Non solo Onward: i film d'animazione che toccano il tema della morte

Una mini-rassegna dei lungometraggi animati che hanno affrontato il delicato tema del lutto.

Autore: Matteo Tontini ,

Onward - Oltre la magia di Pixar porta gli spettatori in un mondo suburbano fantastico, popolato da creature immaginarie come elfi e troll. Correva il mese di dicembre 2018 quando lo studio cinematografico annunciò il progetto, il primo lungometraggio d'animazione successivo a Toy Story 4: a quel tempo non aveva ancora un titolo, ma era già stato confermato Dan Scanlon (Monsters University) dietro la macchina da presa.

La trama di Onward ruota intorno a due fratelli elfi adolescenti, doppiati in lingua originale da Chris Pratt e Tom Holland, decisi a riportare in vita per un giorno il defunto padre: per farlo ricorrono alla magia, ma qualcosa va storto e finiscono per riesumare solo metà del genitore, dalla vita in giù. Non gli resta dunque scelta che intraprendere un viaggio alla ricerca di alcune gemme speciali, che possano aiutarli a realizzare il loro desiderio.

A quanto pare, Onward è in parte un'opera biografica. Il regista ha infatti perso il papà quando era molto piccolo e ha voluto realizzare un film ispirato sia al suo legame con il fratello, sia a una domanda che lo ha assillato fin dalla tenera età: "Chi era mio padre?". È dunque chiaro che i temi centrali di Onward - Oltre la magia siano la morte, il distacco da una persona cara e il rapporto indissolubile tra fratelli, argomenti maturi che potrebbero collidere con un film d'animazione se non toccati nel modo giusto. Quando dietro progetti del genere, tuttavia, c'è Disney, il prodotto finale è sempre piuttosto efficace e riuscito.

Onward non è certo l'unico lungometraggio animato che affronta il tema della morte: negli ultimi anni, diversi film hanno infatti esaminato il lutto in maniera più o meno approfondita (non solo di Disney). Ne elenco alcuni dei più interessanti in questa selezione (attenzione agli spoiler).

Buona lettura!

Il re leone

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Il Classico Disney del 1994 contiene forse la scena più commovente mai realizzata in un film d'animazione: la morte di Mufasa. Il re della savana accorre in aiuto di suo figlio Simba che rischia di essere travolto dagli gnu, ma per metterlo in salvo finisce lui stesso sotto gli zoccoli della mandria (per opera del fratello Scar). Simba lo vede a terra, esanime. Gli si avvicina, cerca di svegliarlo mordicchiandogli un orecchio e prende coscienza della triste verità: il padre ha perso la vita e lui non può fare altro che sentirsi tremendamente in colpa per questo.

Disney
La morte di Mufasa

Il re leone spiega però ai bambini che, dopo la morte, le persone care continuano a vegliare su di noi dal cielo. Le nuvole grigie che vanno a formare la sagoma di Mufasa nella volta notturna servono per rappresentare visivamente quello che Simba ha nel cuore: il ricordo di un padre che è sempre con lui, pronto a difenderlo e a dispensare consigli. In realtà, la scena della morte di Mufasa non necessita di presentazioni e i fan non avranno certo bisogno di vederla per ricordarla, ma la trovate di seguito.

 

Big Hero 6

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Anche Big Hero 6 ruota intorno al tema della morte: il protagonista Hiro Hamada, un brillante ragazzino che progetta minuscoli robot in grado di aggregarsi e assumere qualsiasi forma attraverso controlli telepatici, perde suo fratello Tadashi in un incendio. Hiro cade così in depressione e per settimane non vuole vedere nessuno. È il robot Baymax, costruito per dare ogni tipo di assistenza medica e sanitaria, a riaccendere nel giovane la voglia di vivere: l'automa è stato infatti realizzato da Tadashi stesso, e per Hiro diventa un amico inseparabile.

Disney
Baymax si sacrifica per salvare il suo amico

La pellicola Disney, premiata con l'Oscar al miglior film d'animazione nel 2015, riflette la complessità di "andare avanti" dopo un lutto familiare e il conseguente senso di inadeguatezza. Big Hero 6 cela, sotto la sua pelle di Classico Disney mescolato a un cinecomic, una nota drammatica che lo rende uno dei film d'animazione più maturi che ci siano. All'inizio per la morte di Tadashi e alla fine per la quasi-morte di Baymax.

 

Coco

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Il film Pixar Coco è in gran parte ambientato nel "mondo dei morti" e parla del rapporto tra vivi e defunti, o meglio di come i vivi ricordano le persone care che non ci sono più. Il protagonista della pellicola è un bambino di nome Miguel in conflitto con la sua famiglia, che non vuole che insegua il suo sogno di diventare musicista. Miguel finisce così per rubare una chitarra in una tomba, ritrovandosi nel regno dei morti a causa di una maledizione. Lì il ragazzino scopre che i defunti continuano a "vivere" nell'aldilà fintantoché qualcuno di vivo si ricorda di loro.

