Il film sulla doppia vita di Marilyn Monroe, Blonde di Netflix, mostra al pubblico delle immagini in bianco e nero e delle immagini a colori e di tanto in tanto, soprattutto nella seconda parte, passa dalla proporzione cinematografica 4:3, ormai in disuso, a quella moderna in 16:9 detta anche widescreen.
Con la proporzione in 4:3, detto anche effetto pillarbox, si vedono delle bande nere ai lati dell'immagine. Queste spariscono quando l'immagine "si allarga" e passa al rapporto 16:9, che lascia dele bande nere più strette sulla parte alta e sulla parte bassa del vostro televisore.
Il perché di questa scelta stilistica si può intuire dalle parole del direttore della fotografia Chayse Irvin rilasciate in una intervista realizzata con Netflix e condivisa con la stampa in fase di promozione di Blonde.
Irvin ha detto che insieme al regista hanno voluto costruire l'esperienza psicologica di Marilyn Monroe simulando una sorta di caos vero, anche nel modo di realizzare il film. La produzione di Blonde, come ha detto Irvin, è stata volutamente caotica: il film è stato girato quasi senza un piano di riprese. Si cambiava spesso location e si saltava da un momento all'altro della vita di Marilyn Monroe senza un ordine preciso.
Caos. Quello che intendo è che Blonde è stato prodotto intenzionalmente in modo piuttosto caotico. Giravamo per tutti questi luoghi cercando di distillare l'essenza della Monroe. Saltavamo senza logica da un momento all'altro della sua vita. E credo fosse proprio questo che volevamo rappresentare.
Con Blonde, il regista Andrew Dominik aveva intenzione di dare al pubblico un'esperienza mista tra realtà e finzione. Una lettura freudiana di un personaggio iconico attraverso l'adattamento di un romanzo che è, attenzione, una interpretazione della vita di Marilyn Monroe e non una biografia. Nel film di Netflix vi sono molte scene che ricreano momenti pubblici e privati di Marilyn Monroe. Molti sono ripresi da fotografie realmente scattate.
Quindi la scelta di passare dal colore al bianco e nero e viceversa è del tutto casuale. Inizialmente si poteva pensare che la scelta dipendesse dal periodo mostrato nella vita di Marilyn ma non è così, dato che anche quando viene mostrata come una bambina ci sono immagini a colori. Un'altra interpretazione è che le immagini a colori possono riguardare la vita di Marilyn e quelle in bianco e nero quella di Norma, ma non è nemmeno così. È chiaro che l'intenzione del regista, come suggerito dal direttore della fotografia, è di dare allo spettatore una sensazione caotica della vita di Norma Jeane. Lo stesso passaggio da immagini con bande nere ai lati a riprese in widescreen non può dipendere dal periodo rappresentato, dato che negli anni '50 e '60 esisteva per le TV solo il formato 4:3. La scelta di variare il formato e passare da un colore all'altro è stata volutamente casuale per confondere lo spettatore alterando la realtà. Chayse Irvin ha infatti dichiarato:
In questa storia abbiamo costruito l'esperienza psicologica di Marilyn Monroe, cercando di esplicitarla tramite varie strategie: usando telecamere, illuminazione e altri metodi per alterare la realtà.
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I problemi del reparto costumi di Blonde
La scelta caotica di passare dal colore al bianco e nero ha anche reso più difficoltoso il lavoro dei costumisti. La produttrice Tracey Landon ha rivelato che il regista durante le riprese cambiava spesso idea sul colore da dare a una scena.
Uno degli insoliti problemi con i quali ha avuto a che fare la costumista Jennifer Johnson è stato capire come sarebbe risultato un costume nelle riprese a colori e in bianco e nero. Ad esempio, cosa diventa un vestito rosso su uno sfondo di muri azzurri, grigi o verdi, se viene ripreso in bianco e nero o a colori? È stato molto impegnativo.
Per risolvere il problema è stato usato un iPhone:
È davvero complicato, ma ho finito per usare il mio iPhone per risolvere questo problema. Facevo foto dei materiali e li convertivo in bianco e nero. Mi è stato di grande aiuto perché molte volte non sapevamo se Andrew avrebbe scelto di girare in bianco e nero o a colori. A volte cambiava idea il giorno stesso.
Il fatto che il regista cambiasse idea su che colore dare a una scena anche il giorno stesso delle riprese è abbastanza indicativo del fatto che le scelte stilistiche sono state fatte casualmente.
Blonde è disponibile all'interno della programmazione di Netflix. La nostra recensione di Blonde è positiva, quindi ne consigliamo la visione.
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