Fantasmi di Famiglia, recensione: tutto il realismo magico del sud

La giovane Licia Cascione fa il suo esordio per Ottocervo con Fantasmi di Famiglia un delicato racconto fra realismo magico e memoria storica.

Autore: Domenico Bottalico ,

Ottocervo, etichetta dedicata ai fumetti dell'editore tarantino Antonio Mandese Editore, continua imperterrita la sua marcia e taglia quota 7 libri pubblicati con Fantasmi di Famiglia di Licia Cascione. Dopo due incursioni sui generis con un graphic biography e un racconto di genere, con questo libro l'editore torna a proporre qualcosa di più familiare per il suo catalogo ovvero un racconto che è in parte saga generazionale e in parte racconto folkloristico dal tono e dall'impronta grafica molto personale e riconoscibile.

Di cosa parla Fantasmi di Famiglia

Lina, Anna, Chiara, Michele e Francesco sono un gruppo di fratelli e sorelle attraverso cui viviamo la vita "lenta" di un indefinito paesino della provincina pugliese in un intervallo di tempo fra il 1941 e il 1950. L'infanzia, l'adolescenza e la maturità sono scandite ovviamente dall'eco di un evento terribile ma vissuto indirettamente come quello della Seconda Guerra Mondiale ma non solo.

La scomparsa prematura di Michele diventa infatti il filo conduttore delle vicende dei fratelli fra cui il piccolo Francesco che si sente il secondo uomo di casa dopo la morte del fratello più grande oppure Lina che deve arginare l'impeto dello spasimante Stefano. Oppure ancora la piccola Anna che diventa il punto di vista privilegiato della narrazione e con cui cresciamo anno dopo anno.

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A tutte le vicende fa da collante il folklore magico e popolare: mazzarielli, fate della casa, malombre ma anche superstizioni e usanze (come quella di "tagliare i vermi" per fermare le coliche) diventano ideali "riti di passaggio" delle fasi della vita del gruppo eterogeneo di fratelli e sorelle.

Fantasmi di Famiglia: fra realismo magico e memoria storica

Fantasmi di Famiglia è probabilmente uno dei libri migliori usciti nel 2023. Si tratta di un libro coraggioso perché prende tutte quelle suggestioni tipiche del graphic novel autoriale italiano, le capovolge e le restituisce al lettore con personalità per raccontare un mondo, quello del sud, troppo spesso vittima soprattutto negli ultimi anni di una narrazione fatta di degrado, crimine e decadenza.

Il sud di Fantasmi di Famiglia è un sud magico e quasi dimenticato. La guerra e le sue battaglie ideologiche sono un'eco lontana seppur terribile, la vita al sud scorre lenta e scandita da problemi più concreti tutti ascrivibili ad un circolo della vita in cui racconti e superstizioni formano un velo sottile ma sempre presente e che è meglio non scostare troppo - lo sa bene una delle protagoniste, Chiara, che "litiga" con la Fata della Casa.

Riportare su carta questo realismo magico, all'interno di quello che è a tutti gli effetti un romanzo storico, è stata una sfida non indifferente che la giovane Licia Cascione sembra aver accettato con sicurezza e spavalderia. Non c'è compromesso perché il protagonista è il sud. Il lettore deve infatti calarsi in un linguaggio che è volutamente dialettale, in una meridionalità quasi perduta che diventa memoria storica: nascere, crescere, restare, partire, tornare, morire.

Licia Cascione: un'autrice da tenere d'occhio

Fantasmi di Famiglia è un libro coraggioso quanto la sua giovane autrice Licia Cascione che decide sì di imbastire un romanzo storico ma senza lasciare nulla al caso. Il lavoro di ricerca e ricostruzione storica è vibrante e non si ferma certo ad architetture o vestiario. Perché se è "facile" romanzare parti mancanti della vita di una famiglia, non lo è altrettanto rimanere fedeli a tutto quel bagalio di folklore spesso affidato solo ai ricordi e alla tradizione orale. Si tratta di un bagaglio che la Cascione vuole riconsegnare al lettore in tutta la sua potenza e che costituisce una parte fondamentale nella riuscita del racconto.

Trovare il giusto tono poi deve essere stato altrettanto complesso. Narrare un romanzo storico affindandosi solo a pagine in prosa di raccordo, con diversi protagonisti poi tutti caratterizzati in maniera forte e riconoscibile, è una prova di scrittura complessa anche per un autore esperto. La Cascione prende il tiro nella prima manciata di pagine per poi andare a ruota libera facendo incastrare tutti i tasselli nel dolcissimo finale. Una lettera d'amore al sud e alle proprie origini. 

