummia), in cui viene narrata la maledizione di En Sabah Nur, l'Apocalisse del titolo.
Nella successiva ora si assiste ad un ping pong geografico atto a rintracciare vecchie conoscenze - dalla sexy Mystica (Jennifer Lawrence) all'operaio Magneto (Michael Fassbender) - per poi osservare il risveglio del millenario villain, desideroso di porre un freno al degrado morale in cui versa l'intero globo terrestre.
X-Men: Apocalisse è un film solido ma meno ambizioso del precedente X-Men: Giorni di un Futuro Passato, che era tutto giocato su sliding doors e alterazioni della timeline (sulla falsariga di Terminator). Effetti speciali di primissimo livello, catastrofismo sfrenato e un look fedele ai fumetti compensano in pieno qualche passaggio a vuoto di sceneggiatura, fra cui l'assenza di spessore di tre dei 4 cavalieri di Apocalisse (lo spazio riservato a Tempesta, Angelo e Psylocke è davvero esiguo) e la banalizzazione del movente del villain, che decide di radere al suolo l'intero pianeta dopo un pò di zapping in tv.
A restituire spessore al film contribuiscono i tormenti del Professor Xavier (James McAvoy) e il dramma di Magneto, a cui presta lo sguardo vacuo e l'espressione torva Michael Fassbender, la cui presenza in scena eleva X-Men: Apocalisse un gradino sopra lo status di mera pellicola d'entertainment. A regalare i momenti più spassosi ci pensa invece il Quicksilver di Evan Peters, protagonista di un'altra scena in slow-motion di pregevole fattura, realizzata sulle note di Sweet Dreams degli Eurythmics.
Il nuovo capitolo della saga degli X-Men (scopri quali sono le scene più memorabili della saga), in arrivo nelle sale a partire dal prossimo 18 maggio, è un film di frontiera, un roboante congedo che punta l'indice verso nuove avventure dei mutanti, non più inesperti adolescenti alle prese con superpoteri, ma veri e propri guerrieri, che certamente rivedremo in futuro (che poi è già passato, ma tant'è), magari al fianco di uno spaesato Deadpool, desideroso di scoprire dinanzi a quale Professor X si troverà, se McAvoy o Stewart.
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Voto di Cpop
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