I Guardiani della Galassia: gli eroi cosmici di Marvel Comics

Eroi galattici o avventurieri fortunati? I Guardiani della Galassia sono i rappresentanti della fantascienza di casa Marvel.

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Autore: Manuel Enrico ,

Hanno salvato la galassia con una battaglia a suon di colpi di danza, per poi affrontare un pianeta vivente, per poi salvare nuovamente l’universo combattendo al fianco degli Eroi più Potenti della Terra. Non c’è dubbio che i Guardiani della Galassia siano divenuti rapidamente trai personaggi del Marvel Cinematic Universe, grazie a una fortunata combinazione di interpretazioni scanzonate e storie dal taglio emotivo tipicamente ‘alla Gunn’, portando alla ribalta una delle formazioni di Marvel Comics tra le meno note al grande pubblico. 

Riguardando alla vita cartacea dei Guardiani della Galassia, non si può fare a meno di notare come la loro storia sia costellata più di fallimenti che non di successi. Serie avviate per venire chiuse rapidamente, cambi di formazione continui e tentativi di rendere questa squadra di eroi spaziali uno dei punti di riferimento della narrativa a fumetti della Casa delle Idee. 

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I Guardiani della Galassia, gli eroi cosmici marveliani, tra fallimenti editoriali e grandi rinascite

In casa Marvel si è sempre cercato di interpretare al meglio i desideri dei lettori, specialmente nei primi anni del Marvel Universe. Con la nascita della Silver Age, la Casa delle Idee aveva ritrovato nuova fiducia nel genere supereroistico, tornato nelle grazie dei lettori dopo un lungo distacco. Per non perdere questo contatto, oltre ai classici approcci al mondo supereroistico, rappresentato da personaggi come Spider-Man o gli X-Men, in Marvel si cercò di intercettare anche l’interesse dei lettori verso nuove suggestioni narrative.

L’interesse per l’occulto e il misticismo trovò spazio grazie alla creazione di Dottor Strange, ma il crescente interesse per la fantascienza non era da sottovalutare, motivo per cui la Casa delle Idee diede vita alla sua versione del supereroe spaziale: I Guardiani della Galassia.

I Guardiani della Galassia: dove nessun eroe è mai giunto prima

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Non che prima dell’arrivo dei Guardiani della Galassia in casa Marvel mancassero le proposte sci-fi. L’origine stessa dei personaggi di punta della Casa delle Idee attingeva molto dalla sci-fi del periodo, interprete di un timore diffuso sulle nuove tecnologie belliche viste nell’ultimo conflitto mondiale e acuite dal ‘pericolo rosso’, vissuto durante la Guerra Fredda.

Non è un caso che tutti gli eroi degli albori del Marvel Universe avessero un legame forte con la scienza ‘pericolosa’: i timori dell’esplorazione spaziale portarono alla nascita dei Fantastici Quattro (raggi cosmici), un esperimento militare diede i natali a Hulk (raggi gamma), Peter Parker trova i suoi poteri grazie a un ragno radioattivo e gli X-Men sono i Figli dell’Atomo, nientemeno.

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L’unico a discostarsi lievemente da questa weird science pericolosa è Iron Man, che non rimane vittima della scienza ma la piega al suo volere per sopravvivere, utilizzando la fantascienza in modo più materiale, più credibile, sempre nei limiti dei fumetti. Serviva dunque un qualcosa di particolare che si spingesse in modo più radicale nella fantascienza.

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In passato, questo contesto narrativo era stato già affrontato su alcune pubblicazioni antologiche di Marvel. In Tales to Astonish, ad esempio, del novembre ‘60, era comparso un racconto scritto da Stan Lee e disegnato da Jack Kirby Ho sfidato Groot, il mostro del pianeta X (ispirato ad un racconto breve di qualche anno prima), in cui un albero alieno tentava di invadere la Terra, venendo però sconfitto. Ispirato al classico tema fantascientifico dell’invasione aliena, questo racconto ha il merito di presentare un personaggio che negli anni successivi tornerà, seppure in modo diverso, all’interno della futura formazione ‘spaziale’ di casa Marvel. 

