City Hunter The Movie: Angel Dust, recensione: Ryo non deve morire

Per i 35 anni del manga, il mitico Ryo Saeba torna sul grande schermo con City Hunter The Movie: Angel Dust, un esperimento tra novità e tradizione.

Immagine di City Hunter The Movie: Angel Dust, recensione: Ryo non deve morire
Autore: Livia Soreca ,

Dal 19 al 21 febbraio 2024 sarà portato al cinema City Hunter The Movie: Angel Dust, film anime tratto dal manga di Tsukasa Hojo, un fenomeno che ha segnato un'epoca vendendo oltre 50 milioni di copie in Giappone ed entusiasmando i fan di tutto il mondo. Il film è stato realizzato per celebrare i 35 anni di City Hunter e il trailer ufficiale ha ulteriormente stuzzicato la curiosità mostrando i diversi crossover di City Hunter The Movie: Angel Dust a cui il pubblico assisterà durante la visione: primo fra tutti, quello con Occhi di gatto, il cui trio di sorelle aveva fatto il suo ritorno sullo schermo già un anno fa con Lupin III vs. Occhi di gatto (giunto su Prime Video a gennaio 2023).

City Hunter The Movie: Angel Dust è stato diretto da Kenji Kodama e sarà distribuito in Italia grazie a Plaion e Anime Factory con doppiaggio in italiano; a dare la voce al protagonista Ryo Saeba è ancora una volta Guido Cavalleri, presenza storica nel cast sin dal primo episodio della serie anime. Tra legami con il passato e un nuovo sguardo, vediamo se il ritorno di City Hunter ha soddisfatto le alte aspettative.

Eternamente Ryo Saeba

Quando la video creator Angie bussa all’agenzia investigativa City Hunter in cerca di un gatto scomparso, Ryo Saeba e Kaori Makimura pensano di avere un caso semplice fra le mani. Un attentato alla vita di Angie cambia però le carte in tavola, lasciando Ryo nel mirino di misteriosi sicari sulle tracce di Angel Dust, una tecnologia militare in grado di creare super soldati. Sotto l’occhio del padre adottivo Kaibara, Ryo dovrà fare i conti con un passato da cui troppo a lungo ha tentato di fuggire.

Il nuovo film di City Hunter si svolge dunque in una Tokyo contemporanea, una scelta che potrebbe interdire i fan storici dell'opera di Tsukasa Hojo, la quale difficilmente può separarsi dal suo fascino fine anni 80. Sicuramente, però, uno dei segreti dell'animazione è proprio quello di poter rendere i personaggi "immortali" o eternamente giovani nel corso dei decenni, facendo quindi sì che Ryo Saeba e la mitica Kaori Makimura possano adattarsi alle nuove generazioni e a contesti contemporanei: un processo tanto comune nei franchise di vecchia data quanto straniante per il pubblico, che non riesce a ricollocare in maniera naturale un personaggio nato in una certa epoca e legato a tanti aspetti di essa.

In questo senso, City Hunter The Movie: Angel Dust è un esperimento ibrido, che se da un lato cerca di portare Ryo Saeba ai giorni nostri dall'altro non vuole tradire del tutto l'estetica di cui un cult del genere non può fare a meno. Dai costumi dei personaggi all'umorismo che potremmo da commedia anni 80-90 (veicolato da un adattamento italiano particolarmente fedele a questo mood), l'intento è sicuramente quello di non snaturare i protagonisti ben noti al pubblico.

Questa ibridazione salta all'occhio anche dal punto di vista grafico e artistico. Così come era successo per City Hunter: Private Eyes nel 2019 (film d'animazione disponibile in streaming su Prime Video), anche stavolta si è di fronte a un prodotto dall'estetica tanto nuova quanto fedele all'immaginario collettivo ormai scolpito nella pietra. Anzi, rispetto al film precedente c'è una sorta di ritorno verso uno stile "retrò", pienamente espresso dal chatacter design.

L'animazione si serve spesso della CGI in 3D per le scene d'azione, riuscendo a gestirla in modo piuttosto equilibrato rispetto al 2D, evitando quell'effetto "posticcio" che tanto si teme. In generale la tecnica non delude le aspettative, di per sé alte visto che si tratta di una pellicola destinata alle sale cinematografiche. 

Nel cuore di City Hunter

City Hunter The Movie: Angel Dust è un capitolo fondamentale per l'epilogo della serie, che nonostante la sua natura ibrida non rischia di arrivare fuori tempo massimo. Il film passa gradualmente dalla tipica leggerezza dell'opera originale a una profonda drammaticità, non soltanto veicolata dalla trama stessa ma anche da una più approfondita caratterizzazione dei personaggi nascosta dietro frivole apparenze - in particolare Angie, donna ambigua sin da subito, la cui psicologia è un vero enigma da risolvere.

Rispetto alle opere precedenti del franchise, c'è un'attenzione ancora più grande nel mostrare l'umanità di tutti i personaggi, persino gli antagonisti che vengono ritratti in azioni quotidiane e spontanee come togliere i resti di cibo su una guancia o preoccuparsi sinceramente della salute di un compagno.

Questa è una scelta interessante che in parte vuole rompere il classico schema buoni-cattivi, provando a creare delle connessioni sia tra i personaggi (anche quelli più improbabili) sia con il pubblico di spettatori. Proprio questo è il motivo per cui le lunghe scene d'azione tendono ad essere molto più di un momento adrenalinico: diventano il luogo in cui le fragilità si incontrano e si scontrano, in un contesto più drammatico che epico.

Commento

Voto di Cpop

75
City Hunter The Movie: Angel Dust è un capitolo degno di essere assaporato in sala, che nonostante alcuni dubbi sulla sua natura ibrida riesce ad intrattenere lo spettatore con un effetto nostalgia presente ma non così ingombrante.

Pro

  • Buon equilibrio tra leggerezza e drammaticità
  • Caratterizzazione dei personaggi più approfondita
  • Doppiaggio convincente

Contro

  • Il mix di tradizione e modernità può straniare
  • Crossover meno incisivi di quel che ci si aspetta
Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!