Sin City: com'è la nuova edizione Star Comics?

Sin City: com'è la nuova edizione del capolavoro hard boiled di Frank Miller targata Star Comics? Le impressioni sul primo volume Il Duro Addio.

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Autore: Domenico Bottalico ,

È finalmenta tornata sugli scaffali di librerie e fumetterie Sin City nella nuova edizione targata Star Comics che ha deciso di riproporre Sin City, giustamente, in ordine cronologico e perciò parte dal primo, seminale, arco narrativo della serie, apparso a episodi sulla rivista Dark Horse Presents a partire dal 1991, intitolato Il Duro Addio. L'iconica serie antologica hard boiled di Frank Miller, che ha ispirato anche due film co-dirette da Miller stesso e Robert Rodriguez, verrà riproposta in 7 volumi. Scopriamo insieme com'è questa nuova edizione che promette di essere quella "definitiva" e perché questa serie è considerata uno dei capisaldi del fumetto americano moderno.

Di cosa parla Sin City 1 - Un Duro Addio

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Basin City è universalmente nota con il soprannome di Sin City, la città del peccato dove tutto è lecito. Un covo di vizi, criminalità e corruzione, popolato da ogni sorta di feccia della società e individui senza scrupoli. È questo lo sfondo in cui si muove Marv. Brutto, grosso e dotato di una moralità tutta sua eppure la bella Goldie lo sta amando con tutta sé stessa. Si tratta però di qualcosa di fugace: dopo una notte di passione sfrenata, Marv si risveglia con il cadavere di Goldie al suo fianco e le sirene della corrotta polizia in avvicinamento.

Marv non ha mai torto un capello ad una donna neanche obnubilato dai fumi dell'alcool, il quadro è subito chiaro: qualcuno vuole incastrarlo. Inizia così una fuga nei vicoli più sudici della città ma soprattutto una caccia al colpevole. Chi ha ucciso davvero Goldie e perché?

Muovendosi nei meandri di una città che davvero non dorme mai, Marv scopre gli appetiti insaziabili del silenzioso Kevin ma sopratutto la folle cospirazione che lo ha coperto finora. Quella di Marv però non è una storia di redenzione bensì di vendetta e come tale non può avere un lieto fine. 

Sin City: il fumetto europeo noir incontra l'esagerazione a stelle e strisce

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Sin dalla primissima sequenza di Sin City 1- Il Duro Addio, l'intento di Frank Miller appare chiarissimo: diventare il narratore di un vero e proprio girone infernale sulla Terra esplorandone gli angoli più reconditi e crudeli attraverso una umanità che raramente scende a compromessi anche se questo significa assecondare istinti bestiali, avere una moralità in cui il bene e il male assumono contorni sfumati e, come detto, sacrificare i lieto fine.

L'ispirazione dietro Sin City è lapalissiana e sono i classici della letteratura hard boiled, quella che affonda le sue radice nei romanzi di Dashiell Hammett e Raymond Chandler. Gli archetipi, e gli stereotipi, del genere vengono tutti ripresi (il protagonista solitario e il caso che lo coinvolge direttamente, la famme fatale, la polizia corrotta etc...) e vengono portati alle estreme conseguenze come solo il medium fumetto può fare.

L'autore non ha i limiti della narrativa né i freni del cinema, e per questo dopo un inizio "classico" preme sull'acceleratore della violenza e soprattutto del social commentary dapprima ironico - chi ha notato il simil-Wolverine nel primo bar in cui entra Marv? - e poi sarcastico contro il clero prima e contro la massa poi. Marv è quindi un antieroe fatto e finito: fa brutte cose a gente peggiore in nome di un bene superiore che è però solo nella sua testa o meglio è impescrutabile alla gente "comune". Quella di Miller è una visione in cui non è permesso concedersi dubbi, la stessa che si ritrova in certe pellicole di Clint Eastwood o in certi personaggi delle serie TV di Taylor Sheridan.