È nel 1967 che la fantascienza cerca di ritagliarsi una maggior rilevanza nella produzione della Casa delle Idee, quando Marvel darà vita ad un altro eroe spaziale, il kree Mar’Vell, che diventerà noto come Capitan Marvel. Pur essendo un alieno, le avventure di Mar’Vell sono comunque molto terrestri, pur aprendosi a delle imprese spaziali. Ma per avere una serie totalmente fantascientifica si dovette attendere il 1968.

Dopo un abbandono dovuto a divergenze creative con i vertici di DC Comics, Arthur Drake bussa alla porta di Stan Lee. In quel periodo, uno degli autori di punta della Casa delle Idee, Roy Thomas, stava ideando una nuova serie, che sarebbe divenuta poi la scintilla vitale da cui sarebbero scaturiti I Guardiani della Galassia:

‘I Guardiani della Galassia’ presero vita da una mia idea su una squadra di super-guerriglieri che combattevano contro Russi e Cinesi che avevano conquistato e diviso gli Stati Uniti. Aveva ricevuto l’approvazione da Stan Lee, ma non avendo tempo di fare le necessarie ricerche e scriverla, passai l’idea a Arnold Drake. Drake in un incontro con Stan, decise, forse con lo stesso Lee, di cambiare questa idea in una serie spaziale. Tutti i personaggi de I Guardiani della Galassia furono creati da Stan e Arnold

L’idea iniziale di Arnold per la serie era semplice.

Nell’anno 3000, il Sistema Solare è unificato in un’unica nazione, i P.U.T. (Pianeti Uniti della Terra), e con capitale la Terra. I Coloni si sono adatti agli ambienti dei diversi pianeti, sviluppando caratteristiche e tecnologie ad hoc per sopravvivere nelle differenti condizioni in cui si trovano a vivere. A guastare questo idillio futuro sono i Badoon, rettili alieni, che attaccano i terrestri, portandoli all’estinzione. A sopravvivere, è un gruppetto composto dagli ultimi superstiti dei coloni, che diventano una sorta di Vendicatori dello spazio.

A comporre questa prima formazione de I Guardiani della Galassia erano il Maggiore Vance Astro (astronauta del 20esimo rimasto ibernato per millenni durante il suo viaggio vero Alpha Centauri), Charlie-27 (un soldato della popolazione umana di Giove), Martinex T’Naga (un plutoniano, discendente dei coloni terrestri, composto di cristallo) e Yondu Udonat (unico non umano, nobile di Centauri-IV).

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La prima apparizione del supergruppo (disegnata da Gene Colan) avviene in Marvel Super-Heroes #18, serie antologica in cui vengono principalmente pubblicate ristampe di avventure datate degli eroi della Casa delle Idee. La scelta di non avviare una serie dedicata ai Guardiani della Galassia è dovuta a Stan Lee, che non era pronto a scommettere sulla squadra di eroi di Drake.

Decisione rivelatasi provvidenziale, visto che nonostante il numero di Marvel Super-Heroes avesse registrato buone vendite, i nuovi eroi non vennero accolti molto bene dal pubblico, un’accoglienza infelice che portò I Guardiani della Galassia ad una lunga lontananza dalle edicole. 

La storia non convinse in quanto giudicata troppo ‘vecchia’ come stile, incapace di cogliere l’interesse dei lettori. La formazione dei Guardiani della Galassia venne quindi messa nel cassetto, complice la scelta di Drake di abbandonare Marvel, dopo qualche storia scritta per gli X-Men.

Una nuova speranza

Il fallimento del primo esordio de I Guardiani della Galassia non condannò, però, i supereroi galattici ad un definitivo oblio. Il lavoro di Drake, per quanto non apprezzato dai lettori e dalla dirigenza Marvel, rimase un punto di partenza per chi avrebbe ripreso in mano la formazione: Steve Gerber.

Tra gli incarichi affidati a Gerber, c’è la seria Marvel-Two-in-One. Si tratta di una pubblicazione in cui assistiamo a team up, che principalmente vedono protagonista Ben ‘Cosa’ Grimm, impegnato in avventure che lo vedono affiancato da altri eroi Marvel.

