Asteroid City, recensione: Wes Anderson ha perso sé stesso

Autore: Elisa Giudici ,

Asteroid City di Wes Anderson è ufficialmente in tutte le sale italiane dal 28 settembre distribuito da Universal Pictures International Italy. Wes Anderson ha perso sé stesso. A parte qualche passaggio indovinato, ad eccezione di qualche battuta che strappa una risata allo spettatore, il nuovo film del regista di Fantastic Mr. Fox e The Grand Budapest Hotel purtroppo delude, a meno di non essere fan sfegatati e un po’ miopi del suo cineasta.

È già da qualche tempo a questa parte che Wes Anderson ci regala film gradevoli, ma mai veramente indovinati, che lascino il segno. La sua attenzione si è via via focalizzata sulla forma e sull'estetica del cinema, ovvero su ciò che rende ogni sua inquadratura, scena e pellicola immediatamente riconoscibile agli occhi dello spettatore.

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Chiunque abbia visto almeno un paio di film sa spiegare a parole cosa rende unico e carismatico il cinema di Wes Anderson. I movimenti di camera distintivi come le lunghe carrellate che procedono in direzione laterale, rivelando scenari o seguendo i movimenti dei protagonisti, per fare un esempio. Le brevi sequenze in cui dallo pseudorealismo si passa a riprese realizzate con l’ausilio di modellini, dando al tutto l’aspetto di una casa di bambole. Le musiche dai toni giocosi e dai timbri alti, brillanti.

Più difficile invece è identificare quali siano i temi che stanno a cuore oggi al regista. Questo non perché il suo trasformismo lo porti a cambiare così tanto registri e messaggi da film a film, anzi. Gli ultimi film di Anderson si somigliano tutti, raccontano più o meno la stessa storia, ma di fondo non hanno molto da dire e non sono sentiti.

La trama di Asteroid City

Universal Pictures
Asteroid City - due uomini al telefono con il filo, stile anni 50
Una scena del film Asteroid City

Asteroid City si rifà ai film di fantascienza degli anni 50 e ci porta nell’assolata città desertica del titolo. Il piccolo avamposto ha meno di 100 abitanti, tutti concentrati tra ristorante locale e stazione dell’esercito dove si studiano i pianeti e le stelle e si sganciano bombe atomiche con regolarità.

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L’arrivo di alcuni viaggiatori rende improvvisamente l’atmosfera più animata. Asteroid City infatti ospita ogni anno un premio dedicato ai giovani inventori, scienziati di domani. Proprio durante la premiazione accade un evento che porta l’esercito a mettere in quarantena la città.

Una pletora di personaggio giovani e adulti, interpretati da uno stuolo di star hollywoodiane, si ritrova quindi a condividere qualche giornata assieme. Sarà l’occasione per alcuni di mettere a fuoco gli ostacoli da superare nelle loro esistenze.

Perché Asteroid City è una delusione

Universal Pictures
Asteroid City - Scarlett Johansson
Scarlett Johansson in una scena di Asteroid City

Perché non è mai emozionante, non lascia dietro di sé nessuna scena, immagine o discorso memorabile. Nonostante oltre al solito cast di interpreti feticcio di Anderson si aggiungano super star come Tom Hanks, Margot Robbie e Scarlett Johansson, i personaggi che interpretano hanno così poco da dire allo spettatore che si confondono l’uno con l’altro nella memoria. Anderson è tutto concentrato sul suo giocattolo scintillante da non dialogare che raramente con lo spettatore.

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Essendo comunque un ottimo regista e sceneggiatore, in Asteroid City qualche colpo di mano c’è, qualche gag indovinata anche. In alcuni casi, come la scena in bianco e nero sulle scale antincendio nel finale, c'è emozione ma estratta a forza, calcolata.

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Tuttavia il tutto è incredibilmente appesantito dalla solita cornice narrativa in cui è inserita la storia vera e propria del film. Stavolta Anderson vuole raccontare qualcosa del mondo del teatro: dall’ispirazione per uno spettacolo fino alle repliche in cartellone. Anche in questo caso però ha pochissimo da dire. Almeno in The French Dispatch si sentiva l’amore di Anderson verso un tipo di giornalismo in corso d’estinzione lì celebrato. Qui invece non sappiamo che farcene delle sue riflessioni sul teatro.

L’immagine di copertina di questo articolo è tratta da Asteroid City di Universal.

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The Wes Anderson collection

Dietro le quinte dei film di Wes Anderson. Un volume per appassionati del lavoro del regista di Asteroid City.

Commento

cpop.it

50

Nonostante duri meno di due ore, Asteroid City è zavorrato da così tante lungaggini e vuote espressioni di forma che fa davvero fatica a decollare e non ci porta mai tra le stelle. Anderson sembra aver perso l’ispirazione.

Pro

  • I numeri musicali sono brillanti
  • La gag del “visitatore” che origina la quarantena è divertente
  • Visivamente è ineccepibile

Contro

  • Tante star a cui non viene dato nulla di memorabile da fare
  • Ripetitivo e senza ritmo
  • Non ha davvero nulla da dire a livello formale
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