Bohemian Rhapsody è stato indubbiamente un grande successo mondiale con un incasso totale di più di 833 milioni di dollari. In più, il film ha trionfato ai Golden Globe 2019 vincendo a sorpresa sia la statuetta per il miglior film drammatico che quella più scontata per il miglior attore a Rami Malek. Adesso il biopic su Freddie Mercury si prepara a replicare lo stesso successo nella prossima notte degli Oscar che si terrà il 24 febbraio.
Tra le candidature ricevute dal film diretto da Bryan Singer, ci sono inoltre quelle per il miglior sonoro e per il miglior montaggio sonoro. In effetti, proprio il lavoro sul suono è uno degli aspetti più appassionanti di Bohemian Rhapsody.
La prima domanda a cui ci preme dare una risposta riguarda una delle questioni più interessanti del film: a chi appartiene la voce di Freddie Mercury?
Nel 99,9% dei casi quella che sentiamo nelle parti cantate del film è la voce originale di Freddie. Il resto è invece una missaggio della voce di Rami Malek con quella di Marc Martel (che ascoltiamo nel video qui sotto), un cantante canadese con una vocalità molto simile a quella del frontman dei Queen.
L'obiettivo era quello di fare in modo che l'ottima performance di Malek nei panni di Freddie fosse il più possibile in linea con il suo personaggio, soprattutto per quanto riguarda le esecuzioni musicali.
Ma missare insieme le voci di ben tre persone è stata indubbiamente un'impresa tutt'altro che facile e, se le esecuzioni musicai nel film risultano così emozionanti, lo dobbiamo principalmente al tecnico del suono Paul Massey. Quest'ultimo ha recentemente raccontato l'incredibile lavoro svolto in Bohemian Rhapsody in un'intervista rilasciata a Variety:
Abbiamo fatto di tutto per sincronizzare le prestazioni di Rami con quelle incredibili di Freddie per renderle più coese che potevamo.
Ma l'impegno prestato da Massey è stato ben più ampio. Per quanto meticolosa fosse la troupe con la scenografia, i dialoghi e la musica, al lavoro sul suono era però richiesto un ruolo chiave. Pensiamo, ad esempio, alla trionfale scena del concerto:
Volevamo il suono di migliaia di persone che cantavano e battevano le mani, il che era impossibile da ottenere dalle registrazioni dei concerti, perché quando alzi i livelli la musica entra nel mix.
Come Massey stesso rivela, ci sono state ovviamente delle sequenze che hanno richiesto più fatica di altre e che hanno quindi messo a dura prova il team del suono:
La scena della band che registra la traccia negli studi di Rockfield è stata molto complicata a causa di tutti gli elementi sonori presenti nell'area di registrazione. Le cuffie non erano perfettamente isolate, l'amplificatore della chitarra ronzava mentre ascoltavamo la traccia attraverso gli altoparlanti nella sala di mix. Ci è voluto molto tempo per ottenere dei suoni reali, nella giusta prospettiva.
La scena in questione presenta un montaggio di Freddie (Malek) lunga 37 secondi che suona alla perfezione il brano del titolo per poi spostarsi sulla registrazione del batterista Roger Taylor (interpretato da Ben Hardy) delle parole "Galileo" e "Figaro". Per realizzarla, i tecnici del suono hanno saccheggiato gli archivi della band per scovare del materiale utile alla lavorazione del film, inclusi i file audio originali delle registrazioni dei Queen:
I 'Galileo' e 'Figaro' di Ben Hardy sono stati missati con le tracce originali di Roger Taylor. E quando sentiamo cantare Rami in studio, in realtà è una registrazione di Freddie datata 1975 che non era mai stata usata prima.
Queste scelte, come rivela Massey, avevano lo scopo di dare al film l'autenticità di un'esperienza nuova, qualcosa che al pubblico, nonostante la familiarità con molti dei successi dei Queen, suonasse come se fosse la prima volta.
La squadra del suono ha inoltre avuto accesso alla O2 Arena prima del soundcheck della band per poter disporre ben 13 microfoni in tutta la location. In questo modo sarebbero quindi riusciti a inserire la forza dell'esecuzione live dei Queen del 1985 attraverso un ricevitore AV, durante la registrazione. Una tecnologia che ha permesso all'esecuzione dei Queen di risplendere alle orecchie del pubblico, utilizzando tutti i diffusori a soffitto in cui il team audio è riuscito a inserire segnali sonori.
Tutti questi dettagli ci faranno sicuramente apprezzare un po' di più il film e ci aiuteranno a comprenderne meglio il suo potenziale. E alla squadra di Massey possiamo dire soltanto due parole: "Well done!"
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