In Marvel-Two-in-One #5 del 1974, come conseguenza di un errore nell’utilizzo di una macchina del tempo creata da Reed Richards, una donna del 31esimo secolo finisce nel presente, portando inquietanti notizie sul futuro dell’umanità. Senza pensarci due volte, la Cosa, Capitan America e Sharon Carter viaggiano nel futuro per salvare l’umanità. E chi troveranno? I Guardiani della Galassia, ovviamente.

È un passaggio importante, perché sino a quel momento i Guardiani della Galassia non erano pensati come parte del Marvel Universe, ma come una sorte di futuro alternativo. L’idea di Gerber, invece, introdusse ufficialmente i Guardiani della Galassia all’interno della continuity marveliana.

Questa comparsata al fianco di Cap e della Cosa non fu sufficiente per dare alla squadra galattica una propria serie. La successiva apparizione dei Guardiani della Galassia avvenne, sempre ad opera di Gerber, in una storia dei Difensori, suddivisa in un arco temporale in cinque parti. Passaggio essenziale, perché consente di chiudere la storyline legata ai Badoon, retaggio dei primi passi della formazione.

Nel concludere questa parte della vita dei Guardiani della Galassia, Gerber dimostra di avere compreso come i lettori siano in cerca di una fantascienza più moderna e meno legata al concetto ‘classico’, tipico della letteratura sci-fi degli anni ’40-’50. Il gusto della fantascienza del periodo è influenzato da film come L’invasione degli ultracorpi e nuove serie TV come Ai confini della realtà e le repliche di uno dei simboli della fantascienza moderna: Star Trek

Gerber recepisce queste suggestioni e le rielabora all’interno del contesto marveliano, sia narrativamente che visivamente. I personaggi vengono presentati in una nuova veste, la tecnologia è più creativa e risente di queste influenze (la loro astronave, la Captain America, ha un’evidente somiglianza con l’Enterprise di Star Trek).

Concluso il ciclo legato ai Badoon, Gerber ha la possibilità di lanciare i Guardiani della Galassia verso una propria indipendenza. L’occasione arriva con Marvel Presents, la pubblicazione utilizzata dalla Casa delle Idee per lanciare nuovi personaggi. Marvel Presents #3 del febbraio 1976 ospita il primo numero della serie ufficiale de I Guardiani della Galassia. 

L’idea alla base della run di Gerber è semplice:

La maggior parte delle storie che stavo scrivendo erano ambientate nel presente. Volevo realizzare qualcosa che unisse il classico racconto supereroistico con degli elementi differenti, in modo da poter utilizzare più liberamente la mia creatività. Dave Cockrum ridisegnò i costumi, creammo una nuova astronave per loro, e riscrivemmo la trama delle storie, in modo da non farli più lottare con i Badoon sulla Terra, mandandoli tra le stelle

La serie dei Guardiani della Galassia ha una cadenza bimensile, con l’introduzione di nuovi personaggi che avranno un ruolo essenziale nella vita dei Guardiani della Galassia, come Starhawk e Nikki, consentendo di sperimentare con trame che accolgano diverse suggestioni, come le love story, che in Marvel stavano diventando un elemento narrativo molto usato.

Quando al settimo numero Gerber lascia la testata, al suo posto si insedia Roger Stern, che guida la testata sino al dodicesimo numero, quanto viene chiusa.

I Guardiani della Galassia tornano quindi al ruolo di ospiti in altre pubblicazioni Marvel, ma è nei Marvel Two-in-One dell’autunno 1980 che avviene un radicale cambio nell’universo di questi eroi, quando alcuni cambi apportati ad uno dei personaggi rivoluzionano nuovamente i Guardiani della Galassia, allontanandoli nuovamente dalla scena principale del Marvel Universe.

E nuovamente i Guardiani della Galassia si arrestano, in attesa di una terza occasione.

Guardiani della Galassia, the next generation

Bisogna aspettare il 1989, quando una serie televisiva riaccende l’interesse per la fantascienza: Star Trek the Next Generation. Il successo della nuova serie dell’universo creato da Gene Roddenberry convince l’editor Tom deFalco che anche in Marvel si debba spingere su una serie fantascientifica, e il suo primo sono proprio i Guardiani della Galassia, che stanno ancora aspettando una nuova occasione.

