Blue in Green, recensione: musica, orrore e ossessione di Ram V

Autore: Domenico Bottalico ,

Edizioni BD aggiunge al suo catalogo Blue in Green, graphic novel firmato da un altro autore molto quotato nel panorama anglossassone ovvero Ram V. Inglese ma di origini indiane, l'autore si è fatto conoscere per i suoi lavori in DC (Detective Comics) e Marvel (Venom) ma ha sfoggiato anche una voce riconoscibile e personale anche quando si è cimentato con lavori per le case editrici indipendenti come dimostra questo lavoro a metà fra l'horror e il thriller psicologico ambientato nel mondo della musica jazz.

Insieme a Ram V ci sono il disegnatore Anand RK e al colorista John Pearson, che con Blue in Green hanno vinto il Premio Eisner 2021 come migliori artisti digitali, e soprattutto il disegner Tom Muller (X-Men).

Di cosa parla Blue in Green

Erik Dieter era una promessa del sassofono ma non ha mai avuto quella scintilla capace di farlo diventare un grande del jazz. La sua carriera l'ha visto abbandonare velocemente i palchi in favore delle aule delle scuole di musica e delle pagine delle riviste specializzate dove ha ottenuto anche una certa fama e notorietà ma anche una latante insoddisfazione.

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La routine di Erik viene interrotta dalla telefonata della sorella: sua madre è morta. L'esperienza del ritorno a casa, nei sobborghi, è una esperienza surreale per l'uomo che vede riaffiorare ricordi di una infanzia difficile a causa del carattere severo della madre. Mentre incontra la sua vecchia cotta del liceo e si scontra proprio con la sorella, che gli rinfaccia di essersene andato senza voltarsi mai indietro, Erik scende nello studio della madre in piena notte dove trova ad accoglierlo una sinistra presenza.

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E infatti la mattina seguente Erik non trova traccia di presenze soprannaturali nello studio ma si imbatte nella foto di un trombettista risalente agli anni 60. Erik sa che sua madre ha frenquentato i jazz club in quell'epoca d'oro ma perché custodire così gelosamente quella foto?

Qualcosa si impossessa di Erik: una ossessione. Chi è quest'uomo? Inizia così una lenta e faticosa indagine per scoprirne l'identità tornando in vecchi club abbandonati e riscoprendo vecchie registrazioni che accendono un fuoco in lui.

Quel talento sopito sembra essersi improvvisamente risvegliato, tornano i palchi e la fama ma a quale prezzo? e qual è la connessione fra la sinistra presenza, il trombettista e la sua improvvisa esplosione? Una nuova e angosciante domanda logora Erik: e se il suo successo non fosse merito del suo reale talento?

Blue in Green: fra folklore jazz e l'orrore del fallimento

Ram V si cimenta con l'horror, genere a lui familiare, ma l'orrore che vuole presentare ai lettori non è, a dispetto delle apparenze, quello soprannaturale bensì quello molto più terreno e tristemente attuale: l'orrore del fallimento. Narrativamente infatti la prima metà di Blue in Green è una dolorosa decostruzione del protagonista Erik Dieter, un uomo medio, insoddisfatto e deluso dalla vita. Un archetipo di una umanità decadente ma terribilmente contemporanea.

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È in questo contesto che lo scrittore inietta elementi horror e folkloristici riprendendoli, senza neanche troppi riferimenti diretti, da quelli legati alla musica nera come il jazz ma soprattutto il blues come le leggende riguardanti incisioni maledette o patti con il diavolo per ottenere fama e successo. Tuttavia non è questo il perno della narrazione perché la ricostruzione del protagonista passa per un altro concetto terribilmente contemporaneo, quello dell'ossessione.

Erik è ossessionato dallo scoprire l'identità dell'uomo della fotografia ma poi ancora più velocemente è ossessionato da un pensiero terribile: e se non fosse davvero bravo abbastanza? se non meritasse davvero tutto questo? Con una seconda parte del graphic novel ancora più claustrofobica della prima, Ram V mette a nudo uno dei grandi orrori della modernità come dimostra il drammatico finale che, decontestuallizato, potrebbe essere applicato a tantissimi fatti di cronaca che popolano giornali e telegiornali.

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Il titolo, Blue in Green, non è casuale. Fa riferimento ad un brano di Miles Davis che però in realtà fu composto dal pianista Bill Evans. È un brano ritenuto innovativo sotto molti punti di vista, ma anche estremamente "commerciale". Tralasciando aspetti tecnico-teorici più specifici, è interessante sentire come la melodia e gli accordi sottostanti cozzino in alcuni passaggi.

Melodia e accordi che stridono come apparenza e realtà che stridono ovvero uan definizione brutale di depressione. Se cercate un racconto horror, Blue in Green è uno specchietto per le allodole perché in realtà funziona meglio quando si fa più intimo e personale con didascalie che si rifanno al thriller e al dramma psicologico. Un lavoro di Ram V intimo e sicuramente non facile, lontano da logiche commerciali.

Graficamente, l'impostazione riconoscibilissima di Tom Muller, si sposa molto bene con il lavoro di pittura digitale del duo composto da Anand RK John Pearson. L'utilizzo delle simmetrie di Muller è una cornice perfetta per lo stile sintetico e d'atmosfera di RK che suggerisce sempre forme e sensazioni in tavole aerose dove gli spazi sono ripartiti in maniera per esaltare sempre particolari legati a stati d'animo e sensazioni dei personaggi. Pearson completa il lavoro con toni materici, volutamente sabbiosi, di una palette dai toni freddi quasi a voler esaltare lo straniamento del protagonista da un lato e il carattere soprannaturale di alcuni passaggi dall'altro.

Il volume

Edizioni BD presenta Blue in Green al pubblico italiano in un volume cartonato formato 17x25 cm. La carta scelta è patinata e dall'ottima grammatura, scelta che esalta il lavoro grafico di Anand RK e Tom Muller. Da questo punto di vista l'unica nota è legata alla rilegatura e alla rifilatura delle pagine che spesso costringono ad aprire moltissimo il volum per apprezzare a pieno le tavole. Ottimi sia la traduzione che l'adattamento così come il lavoro sul lettering. Dal punto di vista degli extra invece è presente una ricca galleria di copertine variant, un estratto della sceneggiatura originale e alcuni schizzi preparatori con un piccolo commento degli autori sulla lavorazione del graphic novel.

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Commento

cpop.it

70

Con Blue in Gree, Ram V si cimenta con l'horror, genere a lui familiare, ma l'orrore che vuole presentare ai lettori non è, a dispetto delle apparenze, quello soprannaturale bensì quello molto più terreno e tristemente attuale: l'orrore del fallimento. Narrativamente infatti la prima metà del volume è una dolorosa decostruzione del protagonista Erik Dieter, un uomo medio, insoddisfatto e deluso dalla vita. Un archetipo di una umanità decadente ma terribilmente contemporanea.

Pro

  • Ram V con la metafora della musica e con elementi folkloristi parla di un male contemporaneo
  • graficamente eccezionale e da studiare soprattutto per la ripartizione degli spazi

Contro

  • se cercate un racconto horror potreste rimanere delusi
  • rifilatura e rilegatura costringono ad aprire moltissimo il volume per godere a pieno le tavole
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