Disney
Miguel impara molto dal suo viaggio nel regno dei morti

Il messaggio lanciato da Coco è quindi forte e chiaro: invita la gente a non perdere il contatto con le persone care che sono morte, anche se solo attraverso i ricordi.

 

Il gigante di ferro

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Come in Big Hero 6, anche ne Il gigante di ferro viene raccontata la grande amicizia tra un bambino umano e un robot. In una scena del film, precisamente quando due cacciatori uccidono un cervo nella foresta, il protagonista Hogarth fa capire al suo inseparabile compagno automatizzato che la morte è un processo naturale del cerchio della vita.

Warner Bros.
Il gigante di ferro si sacrifica nel finale

La medesima sorte tocca alla fine al robot stesso, che per salvare la cittadina di Rockwell e i suoi abitanti da un missile che l'avrebbe distrutta, si lancia nel cielo stellato e si sacrifica, facendosi esplodere. In una frase emblematica del film, Hogarth afferma che "è male uccidere, ma non è male morire": la maturità del protagonista si spiega nel suo essere orfano di padre, e quindi nella sua esperienza diretta della morte.

 

Up

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Il prologo di Up è tra i più toccanti mai realizzati. L'incontro da bambini tra Carl Fredricksen ed Ellie, la loro promessa di andare a visitare le Cascate Paradiso una volta adulti e la seguente carrellata di immagini che ripercorre la loro vita, potrebbero mettere a dura prova i dotti lacrimali di chiunque. Dopo essersi sposati e aver trovato lavoro presso lo zoo locale, i due decidono di avere un figlio, ma Ellie dopo un aborto spontaneo scopre di essere sterile: Carl decide di organizzare quindi il viaggio che avrebbero voluto fare da tempo, un po' per consolarla, ma gli imprevisti della realtà quotidiana, come bollette e riparazioni, lo costringono a desistere. L'età avanza e gli acciacchi dovuti alla vecchia sopraggiungono, ma i due si amano come il primo giorno e non perdono mai la felicità. Poi, proprio quando Carl decide di comprare i biglietti per le Cascate Paradiso, la moglie si sente male e muore. 

Disney
Carl sta vicino alla moglie malata

Up tocca, sì, il tema della morte in appena cinque minuti più di tanti altri film, ma parla anzitutto di amore e dell'importanza di vivere appieno la vita; di godersi l'oggi senza rimandare a domani i propri sogni e progetti, perché il futuro è incerto.

 

Una tomba per le lucciole

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Sceneggiato e diretto da Isao Takahata, cofondatore con Hayao Miyazaki dello Studio Ghibli, Una tomba per le lucciole è ben più di un lungometraggio animato: è quasi una fotografia che arriva direttamente dal 1945 e documenta gli orrori della Seconda guerra mondiale. La storia del giovane Seita, costretto a scappare al rifugio antiaereo prendendosi in carico la sorellina Setsuko, è solo una delle migliaia che hanno vissuto la tragedia a Kōbe, in Giappone.

Studio Ghibli
Il protagonista sta vicino alla sua sorellina debole

L'opera pone l'attenzione anche sull'anonimato della morte, su come a nessuno importi che una persona perda la vita perché "ci risiamo" è solo un altro vagabondo che "tira le cuoia" (citando testualmente la pellicola). L'opera scava inesorabilmente nel cuore dello spettatore attraverso immagini splendide - dal punto di vista artistico - e terribili al tempo stesso, che illustrano un racconto profondo e universale in cui morte e sofferenza, ma anche amore fraterno e condivisione, si uniscono.

 

Koda, fratello orso

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La pellicola Disney del 2004 è stata elogiata dalla critica per la sua morale, con messaggi su perdono e fratellanza. Il piccolo Koda stringe inconsapevolmente amicizia con Kenai, giovane Inuit tramutato in orso che lo ha reso orfano, ma non riesce a odiarlo per via del rapporto che ormai si è instaurato tra loro. Il film è inoltre un invito a rispettare il prossimo nonostante gli ideali talvolta diversi, per convivere in pace e armonia; insegna infine a vivere attraverso la morte, gettando fango sulla vendetta e mostrando come la rabbia possa spingere una persona a compiere atti ignobili (finendo solo per peggiorare le cose).

Disney
Koda in una delle scene finali del film

Le premesse di Koda, fratello orso sono interessanti, a partire dalla suggestiva ambientazione dell'America del Nord al mondo popolato da leggende e guidato dagli spiriti della tribù Inuit.