Erano gli anni in cui in Marvel stavano lavorando talenti che presto avrebbero guidato la rivoluzione del mondo dei comics americani degli anni ’90, nomi come Liefeld, Lee, McFarlane e Valentino. Proprio quest’ultimo, nello stesso periodo in cui DeFalco puntava a un rilancio della formazione spaziale, si presentò dall’editor Marvel con un’idea per rivitalizzare la formazione originale (DeFalco puntava a una nuova squadra), ottenendo la sua occasione: una serie regolare sui Guardiani della Galassia.

Valentino si fa carico sia della scrittura che dei disegni, improntando la serie maggiormente all’azione. Il risultato è una run avvincente, in cui compaiono personaggi che troveranno anche spazio in altre formazioni del Marvel Universe (come Simon Williams, Wonder Man), orchestrando le avventure dei Guardiani della Galassia in modo da muoversi su diverse linee temporali e creando un roster di alleati ed avversari tali da consentire una continua presenza di colpi di scena, che diedero un grande dinamismo alla serie.

Valentino, pur avendo in mente la storia sino al numero 50, venne estromesso dalla serie quando decise di unirsi agli altri ragazzi terribili del fumetto del periodo nel fondare la Image Comics. Valentino aveva preso in carico due serie della neonata casa editrice, e chiese all’editor Craig Anderson la possibilità di limitarsi a scrivere le storie dei Guardiani della Galassia. Anderson, di tutta risposta, lo estromise e affidò la testata a Michael Gallagher.

Gallagher traghettò i Guardiani della Galassia sino alla loro chiusura, avvenuta con il numero 62 , nel luglio del 1995. Ci fu tempo anche per uno spin-off, Galactic Guardians, possibile grazie alla perfetta sintonia tra Gallagher e il disegnatore Kevin West, ma la sorte dei Guardiani della Galassia era talmente infausta che la serie si concluse senza un finale, come raccontò lo stesso Gallagher:

Quando scoprii che eravamo prossimi alla chiusura, iniziai a cercarmi altri lavori ovviamente e finii alla Malibu. Quando si trattò di arrivare alla conclusione della serie dei Guardiani della Galassia avevo già preso impegni con la Malibu, per cui fui costretto a rinunciare per rispettare le deadline con Malibu. Nonostante qualche mal di stomaco per il nervoso fatto, ho adorato molto aver lavorato su quella serie

Per il momento la storia dei Guardiani della Galassia sembrava nuovamente arrivata al capolinea. La vita dei Guardiani della Galassia sembrava essere caratterizzata da questi incredibili alti e bassi, che conducevano sempre a una fine ingloriosa. Ma non era ancora detta l’ultima parola.

Il ritorno dei Guardiani della Galassia

Nel 2008 si decise di dare nuovamente una possibilità a questa sfortunata formazione. La serie venne affidata a Dan Abnett, che decise di utilizzare le conseguenze del maxi-evento Annhihlation come punto di partenza per la nuova formazione, utilizzando un personaggio cosmico già noto ai lettori Marvel, ma poco usato in questo contesto: Star-Lord.

Creato da Steve Englehart nel 1976, Star-Lord era un personaggio nato dalla passione dell’autore per l’astrologia, come raccontò lo stesso Englehart:

Avevo voglia di creare qualcosa di grandioso. Il mio eroe sarebbe passato dall’essere uno spiacevole, introverso sfigato al più cosmico eroe dell’universo, e mi sarei ricollegato al mio interesse per l’astrologia. Avevo già pianificato la sua crescita, tramite una storia d’azione su Mercurio, una storia d’amore su Venere e una di guerra su Marte, e così via sino ai confini del sistema solare, e poi oltre. Ma dopo che ebbi realizzato i suoi primi passi sulla Terra, dove lo avevo presentato come spiacevole e introverso, lasciai la Marvel e nessuno seppe cosa avevo in mente

Il personaggio fortunatamente passò sotto le amorevoli cure di un altro grande autore Marvel, Chris Claremont, che all’interno di Marvel Preview sviluppò il personaggio omaggiando la fantascienza alla Heinlein (incappando anche in qualche piccola bega legale). La gestione di Claremont del personaggio fu essenziale, ma sull’onda degli eventi di Annihilation fu necessaria un’operazione di retcon, che rese le prime storie di Star-Lord una sorta di racconto su un universo parallelo.

