Everything Everywhere All At Once: lo straordinario nell'ordinario

Autore: Livia Soreca ,

Sembra ieri che Everything Everywhere All At Once ha trionfato agli Oscar 2023, invece è già passato diverso tempo, tant'è che, a partire dal 26 settembre, il film raggiungerà finalmente la piattaforma streaming di Paramount+.

Il film del 2022 è stato diretto dai Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert) e prodotto dallo studio A24. Prima degli Oscar, aveva già vinto 2 Golden Globe e 4 Screen Actors Guild Award... E l'elenco potrebbe continuare all'infinito.

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Forse alcuni di voi staranno ancora pensando al giorno in cui l'hanno guardato al cinema per la prima volta, travolti da un'opera dalla durata mastodontica, che a prima vista è sembrata folle e caotica ma che, di fatto, non lo è.

EEAAO: un nuovo modo di raccontare

La trama di Everything Everywhere All At Once

Evelyn Wang interpretata da (Michelle Yeoh) possiede una lavanderia a gettoni, che gestisce con il marito Waymond (impersonato da Ke Huy Quan), ma rischia l'espropriazione. Mentre la donna cerca di salvare il possibile, non si accorge che il marito è in procinto di chiedere il divorzio, mentre la figlia Joy (interpretata da Stephanie Hsu) soffre per le mancate attenzioni di sua madre. Il tutto sembra complicarsi ancora di più quando una versione di Waymond, proveniente da un altro universo, le svela la sua missione: combattere la minaccia di Jobu Tupaki, un essere che vuole annientare l'intero Multiverso.

Everything Everywhere All At Once è un film folle?

EEAAO è stato spesso definito un film folle e assurdo rispetto a quella che una buona fetta di pubblico chiamerebbe "normalità". O meglio, l'opera è risultata poco familiare alle abitudini di molti spettatori che, tuttavia, forse non si sono accorti di star assistendo, in realtà, alla storia di una comunissima famiglia, stravolta dalla scoperta del Multiverso (tema ormai trito e ritrito nel cinema).

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La vera particolarità di Everything Everywhere All At Once, infatti, non sono i temi e gli elementi già visti altrove, bensì la capacità di elevarli a qualcosa di straordinario. Questo è stato possibile non solo attraverso una sceneggiatura elaborata a trame fittissime, ma anche grazie a un montaggio esemplare (il film ha vinto 2 dei 7 Oscar per entrambe le categorie).

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Quest'opera, dunque, è stata capace di trasmettere situazioni, emozioni e messaggi che il pubblico ha sempre visto e conosciuto, ma in un modo fresco e innovativo, sfruttando la maestria della tecnica per far sì che tutto risultasse originale. Persino il sentimento più abusato dall'arte in ogni sua forma, l'amore, in EEAAO ha acquistato un altro sapore: insomma, la novità non è "cosa" ma "come".

Questo nuovo modo di raccontare qualcosa di già conosciuto è bastato per porre lo spettatore fuori dalla propria comfort zone. Tuttavia, un occhio più attento avrà certamente compreso che il segreto sta nel rendere straordinaria la semplicità, persino quella più familiare al pubblico. In una tale scelta non c'è pazzia, bensì intelligenza: Everything Everywhere All At Once è un film intelligente e nient'affatto folle.

La magia dei personaggi di EEAAO

Il calore trasmesso da un film come Everything Everywhere All At Once è stato subito dato dai personaggi e dallo stesso cast. Michelle Yeoh, Ke Huy Quan e Jamie Lee Curtis hanno vinto 3 dei 4 premi Oscar dedicati agli attori protagonisti e non: un trionfo epocale, specie se si pensa al fatto che queste siano state le loro prime vittorie agli Academy Awards.

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Nella movimentatissima storia narrata in EEAAO i personaggi di Evelyn e Waymond Wang sono dei punti fissi, ognuno il porto sicuro dell'altro. Il calore trasmesso dalle loro interpretazioni è puro, genuino, come se le due personalità fossero in stretta simbiosi con i ruoli da rappresentare. Ancora una volta, quell'apparente caotico EEAAO gioca le proprie carte puntando sulla semplicità e sulla naturalezza, quella della vita di due personaggi che sanno essere autentici in un universo che sfiora il surreale.

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Waymond è un vero supporto per la protagonista, non solo ai fini della narrazione ma anche da un punto di vista strettamente psicologico ed emotivo. Egli accompagna Evelyn nel meccanismo del Multiverso, proprio come Ke Huy Quan ha sempre trasmesso il proprio supporto a Michelle Yeoh. L'attrice si è a sua volta fortemente immedesimata nella protagonista, condividendone l'età, la cultura, i sentimenti e tanto altro.

Insomma, i due artisti possiedono una sinergia, costruita attraverso una delicatezza e una dolcezza incredibili, le stesse che hanno conquistato il pubblico in sala, agli Oscar e che continueranno a farlo attraverso i loro personaggi.

L'eredità di Everything Everywhere All At Once

Un film come quello dei Daniels può essere un grande passo avanti nella storia del cinema, prendendo ciò che di più caro possiede l'essere umano e raccontandolo con una forma diversa. Probabilmente una buona fetta di pubblico continuerà a etichettare come "strani" e "folli" moltissimi esperimenti cinematografici successivi. L'anno prossimo potrebbe accadere lo stesso per Povere creature! di Yorgos Lanthimos, dal trailer quasi surreale, che tuttavia ha già portato a casa il Leone d'Oro del Festival di Venezia 2023.

EEAAO, dunque, non è certamente un punto di arrivo, bensì una linea di partenza verso qualcosa che, piano piano, ci si augura possa essere una nuova comfort zone per il pubblico. In questo modo, a sua volta, questa spronerà il cinema stesso a trovare soluzioni ulteriori, sempre più innovative. Per farlo non occorre certamente strafare, ed Everything Everywhere All At Once ce lo insegna bene: basta prendere l'ordinario e renderlo straordinario.

L'obiettivo è quello di creare formule inedite ed è quello di cui il cinema ha più bisogno in questo momento, in cui i grandi capolavori - volti a dare al pubblico qualcosa in più - boccheggiano in un'era di mero "riciclaggio". In un mondo di remake e reboot ben lontani da questi buoni propositi, ricordatevi di essere come Everything Everywhere All At Once.

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