Il giovane Paul Atreides affiancato dalla madre Lady Jessica Atreides contemplano la vastità desertica di Arrakis: è questo uno degli scatti più suggestivi tra quelli pubblicati da Vanity Fair nella seconda parte dello speciale dedicato a Dune. L'adattamento del leggendario romanzo di Frank Herbert che cambiò per sempre i destini letterari della fantascienza (e resistette a ogni tentativo di trasposizione filmica di livello) arriverà al cinema a dicembre 2020, almeno negli Stati Uniti. Dopo i clamorosi fallimenti di Alejandro Jodorowsky e David Lynch, è il regista canadese Denis Villeneuve a tentare l'impresa.
Nelle prime immagini rese disponibili da Warner Bros (dopo lo scatto pubblicato poche ore fa con Timothée Chalamet) possiamo toccare con mano l'imponente produzione messa in campo da Warner Bros per rendere al meglio l'intricata lotta politica e militare tra Atreides e Harkonnen per il controllo del pianeta Harrakis, unico luogo della galassia dove è possibile estrarre la preziosissima spezia melange.
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Dune: le immagini dal set e i protagonisti con i costumi di scena
Sulle cocenti sabbie di Arrakis (e Abu Dhabi)
A raccontare la difficile lavorazione del film è stato Timothée Chalamet, che interpreta il protagonista Paul Atreides. Per girare il suo arrivo e la sua lotta sul pianeta desertico Arrakis, la troupe si è trasferita prima in Giordania, poi ad Abu Dhabi. La lavorazione però non è stata facile:
Alle volte uscivo dal hotel alle 2 di pomeriggio e la temperatura superava i 100 gradi. Quando faceva troppo caldo, dovevamo smettere di girare.
A complicare ulteriormente la situazione ci sono i costumi: su Arrakis gli umani (la specie aliena e conquistatrice) indossano una tuta total body che filtra ogni particella di umidità e acqua emanata dal corpo, anche attraverso il fiato, con un sondino nel naso.
Questi dispositivi salvavita nella finzione del romanzo hanno reso ancor più spossante girare per ore e ore sotto il sole del deserto.
Talvolta però la fatica e il sacrificio sono coronate in esperienze di rara bellezza, come quando la troupe si è preparata ed è partita in piena notte verso il deserto rosso e le montagne granitiche a sud del Giordano per girare alle prime luci dell'alba:
È stato davvero surreale [...] si poteva immaginare di essere su un pianeta davvero esistente, ma non sulla Terra.
Denis Villeneuve su Dune: era necessario dividerlo in due
Tra le foto pubblicate in queste ore c'è anche un ritratto di Denis Villeneuve sul set, al fianco di Javier Bardem. Il regista canadese, dopo aver superato la difficile prova di dirigere il sequel ufficiale di Blade Runner, parla a Vanity Fair della sua nuova sfida e spiega perché il film che vedremo a fine 2020 presenta solo la prima metà del primo romanzo del ciclo di Dune:
Non avrei accettato di dirigere l'adattamento in un solo film. È un mondo troppo complicato.
Cosa rende Dune così affascinante per tanti cineasti moderni, nonostante i fallimenti precedenti di portarlo al cinema in tutto il suo splendore?
Oltre ad essere stato un capostipite del genere per un'intera generazione di classici della fantascienza, Dune racconta una storia di chiara impronta ecologica, estremamente attuale, così come spiegato dal regista:
[Il romanzo] è un ritratto precursore della realtà del capitalismo, del petrolio e dello sfruttamento - o sovrasfruttamento - della Terra. Oggi la situazione è ancora peggiore. È una storia di crescita ma anche una chiamata alle armi per la gioventù.
Dune arriverà nei cinema degli Stati Uniti il 18 dicembre 2020. Non si conosce ancora la data di uscita italiana del film.
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