Alice in Borderland: in TV è amore ma il manga è passione

Se hai amato la serie TV Alice in Borderland, non puoi non lasciarti ipnotizzare dalle pagine di Haro Aso. Guarderai la stessa storia con occhi diversi.

Autore: Livia Soreca ,

Dopo più di un anno si è concluso il manga di Alice in Borderland di Haro Aso, curato da J-POP Manga del gruppo Edizioni BD. La nuova edizione italiana è riorganizzata in 9 volumi, anziché 18 come quella di Flashbook del 2013. Quella giapponese risale invece al 2010. Il nono volume è tra le novità di J-POP Manga di giugno 2023.

L'opera di Aso, dalla sua pubblicazione a oggi, ha attirato a sé molti più fan da quando l'omonima serie TV ha fatto la sua comparsa su Netflix nel 2020. Il medium televisivo, così impattante, ha contribuito all'amore per il survival game, sottogenere thriller molto caro al Giappone. Se però la serie TV di Alice in Borderland ha fatto innamorare il pubblico, il manga è capace di ipnotizzarlo.

È interessante vedere come le caratteristiche principali del manga di Alice in Borderland, dalla trama stessa fino ai significati più profondi e nascosti, restituiscano ai fruitori qualcosa di diverso. Nonostante la particolare fedeltà del racconto, sembra che l'opera originaria sia davvero in grado di aprire una finestra su un nuovo mondo, attraverso immagini più suggestive, ma non solo.

Il manga di Alice in Borderland: tutta un'altra storia

Di cosa parla Alice in Borderland?

Livia Soreca/CulturaPop
Alice in Borderland - Arisu in una strada di Tokyo
Arisu nella nuova Tokyo

Arisu è un giovane ragazzo scoraggiato dalla vita, privo di ambizioni e in costante paragone con suo fratello di successo. Se non fosse per i suoi due amici Karube e Chota. Quello che sembra un giorno come un altro sta per rivelarsi l’inizio di una serie di spietati eventi.

Dopo la visione di alcuni fuochi d’artificio, i tre amici si rendono conto che Tokyo si è appena svuotata. Nessuno in strada, solo misteriosi luoghi con luci accese. Quelle sono arene di gioco: la città, apparentemente disabitata, nasconde in realtà gruppi di giocatori pronti a sfidarsi per la sopravvivenza. Sembra davvero impossibile sapere cosa sia successo, fin quando alcuni indizi non cominciano a svelare una possibile soluzione per far tornare tutto come prima.

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Alice in Borderland (Vol. 1)

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Il primo volume del survival game di Haro Aso, edito da J-POP Manga.

Alice in Borderland è una storia thriller, che sfrutta la narrativa del survival game per creare momenti di tensione e azione, mai privi di scene crude e violente. Le pagine del manga riescono a donare al lettore immagini molto più suggestive rispetto alla serie TV, e dal forte impatto visivo. Lo stile realistico di Haro Aso non riserva molto spazio all'immaginazione. Le scene più tragiche o più violente, quasi horror, lasciano davvero il segno nella mente di chi si avvicina all'opera, coinvolgendolo ancor più dal punto di vista emotivo.

A cosa è ispirato Alice in Borderland?

Anche senza leggere il manga di Alice in Borderland, il solo titolo suggerisce una palese ispirazione al mondo fantastico creato da Lewis Carrol nel 1865: Alice in Wonderland. La serie TV di Netflix non ne ha abbandonato i riferimenti. Ci sono personaggi come il Cappellaio e la Regina di Cuori, sono presenti le carte francesi o il gioco del cricket, così come il concetto stesso di "altro mondo" - il Borderland - in cui Arisu è intrappolato, alla ricerca di sé oltre che di una via di fuga.

Nel corso delle due stagioni della serie, ciò che manca è una vera e propria riproduzione delle atmosfere di Alice in Wonderland. Aso, invece, non esita affatto ad inserire nelle proprie tavole immagini significative, citazioni vere e proprie

Nel primo volume, Arisu e i suoi amici vivono il passaggio dalla normalità alla Tokyo abbandonata e quasi post-apocalittica. Nella serie TV questo momento di transizione avviene mentre i personaggi sono chiusi in un bagno pubblico; attraverso le pagine del manga, invece, il lettore assiste a un vero e proprio viaggio verso l'ignoto. Aris si muove in quello che sembra un infinito tunnel di immagini psichedeliche. Non si può non pensare alla tana del Bianconiglio e alle visioni della giovane Alice Liddle, confuse e distorte, mentre ella cade senza sosta.

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Alice in Borderland - Arisu viaggia in un turbinio di immagini
Il "viaggio" di Arisu

Nell'adattamento televisivo, scompare anche l'elemento della follia, che si manifesta attraverso visioni e allucinazioni. Nell'ottavo volume dell'edizione di J-POP Manga, il protagonista è quasi alla fine di questo grande enigma che è il Borderland. Egli si concede un momento per sé, pieno di sconforto e di smarrimento. Lo stesso che, ad esempio, si vede in Alice nel Paese delle Meraviglie del 1951, il classico d'animazione della Disney. La piccola bambina, rimasta sola insieme a sguardi che la scrutano, si lascia andare ad un momento di sfogo, oltre che di disperazione.

