Sono tanti i film che raccontano o provano a raccontare l'adolescenza. Ma ce n'è uno che più di tutti la rappresenta nella cultura pop ed è #Breakfast Club. La pellicola scritta (la leggenda narra in due giorni) e diretta da John Hughes ha attraversato indenne gli anni e le mode ed è diventata un piccolo, grande cult. Oltre che una pietra miliare del "Brat Pack", ovvero il genere che porta sullo schermo la cultura, lo stile di vita, i sentimenti e i sogni delle generazioni più giovani tra gli anni '60 e '80 (e qualche volta, anche più indietro nel tempo).
In realtà, la critica è sempre stata tiepida con la storia dei cinque studenti che si ritrovano a condividere una lunga giornata di punizione e finiscono per trasformarla in una seduta di terapia di gruppo. E in effetti, la rappresentazione stereotipata dei protagonisti (con alcune variazioni sul genere per rompere lo schema) e l'assenza di una reale novità narrativa sono due limiti di Breakfast Club.
Ma è anche vero che il film porta in scena il mondo dell'adolescenza con una sincerità che nel suo essere allo stesso tempo ingenua, vitale e dolorosa rappresenta alla perfezione la bellezza turbolenta e piena di contraddizioni di un'età unica e irripetibile. Nessuno spettatore può (e neppure vuole) sottrarsi al gioco dell'immedesimazione e i turbamenti, i dolori e le speranze di John (Judd Nelson), Claire (Molly Ringwald), Andy (Emilio Estevez), Brian (Anthony Michael Hall) e Allison (Ally Sheedy) diventano eco e specchio di quelli di chi guarda.
Se siete in vena di amarcord o è la prima volta che sentite parlare di Breakfast Club e volete saperne di più, qui trovate la spiegazione del film e della sua scena finale.
La spiegazione di Breakfast Club
"Chi sono io?" È da questa domanda e intorno alla risposta che prende le mosse e si sviluppa Breakfast Club. All'apparenza, il tema assegnato ai ragazzi in punizione dal preside Vernon sparisce in fretta dalla narrazione, messo da parte dal fiume di parole e dalle trovate escogitate da John e compagnia per passare il tempo. Ma in realtà, è il cuore della storia.
Mentre ignorano ostentatamente il compito che dovrebbero svolgere, i cinque cominciano a parlare. All'inizio sono aggressivi, goffi e incerti, spesso sbruffoni, volentieri cinici. Ma poco alla volta, le chiacchiere oziose, le provocazioni e i battibecchi cedono il passo a un dialogo interiore che ha bisogno di essere raccontato ad alta voce e deve essere ascoltato per diventare reale.
John, Andy, Brian, Claire e Allison prendono consapevolezza di sé stessi e si tolgono le maschere che indossano:
Tutti siamo un po' strani. Solo che alcuni di noi sono più bravi a nasconderlo.
L'età adulta inizia a emergere in maniera confusa sotto la superficie della giovinezza. Ma è ricacciata verso il basso dal senso di assoluto dell'adolescenza, che alimenta il fuoco delle emozioni e dei sentimenti dei cinque in punizione. Tutto è estremo e totalizzante: l'amore e l'odio, la forza e la debolezza, il successo e il fallimento. E il momento del cambiamento è un punto di non ritorno:
Quando cominci a crescere, il tuo cuore muore.
Il dialogo tra il preside Vernon (Paul Gleason) e il bidello Carl (John Kapelos) sembra una desolante conferma che l'età adulta uccide i sogni e la libertà dell'adolescenza. Ma a guardare bene, l'atteggiamento spavaldo dell'inserviente, la sua ironia e la sua gentilezza brusca sono le stesse dei ragazzi e dicono che il cuore può continuare a battere anche da grandi.
Non sono le sovrastrutture e la convenzioni della società a definire l'identità di ciascuno. Non sono le aspettative e il giudizio degli altri. Ma è ciò che ognuno è e sceglie di essere.
John e gli altri stanno crescendo. Non possono evitare di farlo, ma possono decidere in che modo. Ed è con la consapevolezza che solo loro possono e hanno diritto di stabilire chi sono e come vogliono essere che si lasciano alle spalle il sabato in punizione e si preparano a vivere il lunedì che verrà. E (forse) ogni giorno dopo.
I cinque rivendicano la propria identità e libertà nei confronti del sistema nel (non) tema che scrive Brian a nome di tutti e che consegnano al preside Vernon:
Caro signor Vernon, accettiamo di essere stati in punizione a scuola di sabato pomeriggio, qualunque sia l'errore che abbiamo commesso. Ma pensiamo che lei sia proprio pazzo a farci scrivere un tema nel quale dobbiamo dire cosa pensiamo di essere. Tanto lei ci vede come vuole. In termini semplici, per essere più chiari, quello che abbiamo scoperto è che ognuno di noi è un genio, un atleta, un pazzo, una principessa e un criminale. Abbiamo risposto alla domanda? Con affetto, il Breakfast Club.
E le parole dell'elaborato riecheggiano quelle della canzone Changes di David Bowie che apre il film e chiudono il cerchio:
E questi ragazzi che disprezzi, mentre cercano di cambiare il loro mondo, sono immuni ai tuoi consigli. Sono consapevoli di quello cui vanno incontro.
Cosa significa la scena finale di Breakfast Club
Breakfast Club si chiude con una (apparente) happy ending. John, Claire, Andy, Brian e Allison si lasciano con una nuova consapevolezza e nuove prospettive. Ma continueranno davvero a essere amici? E sapranno restare fedeli a sé stessi? Il film non risponde e non può farlo.
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Il rito di passaggio è compiuto. Il cambiamento è iniziato. Ma nessuno dei cinque in punizione sa cosa gli riserva il futuro. E lo stesso vale per lo spettatore. L'adolescenza fa delle promesse e regala sogni, ma i grandi amori sfumano in ombre di sentimenti e le amicizie per sempre diventano ricordi sbiaditi. Eppure, nel momento in cui vivono ed esistono, sono assoluti, totalizzanti e pieni di promesse.
La scena finale di Breakfast Club esprime proprio il potere della giovinezza. Forse John Bender ha cambiato il suo destino. Forse no. E come lui Andy, Brian, Claire e Allison. Ma in quel lungo sabato, ha vinto la sua battaglia. E come l'eroe solitario si avvia verso il tramonto e alza il pugno verso il cielo in segno di trionfo.
A livello letterale, la definizione "Breakfast Club" indica un servizio che fornisce la colazione agli alunni che arrivano presto a scuola. Cosa significa Breakfast Club?
Invece, il titolo del film è stato suggerito al regista, John Hughes, dal nome con cui veniva chiamato in gergo la punizione del sabato nella scuola frequentata dal figlio di un amico e che era per l'appunto "Breakfast Club". Probabilmente, a sua volta, quest'ultimo è stato ispirato dal famoso programma radiofonico Don McNeill's Breakfast Club, andato in onda dal 1933 al 1968 su NBC Blue Network e ABC radio.
Breakfast Club è stato girato nella Maine North High School di Des Plaines, in Illinois. La biblioteca dove è ambientata la maggior parte del film è un set allestito nella palestra. Invece, la scena finale è stata filmata nel campo sportivo della scuola.Dov'è stata filmata la scena finale di Breakfast Club?
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