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Graficamente, nello stile di Licia Cascione è possibile rintracciare influenze che vanno da Gipi a Sualzo passando per Paco Roca. Il tutto è metabolizzato con una sensibilità molto romantica e molto attenta all'espressività dei personaggi. Ritroviamo quindi anatomie spigolose, tratti somatici stilizzati e fortemente espressionisti. La scelta dell'acquerello si sposa bene con una line art molto materica ma sottile, la linea chiara francese fa quindi capolino fra campiture piene e uniformi e palette ricche di sfumature non necessariamente realistiche.

Non è un lavoro esente da qualche ingenuità, come ogni opera prima che si rispetti. Qualche anatomia manca di volume e il lettering avrebbe meritato forse un altro passaggio di editing. Si tratta di aspetti che non inficiano la lettura merito anche di layout chiari grazie a schemi pressoché fissi, che si rifanno più al fumetto popolare italiano e allo schema 2x3 che a quello francese, e a una regia che grazie ai campi medio-lunghi rende la lettura molto scorrevole.

Il volume

Ottocervo opera in continuità anche dal punto di vista cartotecnico proponendo Fantasmi di Famiglia in quello che è ormai il suo formato tradizionale ovvero un volume brossurato con alette dimensioni dimensioni 17x22 cm circa. La veste grafica è minimale ma come sempre efficace anche merito dell'intrigante illustrazione scelta per la copertina. La brossura è solida, la rifilatura delle pagine è precisa e permette una lettura agevole senza apertura inconsulte del volume e senza stress sulla costina.

Le alette vengono sfruttate per una sinossi più articolata rispetto a quella presente in quarta di copertina e per una breve bio dell'autrice. La carta patinata opaca e porosa è un'ottima scelta in quanto esalta non solo il tratto della giovane autrice ma anche il suo lavoro agli acquerelli.

A tal proposito bisogna segnalare le due pecche del volume. La prima è legata proprio alla resa dei colori che in fase di stampa sono stati forse saturati un po' troppo rendendo intelligibili alcune vignette come per esempio quelle delle prime tavole ambientate di notte. La seconda è legata invece alla totale mancanza di extra nel volume. Visto il talento dell'autrice sarebbe stato interessante vedere un work in progress delle tavole, una raccolta di referenze fotografiche e anche qualche contributo editoriale che contestualizzasse l'opera sia dal punto di vista del periodo storico che degli elementi folkloristici.

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Fantasmi di Famiglia

Fantasmi di Famiglia

La memoria del folclore magico tipico del nostro meridione rischia di scomparire, assieme ai nostri nonni. Lucia Cascione è innamorata di questo patrimonio fantastico e ci regala un’immersione in un ambiente abitato da mazzamarielli, fate delle casa e malombre! In questo contesto, il fumetto racconta la storia di tre sorelle e due fratelli e l’avventura di diventare adulti nel pieno della seconda guerra mondiale. Tra romanzo storico e realismo magico, “Fantasmi di famiglia” disegna, con una sensibilità romantica, l’affresco di una famiglia che attraversa gli orrori della guerra, consolata e perseguitata da apparizioni sovrannaturali ispirate al folclore locale.

Commento

Voto di Cpop

80
Fantasmi di Famiglia è probabilmente uno dei libri migliori usciti nel 2023. Si tratta di un libro coraggioso perché prende tutte quelle suggestioni tipiche del graphic novel autoriale italiano, le capovolge e le restituisce al lettore con personalità per raccontare un mondo, quello del sud, troppo spesso vittima soprattutto negli ultimi anni di una narrazione fatta di degrado, crimine e decadenza. Il sud di Fantasmi di Famiglia è un sud magico e quasi dimenticato in cui bisogna calarsi grazie a un linguaggio che è volutamente dialettale, in una meridionalità quasi perduta che diventa memoria storica: nascere, crescere, restare, partire, tornare, morire.

Pro

  • consigliato agli amanti di Neil Gaiman
  • finalmente un racconto su un altro sud
  • stile grafico accessibile

Contro

  • qualche ingenuità nel disegno e nel lettering
  • mancanza totale di extra nel volume
  • stampa non all'altezza della qualità dell'editore tarantino
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