Dietro la porta magica: Coraline e la sfida dell’infanzia contro l’ignoto

In occasione de ritorno al cinema di Coraline e la Porta Magica, ripercorriamo i temi del film e i motivi del suo successo.

Autore: Sara Formisano ,

Coraline e la Porta Magica compie 15 anni e per l’occasione il film sarà proiettato al cinema dal 31 ottobre al 3 novembre in 2D e 3D in versione rimasterizzata e distribuito da Nexo Digital. Il capolavoro d’animazione di Studio Laika è tratto da un racconto di Neil Gaiman ed è stato diretto da Henry Selick, già regista di Nightmare before Christmas

Alla sua uscita nel 2009 ottenne un grandissimo successo di pubblico e critica e fu nominato agli Oscar 2010 come miglior film d’animazione e in quegli anni fu anche il primo film d’animazione ad essere concepito e realizzato in vero 3D stereoscopico. La storia è perfetta per il periodo di Halloween e come molti film d’animazione non è rivolto solo ai più piccoli ma può dire molto anche agli adulti. 

Per chi non lo avesse ancora visto, la proiezione speciale per l’anniversario può essere un’ottima occasione per recuperare quello che a tutti gli effetti è diventato un classico. Ma ripercorriamo insieme la storia e approfondiamo i temi della fiaba horror per grandi e piccoli. 

Coraline e la Porta Magica: e se il mondo dei nostri sogni diventasse realtà?

Come molte fiabe con protagonisti i bambini la storia intreccia questioni famigliari, magia e avventura con una morale conclusiva accessibile a tutti. 

Coraline ha 11 anni, si è appena trasferita con i genitori in una nuova città in un comprensorio tutto rosa con bizzarri vicini di casa e nessun amico, salvo un ragazzino Wybie Lovat, nipote della proprietaria di casa che va in giro con il suo gatto nero e con cui Coraline fa amicizia anche se lui parla troppo. Proprio Wybie le regala una bambola di pezza che sembra somigliarle in modo straordinario ma da principio Coraline non ci bada e se la porta dietro dovunque va. A casa i suoi genitori sono troppo presi dal lavoro e stanno sempre davanti al computer, non ascoltano i racconti della figlia sulle sue esplorazioni intorno alla casa e Coraline si annoia. Un giorno il padre le dice di contare le porte che ci sono in casa ed in questa circostanza che Coraline scopre una porticina nel soggiorno, inizialmente coperta dalla carta da parati e una volta aperta questa è murata. Quando arriva la notte però un topino saltellante conduce Coraline fino a quella stessa porticina ed è in quel momento che la ragazza scopre un passaggio verso un mondo parallelo in cui tutto è più bello. Sua madre cucina tante leccornie, suo padre le presta più attenzione e gioca con lei e anche i vicini sono più interessanti. L’unica differenza è che in questo mondo tutti al posto degli occhi hanno i bottoni. 

Attenzione a ciò che desideri perché potresti ottenerlo

Proprio come Alice nel paese delle meraviglie, anche Coraline non è soddisfatta del mondo in cui vive e ne sogna uno in cui, per citare il personaggio di Lewis Carroll, “tutto sarebbe colorato e assurdo, niente sarebbe com'è perché tutto sarebbe come non è”.  Ma proprio come Alice anche Coraline molto presto si renderà conto che il mondo fantastico oltre la porta magica nasconde delle insidie e che tutto sommato la sua famiglia non è così male, la amano e lei li ama. 

Come in tutte le avventure che si rispettino, quando si accorge di ciò l’altra madre, la donna che inizialmente le cucinava tante prelibatezze e la riempiva di attenzioni, si rivela una strega cattiva, una vedova nera dai lunghi artigli che ricordano molto quelli di Freddy Krueger e che vuole cucirle dei bottoni al posto degli occhi, tenendola imprigionata per sempre in quello che sembra un vero e proprio inferno. Coraline e la porta magica è, per questo, una metafora di qualcos’altro e il simbolo della porta che conduce ad un altrove possiamo interpretarlo come il passaggio a pubertà e adolescenza due momenti cruciali e mai facili nella vita di tutti.

Coraline, infatti, ha 11 anni e sta cambiando, non è più una bambina ma non è ancora del tutto una ragazza e il mondo che fino al giorno prima le stava bene ora le va stretto. Coraline vorrebbe essere ascoltata e compresa, ma allo stesso tempo non sa neanche lei se sta scegliendo il linguaggio adatto a farsi comprendere e solo attraverso un percorso doloroso e a tratti pauroso (crescere fa paura) raggiunge una maggiore consapevolezza di sé e del mondo che abita. 

Dire addio all’infanzia

Nella vita ci sono diversi momenti chiave in cui ci rendiamo conto che dobbiamo salutare la nostra infanzia, crescere e andare avanti, uno di questi momenti avviene proprio nell’età tra gli 11 e i 13 anni in cui cambiamo per la prima volta. La crescita viene raccontata attraverso il film proprio come un horror, perché nella storia nessuno ha mai affrontato i cambiamenti senza un pizzico di paura e angoscia. Quando dentro di noi avviene un cambiamento, a cambiare è anche il mondo che ci circonda e improvvisamente i contorni ci sembrano più stridenti e spigolosi come se fossimo catapultati appunto in un film horror. 

Ecco che l’infanzia deve lasciare spazio all’adolescenza e si deve preparare ad affrontare l’ignoto, una realtà che ancora non si è svelata del tutto e non semplice da gestire. Coraline e la Porta Magica offre quindi gli strumenti giusti per riflettere su tutti questi temi e lo fa con un’avventura scritta benissimo che sa sfruttare gli archetipi. 

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