Non è raro incappare con la propria famiglia in un periodo che sarebbe riduttivo definire "no". Una porzione di tempo in cui piccoli incidenti, problematiche gravi, lutti, malattie e guai vari s'infrangono uno dietro l'altro su un nucleo familiare, mettendolo a dura prova. È successo anche a Ari Aster, sceneggiatore e regista esordiente di Hereditary - Le radici del male, che ha sublimato nel progetto un paio di anni così duri per lui e per i suoi congiunti da essersi quasi convinti che una maledizione gravasse su di loro.
In un periodo così difficile nasce dalla sua penna - che con molti cortometraggi aveva indagato i temi della ritualità e dei legami familiari - un film che chiaramente guarda agli horror classici degli anni '60 e '70 a tema maledizione e possessione. Ben prima di ottenere la fiducia dei produttori e i fondi necessari, Aster ha immaginato ogni ripresa del suo lungometraggio d'esordio, ne ha disegnato dettagliatamente la casa a tre piani che fa da sinistro scenario alle sue svolte, ha contattato collaboratori e attori. Il gioco è valso la candela per il regista, che è riuscito a mettere a segno uno degli "horror autoriali" più chiacchierati dell'anno, com'era stato in precedenza per It Follows, Get Out e The VVitch. Hereditary è davvero allo stesso livello di questi esordi (o poco più) di pregio?
Un'inquietante matriarca
A giudicare dal glaciale discorso che tiene durante il suo funerale, il rapporto di Annie (Toni Collette) con la madre appena deceduta non deve essere stato propriamente idilliaco. Scopriremo poco più tardi in un gruppo dedicato all'elaborazione del lutto che la bizzarra matriarca della famiglia Graham ha costretto Annie a vivere un'infanzia e un'adolescenza tormentate dal comportamenti maniacali, prima di diventare mentalmente instabile e mettere persino in pericolo il rapporto con i due nipoti. Le ripercussioni sul carattere di Annie sono state profonde, appena smorzate dalla presenza rassicurante del marito Steve (Gabriel Byrne), tanto che per la sua mostra da miniaturista Annie sta costruendo modellini degli ultimi, drammatici momenti trascorsi con la madre in casa e all'ospizio.
La sua vita è stata destabilizzante per Annie e i suoi due figli Peter e Charlie, la sua morte dà il via a una spirale ancor più scioccante di eventi luttuosi e drammatici. La famiglia Graham è forse maledetta? Annie e i suoi congiunti sono perseguitati dai fantasmi del passato, dagli spiriti dei congiunti ormai morti o dai segreti che la nonna ha portato con sé nella tomba? A queste domande risponderà a poco a poco Hereditary - Le radici del male, un film di tensione che sfocia nel genere horror spiritico solo nella sua seconda parte.
Il diavolo sta nei dettagli
La grande attenzione con cui il film è stato realizzato è già evidente dall'elegante scena di apertura, in cui l'inquadratura su un modellino di Annie si allarga sempre più, sfumando nella medesima stanza della casa vera e propria della protagonista. C'è persino un certo compiacimento estetico in come Aster guidi lo spettatore attraverso la sua storia, facendo sentire la sua presenza con distintivi movimenti di macchina.
Benedetto da un cast davvero in forma - non solo Toni Collette, ma anche i giovani Alex Wolff e Milly Shapiro si fanno notare - Hereditary sembra destinato a reggere bene il paragone con i grandi classici del cinema di paura degli anni '60 e '70, che cita più di una volta. Verso metà del suo minutaggio centra persino una scena potentissima, inaspettata e che sarà davvero difficile dimenticare.
Se la costruzione della tensione è efficace e il crescendo del film è lento e deliziosamente snervante, quando arriva il momento delle risposte Hereditary - Le radici del male collassa miseramente. Aster fallisce nel dare una risposta all'altezza delle premesse della "maledizione" della famiglia Graham. Quel che è peggio è però come il film perda la sua coerenza interna, dando spiegazioni ridicole (o non dandone affatto), facendo quindi scadere la parte orrorifica in un risolino che percorre la sala: è il ridicolo involontario, segno che qualcosa è andato storto e la tensione si è dissolta.
Certo con i suoi dettagli da miniaturista alla regia e l'attenzione dedicata alla musica e alla fotografia del suo film Aster rimane un nome da tenere d'occhio, ma la sua prima prova rimane insoddisfacente. Hereditary - Le radici del male sarà nelle sale a partire dal 25 luglio 2018.
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