Shin Nosferatu, recensione: fra Go Nagai e vampiri cinematografici

Roberto Recchioni torna in veste di autore completo con Shin Nosferatu (Edizioni BD): una rivisitazione del mito del vampiro in salsa manga ma non solo.

Autore: Domenico Bottalico ,

Shin Nosferatu segna il ritorno di Roberto Recchioni come autore completo in libreria e fumetteria. Edizioni BD, con cui l'autore romano ha dato alle stampe fra le altre cose Il Corvo: Memento Mori e una nuova edizione del suo Battaglia (giusto per rimanere in tema vampir), sposa la visione di rottura dell'autore che propone una rivisitazione "nuova" (come uno dei significati del prefisso shin del titolo) del Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau prima, Werner Herzog poi e infine Robert Eggers la cui più recente versione arriverà proprio i primi di gennaio nei cinema italiani - recuperate la nostra recensione.

Di cosa parla Shin Nosferatu

Il giovane Hutter viene incaricato dal notaio Knock di far firmare al Conte Orlock un contratto d'affitto. Per farlo il giovane dovrà recarsi in Transilvania. È l'inizio di un incubo come presagito dai sogni agitati della sua fidanza Ellen.

Hutter ben presto si ritrova ben presto prigioniero tanto nel corpo, asservito ai bisogni del Conte, quanto nello spirito. È proprio in una delle "possessioni" che che Orlock scorge nella mente del giovane Hutter la figura di Ellen diventandone ossessionato.

Orlock si mette in viaggio sulla lugubre Demetra giungendo dall'altro capo del mondo. La civiltà lo disgusta ma le sue intenzioni sono chiare: portare la peste. Un male profondo e antico, una angoscia pesante come la nebbia e il buio cala sulla città mentre la povera Ellen deve elaborare la morte dell'amato Hutter.

Orlock è pronto a colpire ed è intenzionato a fare sua la ragazza. Inizia così un oscuro rituale di sangue e lussuria, una chiamata a cui sembra impossibile resistere oppure no? Possibile che Ellen riesca a resistere a qualcosa di così antico e malvagio che non ha esitato ad attraverso il mare per averla?

Shin Nosferatu: vampiri sperimentali

Shin Nosferatu è un fumetto per tutti ma non per tutti. Un acquisto sicuramente obbligato per i fan di Roberto Recchioni e per gli amanti dei vampiri a tutto campo ma che potrebbe risultare un po' criptico per chi si aspetta un retelling del mito di Dracula o di quello di Nosferatu in semplice salsa manga.

Quello dell'autore romano, uno dei primi a puntare in Italia sulla fusione fra grammatica del fumetto occidentale e manga, è un esperimento senz'altro interessante ma forse un po' troppo "verticale". Chi infatti mastica fumetto troverà interessanti una serie di commistioni a livello tecnico e narrativo di contro il "casual reader" potrebbe perdersi nelle soluzioni non convenzionali e nelle modalità in cui il racconto si snoda.

C'è sicuramente una componente reinterpretativa in Shin Nosferatu che trova compimento in una operazione di sintesi davvero invidiabile. In questo senso, il graphic novel si avvicina ad un altro lavoro di Recchioni passato un po' sottotraccia ovvero RSDIUG. Roma sarà distrutta in un giorno. Se in quel lavoro si sintetizzava soprattutto il graphic novel autoriale e intimista di matrice italiana con l'immaginario dei kaiju e degli anime robotici degli anni 90, in Shin Nosferatu invece si prende tutto l'immaginario legato alla figura del vampiro romantico e non e lo si amalgamo con un approccio grafico che trova la sua cifra in una pesante bicromia (bianco e nero, rosso e nero) tipica di una certa scuola anglossassone e l'urgenza del manga di Go Nagai (anatomie) ma anche Osamu Tezuka (quello di Black Jack) per le atmosfere.

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L'immaginario del vampiro si piega allora alla impostazione grafica e viceversa, in un lavoro che fa della sperimentazione narrativa la sua ragion d'essere. Il cinema espressionista muto del Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau rivive nelle lunghe sequenze "mute" in cui il testo (linee di dialogo stringatissime o onomatopee) diviene parte integrante del layout delle pagine mentre la componente erotica del Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola si affaccia prepotente nella seconda parte del volume in un cortocircuito che riporta alla mente il Devilman del già citato Go Nagai.

Il vampiro "nuovo" di Recchioni è in realtà una figura primordiale, diabolica e affascinante. Una presenza costante nelle coscienze e nelle menti sospesa tra orrore, malìa ed eros. Un demone, nell'accezione più pura del termine, a cui è impossibile sfuggire neanche rivendicano tutta la propria autodeterminazione e umanità.

A livello tecnico e grafico, Recchioni si affida a layout liberi. Pagine intere o pochi riquadri: non c'è una vera e propria scansione in una gabbia. La soluzione "libera" è anche dettata dall'uso di ampie campiture di nero in cui si alternano mezze tinte e retini. Le figure emergono da questo contrasto di vuoti e pieni con anatomie il cui tratto richiama quelli dei già citati maestri del manga mentre Orlock assume i connotati resi celebri da Max Schreck nella pellicola di Murnau.

Non mancano scene esplicite. In questo l'autore romano incalana al meglio l'ispirazione del manga, da Go Nagai a Kentaro Miura, mostrando tutto il lato seducente e bestiale del male. 

Il volume

Anche a livello di formato si opta per avvicinare il graphic novel al manga. Shin Nosferatu infatti viene proposto in un volume brossurato 15x21 cm con sovraccoperta, la lettura è alla occidentale. La cura cartotecnica è come sempre pregevole: la carta scelta è patinata e lucida dalla grammatura importante dall'ottima resa, quella per la sovraccoperta invece è ruvida aggiungendo una certa matericità al prodotto. Dal punto di vista degli extra ci sono da segnalare la lunga e puntuale prefazione del regista Marco Manetti dei Manetti Bros. e una breve galleria con bozzetti di copertine poi scartate.

Commento

Voto di Cpop

75
Shin Nosferatu segna il ritorno di Roberto Recchioni come autore completo in una visione di rottura che propone una rivisitazione "nuova" del mito del vampiro dove la componente reinterpretativa trova compimento in una operazione di sintesi davvero invidiabile. L'immaginario legato alla figura del vampiro romantico e non viene amalgamata da un approccio grafico che trova la sua cifra in una pesante bicromia (bianco e nero, rosso e nero) tipica di una certa scuola anglossassone e l'urgenza del manga di Go Nagai (anatomie) ma anche Osamu Tezuka (quello di Black Jack) per le atmosfere.

Pro

  • bel lavoro di sintesi fra diverse grammatiche del fumetto...
  • consigliato a chi non teme approcci di rottura alla icone di genere

Contro

  • ...ma che potrebbe essere troppo criptico per i casual readers
  • mancanza di contenuti extra
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