 

Bambi

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La morte della mamma di Bambi è un momento crudissimo e brutale: dà un motivo, anche agli spettatori più piccoli, per detestare la caccia. È senz'altro una delle scene più traumatizzanti della storia dei film d'animazione, con la cerva braccata dai cacciatori che fugge nel tentativo di salvarsi la vita. Bambi rimane solo e abbandonato in mezzo alla neve, sua madre non riappare più. 

Disney
Bambi e sua madre

A differenza de Il re leone, in cui il piccolo Simba tenta invano di risvegliare suo padre inerte, il Classico del 1942 lascia che sia l'immaginazione di chi lo guarda a creare la scena del laconico addio tra la mamma e il suo cucciolo. Tuttavia, anche un bambino che non ha mai avuto che fare con la morte capisce subito cos'è successo: si sente un colpo di fucile e la cerva, semplicemente, non torna in scena. Da piccoli è facile empatizzare con la paura di perdere i genitori, perché si è del tutto dipendenti da loro. In Bambi, però, la morte della mamma è l'evento che dà il via alla crescita del protagonista, che da cerbiatto diventa cervo.

 

Il viaggio di Arlo

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Nel film Il viaggio di Arlo, il papà dinosauro accompagna il figlio attraverso il paesaggio preistorico alla ricerca di un piccolo cavernicolo che rubava le provviste dal silo. La battuta di caccia ha tuttavia un esito tragico: Arlo perde il padre a causa di un'improvvisa tempesta. Il genitore viene infatti travolto da un'ondata di piena del fiume. La sua morte è quindi un episodio molto importante nella vita del giovane Apatosauro, che intraprende un percorso di crescita e comprensione di se stesso riuscendo, più in là nel film, ad affrontare le proprie paure. 

Disney
Arlo e il suo amico umano

Infatti, se inizialmente Arlo era stato pensato come un dinosauro adolescente, nel corso della sceneggiatura definitiva il team creativo ha optato per l'equivalente di un bambino di 10/12 anni, proprio per rimarcare il suo sviluppo all'interno della storia (d'altronde la preadolescenza è la fase di maggior crescita). Anche qui come in Koda, fratello orso, se all'inizio l'Apatosauro ritiene il cavernicolo responsabile della morte del padre, alla fine i due superano ogni divergenza diventando grandi amici.

 

Frankenweenie

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La morte del cagnolino Sparky è una grave perdita per Victor nel film d'animazione del 2012 diretto da Tim Burton. Il giovane padroncino, infatti, cade in una tristezza tanto profonda da voler "resuscitare" l'amico quadrupede, non riuscendo proprio ad accettare la sua fine. Attraverso esperimenti galvanici, quindi, il piccolo Sparky si risveglia vincendo la morte, trattata con il tipico humour nero che la spoglia del ruolo di trionfatrice.

Disney
Sparky davanti a una pallina da golf

Traendo liberamente ispirazione dall'opera di Mary Shelley, il film mette in evidenza gli elementi mancanti nel romanzo dell'autrice inglese, come l'amore tra il creatore e la sua creatura. Frankenstein e lo stesso tema della morte risaltano anche grazie allo splendido bianco e nero che avvolge la vicenda. Frankenweenie pone inevitabilmente domande agli spettatori grandi e piccoli sui limiti della scienza, sull'accettazione della morte, sulla diversità e sulla solitudine.

 

Red e Toby - Nemiciamici

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Uscito nel 1981, il 24esimo Classico Disney racconta l'improbabile amicizia tra la piccola volpe orfana Red e il cagnolino da caccia Toby, che crescendo diventano preda e predatore. Nelle battute iniziali del film la mamma del voltpacchiotto si sacrifica facendosi colpire dagli spari dei cacciatori, ma non prima di aver abbandonato sotto una staccionata il proprio piccolo. Se è vero che la morte è un doloroso distacco, la pellicola spiega che anche la separazione - non per forza irreversibile come il lutto - da una persona cara possa essere altrettanto distruttiva: la sequenza in cui l'anziana signora che adotta Red, affranta e in lacrime, toglie il collare alla volpe per lasciarla libera di farsi una vita nel bosco (così da allontanarla dal cacciatore Amos, suo vicino di casa), è una delle più commoventi mai realizzate da Disney. 

Disney
Red si separa dalla sua anziana padroncina

Il tema della morte non è centralissimo in Red e Toby - Nemiciamici, in effetti: il lungometraggio punta più che altro i riflettori sulle amicizie spezzate, sui malintesi e gli abbandoni che talvolta potrebbero causare dolori grandi quanto una perdita. Sì, nel film c'è la morte del cane attempato Fiuto, ed è un momento anche piuttosto importante per il plot perché scatena il desiderio di vendetta nel segugio Toby e il suo padrone, ma qui è chiaramente la forza dell'amicizia la tematica più in risalto.

 

Quali di questi film avete visto? E quale vi ha colpito di più?

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