Guardando Gli Anelli del Potere risulta assolutamente lecito chiedersi da dove gli autori della serie Prime Video abbiano tratto il materiale alla base dei racconti attualmente in corso. Analizzando agli adattamenti realizzati in precedenza al cinema, si palesano nell’immediato le fonti dalle quali Peter Jackson, ma anche Ralph Bakshi con la sua versione animata, hanno tratto i loro lavori. Se da una parte vediamo opere che trovano le proprie origini nei libri più celebri e completi di J.R.R. Tolkien (come la trilogia de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit), dall’altra siamo di fronte a un lavoro seriale che, attualmente parlando, ha generato più di un dubbio nei fan storici e attuali proprio da questo punto di vista.
Quello che sappiamo di per certo è che il racconto al centro de Gli Anelli del Potere si sviluppa durante la cosiddetta Seconda Era della Terra di Mezzo. Un periodo piuttosto oscuro e fumoso che, fra i suoi eventi principali, vede l’ascesa progressiva di un Sauron che acquista sempre più potere e dominio, e la celeberrima creazione degli Anelli con cui riesce a sottomettere parte delle razze di Arda al suo volere.
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Partendo dal presupposto che lo stesso J.R.R. Tolkien non ha mai del tutto approfondito le dinamiche di un periodo storico del genere, offrendo invece accenni e dettagli sparsi, risulta lecito chiedersi da dove e come abbiano realizzato un racconto seriale del genere, raggiungendo un livello di dettaglio narrativo paragonabile a quanto realizzato da Jackson, per fare un esempio, in precedenza. Quali sono, quindi, i testi che hanno influenzato e guidato la scrittura de Gli Anelli del Potere? Scopriamolo insieme.
Silmarillion, appendici e limitazioni
Sebbene il testo più approfondito attualmente in commercio riguardante la Seconda Era della Terra di Mezzo sia senza dubbio Il Silmarillion, è bene specificare fin da subito che non si tratta di una delle fonti alla base de Gli Anelli del Potere, per via del fatto che Amazon, almeno in base a quanto riportato da Screen Rant, non possiede i diritti dell’opera in questione. Avendo per le mani, però, quelli dei testi centrali e più famosi, gli autori della serie tv hanno potuto attingere alle appendici de Il Signore degli Anelli: Il Ritorno del Re (anche questo è un testo che tratta della Seconda Era). Sarebbe quindi opportuno individuare piuttosto in questa lettura, che non altrove, una delle fonti principali alla base del lavoro seriale su Prime Video.
Il mancato possesso dei diritti di trasposizione de Il Silmarillion ha ovviamente generato non poche difficoltà nella resa narrativa finale de Gli Anelli del Potere, dato che alcune fra le storie più importanti de La Terra di Mezzo sono trattate proprio in quel testo. Non potendole adattare, gli sceneggiatori della serie hanno dovuto improvvisare e rielaborare quanto conosciuto, generando alcune differenze sostanziali rispetto a quanto visto, ad esempio, nella prima stagione con i suoi protagonisti principali. Di base, tutto quello che compare fattualmente ne Lo Hobbit e nei libri de Il Signore degli Anelli può trovare spazio sul piccolo schermo senza alcun problema. Le libertà creative prese fino a questo momento, e le invenzioni narrative, si suppone derivino dal fatto che le proprietà intellettuali dei personaggi esistono, ma restano limitate ad alcuni testi specifici.
Da tutto ciò la scelta di espandere, seguendo una via praticamente nuova con Gli Anelli del Potere. Il materiale originale da cui ogni cosa si sviluppa, queste cosiddette appendici, è fondamentale per la comprensione di alcuni eventi storici del mondo di Tolkien, ma, differentemente dagli altri testi, non entra quasi mai nel dettaglio. Avendo una visione generale di questo tipo, gli sceneggiatori si sono trovati a dover lavorare espandendo il racconto verso strade anche del tutto inedite e con elementi mai visti prima dai fan de Il Signore degli Anelli. Una costruzione del genere, ovviamente, non ha incontrato il favore di tutti, anche laddove la situazione era più chiara che mai.
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