Questo è un parallelismo cruciale: nel manga di Alice in Borderland, il protagonista è avvolto pian piano dall'oscurità, il mondo intorno a sé sembra scomparire, lasciando il posto a tante figure che lo osservano (i suoi amici, le persone incontrare finora). È un momento folle, allucinato e di straniamento, in cui Arisu riesce persino a vedere davanti agli occhi diverse versioni di sé, apparentemente in carne e ossa.

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Alice in Borderland - Due vignette in cui Arisu è di spalle, circondato da altri Arisu
La visione di Arisu

Quest'ultima immagine ricorda moltissimo le molteplici Alice di cui parla il Brucaliffo, sia nell'opera di Carrol sia in tutti gli adattamenti derivati. La buffa creatura la esorta a cercare "la vera Alice", ovunque sia finita. Anche Arisu è alla ricerca di sé, e questo momento è forse tra i più emblematici, anche a livello prettamente visivo. Purtroppo questa scena suggestiva non compare affatto nell'adattamento di Netflix. Si perde un'altra occasione per immergere il pubblico nella complicata psicologia del protagonista, oltre che in un vero Paese delle Meraviglie alternativo.

Qual è il senso di Alice in Borderland?

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Alice in Borderland - Il primo piano di Arisu che parla a sé
Arisu

Il punto di partenza per comprendere un'opera come Alice in Borderland è proprio Arisu. La psicologia del personaggio principale è concepita dal mangaka in modo differente da ciò che il pubblico ha conosciuto appassionandosi alla serie TV.

Il prodotto televisivo non lascia trapelare fino in fondo il forte dissidio di Arisu, vivo soprattutto nei primi capitoli del manga. Durante uno dei primi giochi, il quale mette a rischio il rapporto con i suoi amici, il lettore conosce un lato molto istintivo e impulsivo del protagonista, meno razionale e cervellotico. Un ragazzo che riesce addirittura ad essere egoista, o almeno in un primo momento. Più avanti, si intuisce che la paura è in grado di far dire e pensare tante cose, e che il suo dramma di vivere è molto più radicato, complesso e pesante.

Proprio da qui parte la sua evoluzione psicologica, molto più calibrata e approfondita nel manga. Non a caso, alcuni giochi sono stati inseriti in ordine diverso, e nell'opera originale molte emozioni provate seguono un corso più naturale e progressivo, proprio passando da una partita all'altra in maniera graduale.

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Alice in Borderland 9

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L'ultimo volume del mortale survival game di Haro Aso.

Arisu, l'Alice della situazione, è la chiave di tutto, perché il primo obiettivo che l'opera insegna è il raggiungimento della consapevolezza di sé. Attraverso il protagonista, il lettore intuisce che Alice in Borderland rappresenta, innanzitutto, un percorso individuale. Anche se il punto di vista è esterno, è principalmente veicolato da Arisu, tanto da imporre a volte la propria prospettiva. Non si tratta di un'opera così corale come, invece, Netflix fa sembrare. Ciò non vuol dire, comunque, che i personaggi secondari non abbiano importanza, anzi tutt'altro. L'evoluzione del protagonista funge da modello per quella degli altri, continuamente toccati dal suo stesso cambiamento.

Con un protagonista investito da un mutamento psicologico molto più marcato, viene da sé che il discusso finale del manga di Alice in Borderland sia percepito in modo diverso rispetto a quello della serie TV. Il medium audiovisivo, per forza di cose, finisce spesso col condensare sequenze che, invece, sono state concepite in origine con un respiro più ampio. Non solo: se già Alice in Borderland di Netflix ha incitato il suo pubblico a proseguire nella narrazione, il manga è ancor più in grado di stuzzicarlo, al punto da farlo arrivare al finale con "l'acquolina in bocca".

Haro Aso, nella sua opera, dona un senso ancora più profondo alla vicenda. La spasmodica ricerca di spettacolarità e di un colpo di scena memorabile non mancano di certo, ma c'è dell'altro. L'autore è più orientato verso una riflessione sulla vita stessa e il rapporto che ogni persona possiede con i propri sentimenti, con i propri obiettivi e col mondo che lo circonda. Il lettore giunge a questa ultima fase stravolto dagli eventi precedenti, ma al tempo stesso più consapevole che mai.

Ogni tematica, anche quella più angosciosa, qui cattura davvero l'animo del fruitore. Se il prodotto televisivo lo intrattiene e lo emoziona, il manga di Alice in Borderland lo cattura, quasi lo imprigiona, liberandolo solo quando egli ha raggiunto un momento di meditazione con sé e su di sé. Che sia attraverso immagini più forti, dialoghi più toccanti o un approccio maggiormente approfondito, la storia concepita da Aso è molto più viscerale e coinvolgente attraverso le pagine, e porta il lettore verso un epilogo che qui sembra ancora più chiaro, più facile da metabolizzare e da far proprio.

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