Blonde, quanto c’è di vero nel film su Marilyn Monroe?

Quanto c’è di vero nel racconto estremo, violento e controverso fatto dal film Blonde della vita di Marilyn Monroe? Scoprilo nel confronto tra film e storia vera.

Autore: Elisa Giudici ,

Blonde di Andrew Dominik ha l’ambizioso compito di raccontare la vera storia della donna dietro la bionda per antonomasia, l’attrice de diva Marilyn Monroe. La pellicola, presentata alla Mostra del cinema di Venezia, si concentra sul racconto della vita privata di Norma Jeane Mortenson, la giovane donna diventata per le masse Marilyn Monroe, l’attrice che incarnò lo stereotipo della bionda seducente e un po’ svampita e di cui tutto il mondo s’innamorò negli anni ‘50 e ‘60. La vita di Norma però fu traumatica, piena di violenze e abusi, che coronarono nella sua morte avvenuta in circostanze tutt’altro che chiare.

Circondata da miti, leggende e complotti, la vita di Norma viene smitizzata e analizzata con un approccio schietto, quasi brutale, dal film di Dominik, che vede l’attrice Ana De Armas nei panni della diva. Un film che ha fatto parlare molto di sé sia per come racconta il binomio Norma Jeane / Marilyn Monroe, sia per la grande quantità di scene esplicite di nudo, sesso e violenza di cui è protagonista De Armas. Viene dunque da chiedersi quanto ci sia di vero nel racconto che Blonde fa della vita di Marilyn.

Il punto di partenza di per sé è già controverso: Blonde infatti non si basa su una biografia storicamente accurata dell’attrice, ma su un romanzo del 2000 a opera dell’autrice Joyce Carol Oates. Blonde romanza la vita dell’attrice e la stessa autrice sottolinea come non vada inteso come una biografia della diva ma come un’opera di narrativa. Nel libro i nomi dell’attrice degli altri personaggi non sono nemmeno esplicitati, ma ridotti a iniziali o nomi generici (lo Sportivo per Joe Di Maggio, il Drammaturgo per Arthur Miller). Il film Blonde dunque si basa su un’opera di fiction e non va mai dato per scontato che racconti qualcosa di vero o storicamente accurato. Ripercorriamo i principali punti biografici della vita di Marilyn, scoprendo se e quanto il film sia fedele nel loro racconto.

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Per sapere com'è il film dedicato a Marilyn, potete leggere la recensione di Blonde

L’infanzia di Marilyn Monroe

Nata nel 1926, Norma Jeane nacque a Los Angeles. Figlia di Gladys Pearl Baker, Norma Jeane ebbe un’infanzia molto difficile, ritratta con un certo grado di fedeltà dal film. Così come raccontato in Blonde. Norma crebbe senza il padre, al fianco di una madre con problemi di alcolismo e stabilità mentale. Quando la donna ebbe un esaurimento nervoso nel 1934, all’età di soli 8 anni entrò nel circuito degli orfanotrofi e delle famiglie affidatarie, dove trascorse l’infanzia. All’età di soli 16 anni sposò il poliziotto James Dougherty per non dover tornare in orfanotrofio. Alla madre della futura Marilyn venne diagnosticata una forma molto forte di schizofrenia paranoide.

Il padre di Marilyn Monroe

Nel film Blonde la figura del padre assente e senza nome di Marilyn, pur non comparendo mai, ricopre un ruolo centrale e diventa quasi una presenza magica, un miraggio capace di influenzare la psiche della figlia, che desidera più di ogni altra cosa incontrarlo ed essere amata da lui.

Nella realtà Marilyn Monroe è morta senza conoscere con precisione l’identità paterna, ma non si hanno prove di una sua ossessione sulla questione. In un documentario del 2022 dedicato al padre della diva si parla di un test del DNA che attribuirebbe la paternità della star a Charles Stanley Gifford. L’uomo lavorava a Hollywood insieme a Gladys, la madre di Norma Jeane, come suggerito nel film. In alcune dichiarazioni rese alla stampa, il primo marito di Norma Jeane sostiene che Marilyn fosse convinta che Gifford fosse suo padre.

Non si hanno però notizie di suoi tentativi di avvicinarlo. Inoltre Marilyn non ha mai chiamato “daddy” (paparino) i suoi mariti, così come avviene nel film.

I mariti di Marilyn Monroe

Le figure dei mariti di Norma Jeane ricoprono un ruolo centrale nel film di Andrew Dominik. Il film si prende molte libertà rispetto alla vita da coniugata dell’attrice, a partire dal suo primo matrimonio, avvenuto quando la giovane aveva solo 16 anni, che viene omesso completamente dalla pellicola.

Il matrimonio di Marilyn con la stella del baseball di origini italiane Joe DiMaggio viene ritratto con una certa fedeltà dal film, almeno nelle fasi italiani. Le due star convolarono a nozze nel 1954. La loro unione durò solo 274 giorni e il motivo della rottura fu proprio la profonda gelosia dello sportivo.

In Blonde è la celeberrima scena della gonna bianca che si alza in Quando la moglie è in vacanza a scatenare una scenata furibonda da parte dello sportivo, che picchia Marilyn, portando la diva a decidere di lasciarlo. Questa ricostruzione è abbastanza fedele. La nota scena di Marilyn che cammina sulla grata da cui sale l’aria calda proveniente dai tunnel della metropolitana che causa l’innalzarsi della gonna fu girata davvero di fronte a centinaia di persone e fotografi.DiMaggio era presente e, secondo quanto riportato dal fotografo George S. Zimbel, fece una scenata sul set, infuriato dal comportamento della moglie.

