47 metri - Great White, tutto sullo shark movie australiano e la storia vera che l'ha ispirato

Autore: Alessandro Zoppo ,

Appassionati di In the Deep e del successivo #Uncaged? Dal 30 settembre arriva nelle sale italiane il terzo capitolo della saga dedicata agli squali assassini: 47 metri - Great White. Distribuito da Adler Entertainment, lo shark movie dell'esordiente Martin Wilson (un passato nel mondo della pubblicità) è un survival thriller costruito sul canovaccio che più classico non si può: cinque persone disperse in mare ed oggetto delle attenzioni appetitose di un grosso e famelico bianco.

Traumi del passato, battibecchi e discussioni su come uscirne vivi lasciano presto spazio ad una disperata lotta per la sopravvivenza nel film prodotto da Neal Kingston e Michael Robertson, ovvero lo stesso team di #The Reef e #Black Water: Abyss. A rendere curioso quest'horror acquatico è però la dicitura che accompagna la sceneggiatura di Michael Boughen, già produttore di #Killer Elite e #Il domani che verrà e al secondo copione dopo quello dell'horror Dying Breed: "inspired by true events", ispirato a fatti realmente accaduti.

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Adler Entertainment
Il poster italiano di 47 metri - Great White
47 metri - Great White, gli squali tornano a colpire

La trama

Charlie e Kaz sono una coppia che gestisce una piccola attività di viaggi. Trasportano turisti nel paradisiaco atollo di Hell's Reef (le vere location sono la Gold Coast e North Queens Beach a Brisbane) a bordo del loro agile idrovolante. Joji e Michelle, marito e moglie, chiedono ai due di portarli nel bel mezzo dell'oceano perché Michelle vuole adempiere le ultime volontà del nonno, una specie di eroe locale scomparso da poco: disperdere in acqua le sue ceneri. Il viaggio comincia e col quartetto c'è pure l'aitante chef Benny, tuttofare di Charlie e Kaz.

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Arrivati a Hell's Reef, i cinque scoprono il cadavere di una persona, divorata dagli squali. Invece di lasciar fare alla guardia costiera, il gruppo si mette alla ricerca di altri superstiti al macabro assalto. La sorpresa, ovviamente, è dietro l'angolo. Il grande bianco appare all'improvviso e rovescia il loro velivolo, costringendoli su una scialuppa di salvataggio in balia della corrente e soprattutto di predatori marini assetati di sangue e vogliosi di assaporare carne umana. Distanti cento miglia dalla costa, dovranno riuscire a raggiungere la terraferma prima che le provviste finiscano e loro stessi diventino il pasto dei famelici squali.

Il cast

Kaz è interpreta da Katrina Bowden, volto amato dal pubblico come Flo di Beautiful, Cerie di #30 Rock e Allison di Tucker and Dale vs Evil. L'attrice statunitense non è nuova agli horror dove la morte viene dall'acqua: è stata diretta da John Gulager nello scult #Piranha 3DD.

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Apparso in ruoli muscolari nel fantasy #Shannara e nelle serie Netflix #Tidelands e #L'Impero romano, Aaron Jakubenko è Charlie, mentre il neozelandese Te Kohe Tuhaka, già visto in #Love and Monsters e The Dead Lands, è il cuoco Benny.

Michelle e Joji sono interpretati da Kimie Tsukakoshi e Tim Kano: l'attrice australiana (di madre cinese e padre giapponese) è la Kyra della serie #La biblioteca della magia, l'attore neozelandese è noto in patria per il personaggio di Leo Tanaka nella soap #Neighbours

  • Katrina Bowden: Kaz
  • Aaron Jakubenko: Charlie
  • Kimie Tsukakoshi: Michelle
  • Tim Kano: Joji
  • Te Kohe Tuhaka: Benny
  • Jason Wilder: Luke
  • Tatjana Marjanovic: Tracy

RLJE Film
Kimie Tsukakoshi, Aaron Jakubenko e Katrina Bowden in una scena del film Great White
Terrore in mare aperto per Kimie Tsukakoshi, Aaron Jakubenko e Katrina Bowden

La storia vera

In Australia una delle principali cause di mortalità accidentale, specie tra surfisti, subacquei e bagnanti, è dovuta agli attacchi degli squali. 47 metri - Great White viene presentato dai produttori di Thrills & Spills e Piccadilly Pictures come un film "ispirato a fatti realmente accaduti". In realtà, non c'è una storia precisa da cui lo sceneggiatore Michael Boughen ha attinto. Lo spunto arriva dai numeri da record che si sono registrati in Australia nel corso del 2020: otto attacchi mortali di squali (su ventisei) nell'arco dei dodici mesi, mai così tanti dal 1934. Più letale era stato soltanto il 1929. Nel 2019, ad esempio, erano stati registrati ventitré attacchi ma nessuna vittima.

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Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che la causa di questi assalti sia il cambiamento climatico. Complici l'aumento delle temperature e gli oceani che si scaldano distruggendo interi ecosistemi marini, molte specie di pesci migrano verso le rive: i predatori si adattano, li seguono e raggiungono posti nuovi. È per questo che gli squali si avvicinano sempre di più alle coste, in particolare nell'Australia sudorientale e in quella occidentale.

Il biologo marino Culum Brown, professore alla Macquarie University di Sydney, spiega alla CNN che lo spostamento degli squali e i loro attacchi potrebbero essere una "naturale conseguenza" dei cambiamenti climatici, ma non solo.

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Potrebbe anche essere semplice sfortuna: negli altri anni molti dei feriti hanno trovato già sulla spiaggia soccorritori formati o dottori. Siamo riusciti a salvare diverse persone negli ultimi due anni, per la fortuna di avere qualcuno qualificato sul posto per affrontare immediatamente il trauma, e questo fa una differenza enorme.

Secondo Robert Harcourt, direttore del Gruppo di ricerca sui predatori marini del Macquarie, dipende anche da dove si è morsi. In molti casi basta davvero un attimo perché la ferita diventi fatale.

Se vieni morso sulla gamba, un centimetro a sinistra e puoi morire in pochi minuti o secondi. Un centimetro a destra, invece, hai una cicatrice terribile e molto dolore ma se non vai in shock hai buone possibilità di sopravvivere.

Il fattore di imprevedibilità è dunque elevato e su questo hanno giocato Boughen e Martin Wilson. In un'intervista concessa al magazine Stack, il regista cita le sue influenze – #Lo squalo di Spielberg, il primo 47 metri, #Paradise Beach - Dentro l'incubo di Jaume Collet-Serra con Blake Lively – e racconta che ormai gli australiani hanno una reazione diversa agli shark movie.

Credo che gli spettatori australiani si divertano: vivono indirettamente attraverso i personaggi, ed è gran parte del motivo per cui la gente ama gli horror. Penso che essendo circondati dall'acqua e così abituati a crescere vicino al mare e a vivere nell'oceano, c'è un forte fascino per gli squali. Alla gente piace la natura viscerale di questi film.

Nella prima metà del 2021, tuttavia, i numeri non sono migliorati: sono già stati quindici gli attacchi degli squali. Il materiale per tanti film del filone non manca: un team di scienziati, basandosi sui dati dell'Australian Shark Attack File, prevede 1800 attacchi nei prossimi 45 anni, fino al 2066.

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