Ghost in the Shell, sono 29 anni dall''uscita del capolavoro cyberpunk

Il 18 novembre 1995 uscì nelle sale giapponesi Ghost in the Shell, un’opera che ha segnato l’immaginario cyberpunk.

Immagine di Ghost in the Shell, sono 29 anni dall''uscita del capolavoro cyberpunk
Autore: Rossana Barbagallo ,

Il 18 novembre 1995 uscì nelle sale giapponesi Ghost in the Shell, un’opera che ha segnato l’immaginario cyberpunk. Questo filone narrativo, esploso tra gli anni 80 e 90, rappresentava un fertile terreno creativo per raccontare storie dove tecnologia e umanità si fondono in visioni distopiche e futuristiche. Ghost in the Shell è diventato un simbolo di questo genere, trasformandosi da flop al botteghino giapponese a fenomeno mondiale, in grado di ispirare autori e registi a livello globale.

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Diretto da Mamoru Oshii, Ghost in the Shell è tratto dal manga omonimo di Masamune Shirow (pubblicato tra il 1989 e il 1991 su Young Magazine). La storia, un thriller poliziesco ambientato in un mondo futuristico e cyberpunk, mostra una società dove il confine tra uomo e macchina si assottiglia grazie a impianti e collegamenti alla rete. L’ambientazione fantascientifica è accompagnata da un complesso intreccio socio-politico che riflette sull’effetto dell’iper-tecnologia sull'individuo e la società. Shirow, inoltre, include nel manga numerose note esplicative per facilitare la comprensione delle tematiche più intricate.

Il film di Oshii si ispira a questa base per creare un’opera che, grazie alla potenza delle animazioni e delle illustrazioni, ha dato origine a un franchise composto da film, serie animate, videogiochi e un adattamento live action del 2017 con Scarlett Johansson. Nonostante il potenziale, al debutto nelle sale giapponesi Ghost in the Shell non ebbe grande successo commerciale; fu solo con la diffusione internazionale, in particolare nel mercato home video statunitense, che l'opera conquistò popolarità.

La rinascita con Ghost in the Shell 2.0

Un momento cruciale per la diffusione di Ghost in the Shell fu l’uscita di Ghost in the Shell 2.0 nel 2008, una versione restaurata e aggiornata con l’aggiunta di alcune sequenze in CGI. Oshii, inizialmente intenzionato solo a rinnovare la traccia audio, decise di revisionare anche l’aspetto visivo. Scene iconiche come la “costruzione” del corpo di Motoko Kusanagi e i movimenti degli elicotteri furono migliorate, in un processo curato da esperti come Hisashi Ezura, animatore specializzato in effetti digitali. Anche il comparto audio subì un restyling, grazie al sound designer Randy Thom (Oscar per Gli Incredibili), presso gli studi Skywalker Sound di George Lucas, con un remix musicale e un nuovo doppiaggio.

La Trama

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Ambientato nel 2029, il film segue Motoko Kusanagi, cyborg con cervello umano e leader della Sezione 9, un’unità anti-terrorismo specializzata in crimini informatici. La trama ruota intorno alla sua missione per catturare “Il Burattinaio”, un hacker legato al misterioso Progetto 2501. Con il supporto della sua squadra, composta da Batou, Togusa e Ishikawa, Motoko scopre una rete di complotti e IA ribelli, mentre inizia a porsi domande esistenziali sulla propria identità.

Riflessioni sull'identità e sulla coscienza

Ghost in the Shell è celebre non solo per l’estetica visiva, ma anche per le riflessioni filosofiche su coscienza e tecnologia. Il regista Oshii commentò che “collegarsi alla rete con un cellulare non ci renderebbe diversi da un cyborg,” sottolineando quanto il film anticipi il tema dell’iper-connessione. In un mondo dove i cyberbrain (cervelli ibridi umano-macchina) permettono la connessione continua alla rete, l’opera esplora la possibilità che anche le IA possano sviluppare una propria coscienza. Kusanagi stessa si domanda se la sua “anima” sia autentica o una costruzione illusoria, come evidenziato in un dialogo profondo con Batou sulla natura dell'identità.

Un'ispirazione per il cinema mondiale

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Il successo e l’impatto di Ghost in the Shell si riflettono anche nelle influenze che ha esercitato su altre opere, come Matrix, di cui le sorelle Wachowski, ispirate dalle tematiche cyberpunk, hanno realizzato una versione live action definita un Ghost in the Shell "reale". Le somiglianze includono l’apertura in codice numerico e l’interfaccia neurale alla base della nuca. Tematiche come la crisi d’identità provocata dal progresso tecnologico sono pilastri in entrambe le opere.

Curiosità sulla colonna sonora

La colonna sonora del film di Kenji Kawai contribuisce a costruire l'atmosfera unica di Ghost in the Shell. Il brano Making of Cyborg, udibile nella scena iniziale e ricorrente durante il film, è ispirato ai canti nuziali del folklore giapponese, con l’obiettivo di esorcizzare influenze negative. Nelle versioni occidentali è stato aggiunto il brano finale One Minute Warning dei Passengers (collaborazione tra U2 e Brian Eno), mentre il video musicale dei Wamdue Project per King of My Castle include scene tratte da Ghost in the Shell.

In conclusione, Ghost in the Shell resta un capolavoro del cinema cyberpunk, attuale e visionario anche dopo venticinque anni, un’opera da vedere e rivedere per riflettere sui confini tra uomo e macchina, coscienza e artificio.

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