Fuori dal labirinto, per sempre: la recensione di Maze Runner - La rivelazione

Autore: Elisa Giudici ,

Non è solo la fine di una trilogia, forse è la fine di un'epoca, quella d'oro degli young adult al cinema. Era il 2012 quando Jennifer Lawrence diventava un'icona pop internazionale (i cinefili e l'Academy l'avevano già scoperta con Winter's Bone) grazie al ruolo di Katniss in Hunger Games. Il successo cinematografico planetario della saga ha spinto quasi tutte le major a cercare il degno successore o un passabile emulatore e di certo in libreria il materiale non mancava. Alcune giovani carriere sono state lanciate - su tutte quella di Shailene Woodley e di Dylan O'Brien - parecchie vecchie glorie hollywoodiane hanno incassato un lauto assegno per interpretare il ruolo del malvagio capo di mondi distopici vari ed eventuali.

20th Century Fox
Il gruppo di protagonisti di Maze Runner
Anche i ragazzini protagonisti di Maze Runner - Il Labirinto sono cresciuti

A rimanere a bocca asciutta è stato il pubblico, che di film davvero memorabili da questo filone così alacremente sfruttato ne ha visti ben pochi. Le ciofeche e gli incassi disastrosi non sono invece mancati, tanto che mentre in libreria gli young adult continua ad avere un grande successo, al cinema cominciano ad apparire solo raramente. 

Maze Runner chiude l'epoca degli young adult

Maze Runner si ritrova quindi involontariamente a chiudere un'epoca, quella della velocissima ascesa e caduta degli young adult al cinema. La colpa di questo suo ritardo è di un disastroso incidente sul set per la star protagonista, il 26enne Dylan O'Brien, che ha sfiorato la morte dopo uno stunt andato a finire molto male. La Rivelazione si apre proprio con il montaggio della scena che presumibilmente ha bloccato tutta la produzione; vedendo come nella seconda parte di un rocambolesco inseguimento a un treno sia un altro il personaggio a prendersi i rischi e gli stunt, non è difficile immaginare quale sia il momento in cui la star di Teen Wolf abbia rischiato grosso. 

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Dylan O'Brien e gli altri ribelli di La Rivelazione in una scena del film
Riusciranno Thomas e i ribelli a giungere a un equilibrio con la C.A.T.T.I.V.O.?

Per il reparto marketing si è tratto di una nota positiva nella sventura: l'incidente ha permesso di far parlare del film e di mantenere alta l'attenzione nonostante l'anno di pausa imposto alle riprese. Il problema è che questo spiacevole aneddoto cinematografico rischia di essere il dettaglio più memorabile di un film che non sembra saper sfruttare a dovere la sua dimensione enorme. Maze Runner - La rivelazione supera abbondantemente le due ore e un quarto e un budget da 60 milioni di dollari, a testimonianza di come 20th Century Fox abbia creduto nel progetto. Nonostante gli incassi in discesa, il secondo capitolo della saga basata sui libri di James Dashner è stato di gran lunga lo young adult più di successo uscito in tempi recenti. 

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Dopo un primo film godibile è arrivato un secondo capitolo con così tanta carne al fuoco da lasciare spaesati. Usciti dal labirinto Thomas e gli altri ragazzi si sono ritrovati ad affrontare corporazioni malvagie, zombie, distese desertiche e città in abbandono, giovani ribelli e una nuova pletora di protagonisti e villain. Nulla di quanto succedeva in La fuga era davvero originale, tanto che uno spettatore versato nel genere avrebbe potuto individuare per ogni frammento narrativo l'ispirazione proveniente da un'altra saga simile per target e ambientazione distopica. Tuttavia il film aveva il pregio di tentare di mantenere alta l'attenzione dello spettatore, con un continuo e affannoso rincorrersi di eventi e colpi di scena. 

La rivelazione che non stupisce di Maze Runner

È difficile però essere incisivi nei capitoli mediani delle trilogie, quando sai che hai ancora un film da riempire: faticano a farlo anche saghe ben più adulte di Maze Runner. Quel girare a vuoto si poteva però perdonare al capitolo due, ma diventa un difetto insormontabile per il gran finale. Maze Runner - La rivelazione ricalca esattamente lo stesso schema comportamentale de La Fuga, ingigantendo ancora di più le situazioni in cui si ritrovano i personaggi alla ricerca di un pathos che non ha

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Le cattive di Maze Runner Kaya Scodelario e Patricia Clarkson
L'umanità troverà la cura al virus che la sta portando all'estinzione?

A mancare a Maze Runner è qualcosa di abbastanza profondo e solido che giustifichi le battaglie e le lotte sempre più clamorose che Thomas e i suoi amici intraprendono. Se rimanesse entro le due ore di durata forse la stanchezza della trama si noterebbe meno, invece nell'ultima mezz'ora sfiora il patetico per come continui a rimandare un finale così lontano nel tempo e nello spazio dalle premesse (un gruppo di ragazzini che devono tentare di fuggire da un labirinto) che sembra il capitolo conclusivo di un'altra saga cinematografica. Dylan O'Brien e le giovani star del cast ci provano a portare a casa dignitosamente il film, chi con più chi con meno talento e carisma a disposizione. Non basta però per salvare una storia tirata troppo per le lunghe (forse già nella sua fonte letteraria), sfruttata e spremuta ben oltre il suo limite. 

A Hollywood non hanno ancora imparato che ingigantire una produzione e spingere sulla spettacolarità di un film non ne nasconde la pochezza di contenuti, anzi: la evidenzia impietosamente. Maze Runner - La rivelazione è quindi un appuntamento imperdibile solo per il suo pubblico originario, i lettori di young adult. Il capitolo conclusivo della saga sarà nelle sale dal 1 febbraio 2018.

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Commento

cpop.it

55

Maze Runner si chiude con il terzo film della trilogia. A crescere ed evolversi sono più che altro i difetti dei capitoli precedenti. Solo per appassionati di young adult o di Dylan O'Brien.

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