Diretto da Henry Hobson, Contagious - Epidemia mortale (titolo originale Maggie) è un film thriller-horror del 2015 con Arnold Schwarzenegger e Abigail Breslin.
Il titolo italiano della pellicola di certo non può lasciare indifferenti in un 2020 che, in tutto il mondo, ha purtroppo visto come protagonista per diversi mesi la pandemia di CoronaVirus (Covid-19) che ha lasciato una lunga scia di morti e malati dietro sé.
La pellicola di Hobson, però, rimanda più alla sottotrama (almeno in apparenza) dell'Apocalisse Zombie, sebbene uno dei temi predominanti sia comunque quello dell'amore di un padre per sua figlia.
Prodotto con un budget alquanto esiguo (di poco più di 1 milione di dollari), Contagious - Epidemia mortale ha ricevuto recensioni contrastanti sia dal pubblico che dalla critica cinematografica, sebbene quest'ultima abbia molto apprezzato l'interpretazione degli attori, in particolare quella di un sorprendente Schwarzenegger alle prese con un ruolo drammatico e intenso piuttosto che inerente il cinema d'azione.
La trama
Siamo nell'odierno Midwest, negli Stati Uniti, dove la società fatica a funzionare all'indomani di una pandemia che ha trasformato gli esseri umani colpiti in zombie senza controllo (necroambulismo). Maggie Vogel (Abigail Breslin), intrappolata in città per via del coprifuoco, chiama suo padre che però non risponde. Gli lascia un messaggio in segreteria telefonica, ricordandogli quanto gli vuole bene. La ragazza è stata morsa al braccio da un infetto, quindi il suo destino è oramai scritto.
Sapendo di avere soltanto poche settimane a disposizione prima che il "virus" la trasformi in un cannibale, Maggie lascia la sua casa per proteggere la sua famiglia. Suo padre, Wade (Arnold Schwarzenegger) continua a cercarla per due settimane, nonostante l'avvertimento della ragazza. Trovandola in un ospedale dove è stata portata a forza per via del virus contratto, Wade decide di portare Maggie a casa per prendersi cura di lei fino a quando non dovrà essere messa in quarantena. Durante il loro ritorno, uno zombie attacca Wade in una stazione di benzina abbandonata, finendo con l'avere però la peggio.
A casa, i due fratellastri più piccoli di Maggie, Bobby e Molly (Aidan e Carsen Flowers), si trasferiscono dalla loro zia per essere più al sicuro. Prima, però, Maggie parla con Bobby, che capisce cosa attende sua sorella. Mentre Wade decide di bruciare i suoi campi per prevenire, come hanno fatto già altri, ulteriori contaminazioni, Maggie cerca di mettersi in contatto con i suoi amici. Cadendo da un'altalena, si rompe un dito del braccio infetto, da cui fuoriesce del fluido nero. Terrorizzata, anche se non avverte più dolore, si dispera per il suo corpo oramai in fase di netto peggioramento e si amputa il dito. Fugge fuori e incontra un vicino di casa, Nathan e la sua giovane figlia, oramai entrambi fuori controllo a causa dell'infezione. Wade uccide entrambi gli zombie, salvo poi provare grande rimorso per il suo gesto.
Lo sceriffo e il suo vice considerano invece il comportamento di Wade del tutto irreprensibile, incolpando dell'accaduto la moglie di Nathan, Bonnie, rea di aver nascosto le condizioni della sua famiglia alle autorità. Un medico amico di Wade lo avverte che le condizioni di Maggie stanno peggiorando rapidamente, lasciandogli tre possibili opzioni: 1) la messa in quarantena della ragazza, che Wade rifiuta, 2) la pratica dell'eutanasia a Maggie da parte dello stesso Wade, con un'iniezione piuttosto dolorosa, 3) oppure uccidere Maggie una volta che si sarà trasformata in un cannibale.
Padre e figlia tentano di sfruttare al massimo i giorni che hanno a disposizione, ricordando anche la defunta madre di Maggie, grande amante dei fiori e delle margherite. Nonostante il suo deterioramento fisico (viene, ad esempio, svegliata nel sonno dai vermi che si contorcono nel suo braccio in putrefazione), Maggie tenta in qualche modo di condurre una vita "normale". Si reca anche ad un falò con gli amici del liceo: Allie e un ragazzo infetto, Trent, (Bryce Romero), che Maggie aveva già frequentato in precedenza e che finisce col baciare quella sera stessa.
Contagious - Epidemia mortale: il finale della pellicola
Un giorno, Maggie sente dell'odore di cibo vicino alla sua matrigna Caroline (Joely Richardson), anche se Caroline non sente nulla e pensa che Wade stia quindi cucinando al piano di sotto. Trovando la cucina vuota, Caroline si rende conto con orrore che Maggie ha iniziato a sentire l'odore della carne viva, in questo caso della stessa Caroline, come cibo da poter mangiare. Nel frattempo, la giovane riceve una chiamata disperata da Trent, le cui condizioni sono oramai peggiorate e che quindi viene forzatamente trasferito in quarantena.
Nei pressi della sua abitazione, Maggie incontra una volpe intrappolata nel bosco. Più tardi corre a casa sua, isterica e ricoperta di sangue, ammettendo tra le lacrime ai suoi genitori spaventati di non essere riuscita a trattenersi dall'aggredirla. Wade spara alla volpe mangiata per metà, per mettere fine alle sue sofferenze. Caroline suggerisce così a Wade che è oramai giunto il momento che Maggie venga portata via in quarantena. Wade si rifiuta e Caroline decide di andare via, con Maggie che assicura la polizia, sopraggiunta a casa sua, di stare bene. Wade promette a sua figlia che nessuno la porterà via, di contro la ragazza chiede a suo padre che sia lui ad ucciderla una volta che sarà giunto il momento.
Il tempo passa e Maggie è oramai quasi del tutto uno zombie. Si avvicina a suo padre (che finge di dormire sul divano) armato di fucile e lo annusa ma, apparentemente al limite dell'autocontrollo, invece di aggredirlo finisce con il baciarlo sulla fronte. Maggie va via, mentre Wade, vedendo un proiettile sul pavimento, lo mette nel fucile. Non fa in tempo a raggiungere sua figlia, che Maggie ha già raggiunto il tetto e si getta di sotto, finendo con l'uccidersi per salvare suo padre e quel che resta della sua umanità.
Nei suoi ultimi istanti di vita, Maggie ricorda la sua infanzia felice con sua madre, con cui si divertiva all'aperto a raccogliere margherite. La pellicola si conclude così, lasciandoci il sapore dell'amarezza quanto dell'ineluttabilità di un destino, purtroppo, segnato senza possibilità di essere sovvertito.
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