Quello che rende Sin City imprescindibile è ovviamente anche il suo peculiare approccio grafico e l'estremizzazione nell'uso del chiaroscuro di Frank Miller. Già affascinanto dal manga e dal fumetto di fantascienza francese degli anni 70 (vedasi lo sperimentale Ronin pubblicato da DC/Vertigo), Miller "scopre" il fumetto europeo e quell'Alack Sinner firmato da Carlos Sampayo e José Muñoz (argentini emigranti in Spagna che trovarono fortuna in Italia) che partiva dalle stesse radici noir e hard boiled di Sin City e faceva del bianco e nero la sua cifra stilistica. 

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Miller fagocita la lezione di Muñoz e la fa prima. Il nero diventa un marmo da scavare con decisione e con linee perentorie e decise, l'applicazione dello spazio negativo è magistrale trovando nell'uso delle silhouette una formidabile arma espressiva ora per dipingere donne sensualissime e formose ora per filtrare una violenza diretta e brutale. La linea è incredibilmente pulita muovendosi con sicurezza in volumi e anatomie volutamente esagerati o grotteschi ma sempre credibili in termini di racconto e caratterizzazione.

In tal senso l'autore organizza la tavola affinché ampi riquadri orizzontali si alternino a gabbie più regolari e sopratutto a splash page verticali in cui i lunghi monologhi interiori del protagonista diventano lunghe didascalie ma tutt'altro che stucchevoli. Miller capisce subito come sfruttare gli spazi e le sposta lateralmente a favore di illustrazioni a tutta pagina per esempio.

Sin City non è un fumetto di supereroi e quindi la gabbia di sospensione de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro cede il posto a primi piani e piani americani in cui spesso la presenza di sfondi mininali permette di giocare con inquadrature insolite e deformanti ma fortemente suggestive.

Il volume

Star Comics propone Il Duro Addio in ben 4 versioni - trovate i dettagli nel nostro articolo dedicato. Eccetto la versione Ultra-Limited che ha formato 20.5x30.5 cm, le altre tre versioni sono nel classico formato comicbook ovvero 17x26 cm differendo solo per la copertina e "gadget" vari allegati. Si tratta in ogni caso di volumi cartonati, i cui contenuti sono gli stessi.

L'editore perugino, come già fatto per 300, opta per una carta ruvida e opaca dalla grammatura importante. La scelta permette una resa dei densissimi neri pressoché perfetta esaltando così il chiaroscuro di Miller. In questo senso la carta scelta non "assorbe" i neri lasciandoli ben definiti, caratteristica ben evidente non solo nelle parti "piene" ma anche nella line art dell'autore mai così definita. La rilegatura a filo è impeccabile e permette una lettura ottimale.

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La traduzione è molto buona, scorrevole anche l'adattamento anche se ci sono da segnalare un paio di passaggi un po' legnosi - c'è un pain tradotto come pena per esempio. La sezione degli extra è minimale e si limita ad un paio di brevi note di Frank Miller, alcuni studi sui personaggi e una galleria di pin-up realizzate da Amanda Conner e Paul Pope fra gli altri.

Quello che manca davvero forse, al netto di avere per le mani quella che è l'edizione definitiva di uno dei capolavori di Frank Miller e del fumetto americano, è un apparato redazionale e critico sulla serie.

Commento

Voto di Cpop

85
Sin City 1 - Il Duro Addio dà il via a quella che ha tutte le carte in regole per essere l'edizione definitiva di un capolavoro del fumetto americano moderno. Star Comics realizza una edizione pregevole in termini di carto-tecnica con una resa grafica che permette di apprezzare appieno il tratto e il lavoro di Frank Miller al tavolo da disegno. Se siete amanti dell'hard boiled e di storie senza compromessi Sin City è un'opera che non può mancare nella vostra libreria senza dimenticare la carica sovversiva che da sempre contraddistingue le opere dell'autore.

Pro

  • cura carto-tecnica pregevole
  • miglior edizione per apprezzare al meglio il lavoro grafico di Frank Miller
  • un capolavoro del fumetto americano moderno

Contro

  • manca un apparato redazionale
  • contenuti extra minimi
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