Annihilation fu un evento essenziale per la rinascita dei Guardiani della Galassia. In questa saga ricomparve l’albero alieno senziente Groot, questa volta non come nemico ma come personaggio positivo, che venne in seguito arruolato in una squadra di eroi galattici messa insieme da Star-Lord dopo gli eventi di Annihilation, in modo da prevenire disastri cosmici.

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Della squadra facevano parte Star-Lord, Nova, Groot, Gamora, Adam Warlock, Rocket Racoon e Drax il Distruttore. In una delle prime missioni, il gruppo incappa in una versione smemorata di Vance Astro, membro della formazione originale dei Guardiani della Galassia, che invita il gruppetto ad assumere il titolo di Guardiani della Galassia, in onore al compito che si sono prefissi.

Questa rinnovata squadra diventa una delle pubblicazioni più interessanti della Marvel degli ultimi anni, offrendo una buona fantascienza e diventando protagonista di alcuni dei grandi eventi della Casa delle Idee.

È da riconoscere un merito non indifferente alla riscoperta dei Guardiani della Galassia al Marvel Cinematic Universe, che ha preso ispirazione da una delle ultime formazioni del team per offrire ai propri spettatori un elemento di leggerezza e space opera all’interno del proprio contesto narrativo. Scelta interessante e che ha portato numerosi nuovi lettori su una testata che ha sempre faticato a trovare il proprio posto nel variegato Marvel Universe

I Guardiani della Galassia nel Marvel Cinematic Universe

All’interno del Marvel Cinematica Universe, i Guardiani della Galassia sono divenuti un punto di svolta specialmente sul piano della caratterizzazione dei personaggi. Abituati a un approccio fortemente eroistico e mirato sempre alla costruzione di figure epiche, i film del MCU non si erano mai concessi di giocare con un umorismo scanzonato. Approccio che viene tentato proprio con la trasposizione cinematografica dei Guardiani della Galassia, che affidato a James Gunn si rivela un punto di svolta per lo stilema narrativo del franchise.

Gunn introduce l’importanza di una colonna sonora più quotidiana, legandola alle esperienze dirette dei personaggi e adattandola magnificamente alle scene più emozionanti delle imprese di quella che viene presentata come una famiglia spaziale altamente disfunzionale. Sin dal primo capitolo, Guardians of the Galaxy mira a coinvolgere lo spettatore in un racconto sci-fi divertente e ironico, in cui i momenti più intimi e riflessivi dei personaggi risultano ancora più intensi grazie a una scrittura ben equilibrata.

All’interno della continuity del franchise, i Guardiani della Galassia hanno inizialmente un ruolo marginale. Le loro imprese sono legate alla Avengers Saga più per la presenza di Gamora (Zoe Saldana), figlia di Thanos, che non per la loro affinità agli altri eroi della saga. Dopo i primi due capitoli che li hanno visti protagonisti assoluti, questi eroi atipici entrano nel novero degli eroi del MCU con Avengers: Infinity Wars e Avengers: Endgame, momento corale che segna la fine di un primo ciclo del franchise.

Dopo questo momento, i Guardiani compaiono prima in Thor: Love and Thunder in un ruolo minore, arrivando a guadagnarsi il primo Holiday Special del Marvel Cinematic Universe, uscito per le festività natalizie dello scorso anno. Un momento preparatorio per il gran finale della gestione Gunn, concretizzatosi con Guardians of the Galaxy vol. 3, il momento più alto dell’attuale Fase Cinque dell’MCU.

Dopo lo scioglimento dell’attuale formazione dei Guardiani e la nascita di una nuova squadra, non è dato sapere quale sarà il destino di Guardiani della Galassia nel Marvel Cinematic Universe, ma considerata la sempre più marcata spinta verso le stelle del franchise è lecito attendersi di vedere nuovamente in azione questi eroi galattici, capitanati ora da Rocket Racoon.

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