Quello che il film non racconta è che, anni dopo, i due si riavvicinarono e divennero buoni amici. Fu proprio DiMaggio a occuparsi di organizzare il funerale della diva a seguito della sua tragica morte.

In Blonde viene raccontato anche il matrimonio con Arthur Miller, noto drammaturgo newyorkese. Il film ricostruisce con accuratezza il trasferimento di Marilyn da Los Angeles a New York per stare con il terzo marito, che scrisse per lei anche un film. I due però non si conobbero a un laboratorio teatrale, ma vennero presentati dal noto regista Elia Kazan. Nel film si glissa anche sul fatto che per stare con Miller, Marilyn si convertì alla fede ebraica.

È invece vero che prese parte ai corsi di recitazione dell’Actor Studio, ma non recitò mai negli spettacoli teatrali del marito.

La relazione poliamorosa di Marilyn Monroe

In Blonde si raccontano anche le relazioni non ufficiali di Norma Jeane, tra cui spicca la relazione a tre con i due “figli di” Charlie “Cass” Chaplin Jr. e Edward “Eddy” G. Robinson Jr. Norma, Cass e Eddy furono legati da una profonda amicizia, tanto da chiamare il proprio trio “the Geminis” (i gemelli), fino a far scoppiare uno scandalo riguardante un presunto triangolo amoroso tra i tre. Questa è la versione del film.

Niente di tutto questo è corroborato da fonti ufficiali. Sicuramente Norma Jeane conosceva i due ed era legata da rapporti di amicizia, ma niente conferma il suo rapporto a tre con i due. Chaplin Jr. ha confermato nella propria autobiografia solo la relazione con Eddy.

Marilyn Monroe amante del presidente Kennedy

Un film dedicato a Marilyn Monroe difficilmente può astenersi dal prendere una posizione su quello che è forse il mito più controverso e noto legato alla vita dell’attrice: la sua presunta relazione con l’allora presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy, che secondo alcuni sarebbe poi coronata con l’assassinio della diva da parte del FBI, che inscenò l’omicidio della donna per mantenere al sicuro la reputazione del presidente o coprire un’eventuale gravidanza della diva.

Blonde in merito prende una posizione molto chiara: Marilyn viene portata dai servizi segreti nella camera d’albergo del presidente degli Stati Uniti, che si sta riprendendo da un intervento alla schiena. L’uomo, al telefono con i suoi consiglieri, costringe una diva che appare non nel pieno delle sue facoltà a fargli del sesso orale, facendole violenza.

Non esiste nessuna prova che dimostri che JFK violentò Marilyn, né tantomeno che i due ebbero una relazione. L’unico fatto certo è che Marilyn cantò una versione sensualissima di Buon compleanno per Kennedy in diretta TV, con un vestito fasciante e scintillante che era scandalosamente seducente per l’epoca.

Proprio da quell’esibizione in molti cominciarono a parlare della relazione tra i due. Non esistono prove inconfutabili di una relazione tra Marilyn e Mr. President e anche le testimonianze riportate dagli amici dell’attrice differiscono. Secondo alcuni Norma e JFK s’incontrarono solo quella notte ed ebbero un fugace incontro d’amore, secondo altri ci fu una relazione tra Marilyn e il presidente, infine non mancano quanti sostengono che l’attrice ebbe anche una storia con Bobby Kennedy, il fratello di John, o con entrambi.

Non esistono prove in merito, né tantomeno qualche indizio di uno stupro da parte di JFK ai danni della diva.

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L’aborto di Marilyn Monroe

Blonde è stato etichetta da molti commentatori come un film che fa campagna anti-abortista. Di certo la pellicola ha una posizione tutt’altro che sfumata, ritraendo non uno, bensì tre aborti avuti nel corso della vita da Norma Jeane. Uno naturale, a causa di una caduta, due invece chirurgici, raccontati attraverso una prospettiva dell’utero di Norma da cui vengono mostrate le procedute con cui viene rimosso il feto. Non solo: durante la sua seconda gravidanza il feto di Norma Jeane parla con la madre, rimproverandole di averlo eliminato la prima volta per inseguire la sua carriera.

Non abbiano prove che Marilyn si sia mai sottoposta a un’interruzione volontaria di gravidanza. Sappiamo solo che l’attrice ebbe tre aborti spontanei durante il matrimonio con Miller che la segnarono profondamente, dato il suo desiderio di diventare madre. Questi aborti furono indotti dall’endometriosi di cui Norma Jeane soffriva: malattia di cui non fa cenno in Blonde.

La morte di Marilyn Monroe

In Blonde la morte di Marilyn viene raccontata come indotta dall’abuso di alcol e psicofarmaci, ma con l’intervento di forze esterne a seguito di un aborto che, sembrerebbe suggerire il film, eliminò le tracce di una gravidanza del figlio del presidente.

La morte di Marilyn Monroe avvenne nel 1962, quando l’attrice aveva solo 36 anni. Venne trovata morta nel suo letto, stroncata da un’assunzione massiccia di barbiturici. La diva stava passando un momento difficile ed è documentato come assumesse farmaci e alcol in quantità pericolose per sostenere la pressione, dovuta anche al successo dei suoi film. Già sul set di A qualcuno piace caldo, nel 1959, il regista Billy Wilder e gli attori Jack Lemmon e Tony Curtis ebbero molto da ridire sulla condotta di Norma Jeane.

La sua morte è stata classificata come probabile suicidio. Non sono mai state rilevate tracce di interventi di persone esterne o prove di un possibile omicidio. Negli anni però sono fiorite un gran numero di teorie cospirazioniste riguardanti la possibilità che Marilyn sia stata uccisa dalle alte sfere della politica statunitense dell’epoca.

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