Il Drago Invisibile: i 5 motivi per cui vale la pena vedere il film

Autore: Sandra Martone ,

Non sempre gli appassionati sono riusciti ad apprezzare i costosi reboot live-action di Disney.

Nonostante questo, però, la casa di produzione continua a portarli sul grande schermo per tentare di far innamorare di vecchie storie gli esigenti bambini di oggi e di scatenare l’effetto nostalgia in quelli di ieri. Anche se questi ultimi spesso rimangono un po’ delusi.

A dimostrare che non tutte le trasposizioni in carne ed ossa di notissimi cult dell’animazione vengono per nuocere, oltre al successo del trailer di La Bella e la Bestia, arriva oggi al cinema Il Drago Invisibile.

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Il lungometraggio è tratto dalla pellicola a tecnica mista Elliott il Drago Invisibile che nel 1977 raccontò per la prima, e non più unica, volta la storia dell’amicizia tra l’orfano Pete e il drago Elliott.

Ecco quali sono i 5 motivi per cui vale la pena vedere il nuovo film Disney, seconda rilettura cinematografica del racconto breve di S. S. Field e Seton I. Miller:

1- Il giusto compromesso tra passato e presente

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Con Maleficent Disney ha completamente cambiato la storia de La Bella Addormentata così come la conoscevamo, stravolgendola decisamente troppo. Con Cinderella - invece - ha trasposto sul grande schermo lo stesso identico racconto che è risultato anacronistico.

Con Il Drago Invisibile la casa di produzione è riuscita a trovare il giusto compromesso non alterando il plot originale del film, ma modificando alcuni dettagli della trama per renderlo più fruibile per spettatori.

2- Elliott

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Pete accarezza Elliott in una scena di Il Drago Invisibile
Pete e Elliott, Il Drago Invisibile

Nel film del 1977 Elliott era l’unico personaggio animato del film a lui dedicato.

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Ora il medesimo drago verde è un capolavoro della computer grafica con una caratteristica molto particolare: la pelliccia.

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Tale peculiarità di Elliott, oltre ad essere un palese omaggio al Falkon di La Storia Inifinita, è stata una scelta “di stile” del regista David Lowery, la cui ispirazione è nata mentre accarezzava il pelo dei suoi gatti:

Creare un drago alla Il Trono di Spade, squamoso e freddo, sarebbe stato figo, ma ho voluto che Elliott fosse il tipo di drago al quale si vorrebbe davvero dare un abbraccio.

Ed effettivamente Elliott ha tutte le qualità per essere l’amico drago che tutti hanno sempre sognato di avere, almeno una volta nella vita.

3- Io Pete, tu Elliott

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Pete in Il Drago Invisibile
Oakes Fegley è Pete in Il Drago Invisibile

Anche il coprotagonista di Il Drago Invisibile, ovvero Pete (Oakes Fegley), è molto diverso da quello della pellicola originale di cui si sapeva poco e niente.

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Il nuovo Pete ricorda nelle vesti e nelle gesta Tarzan e quindi è un personaggio fin da subito familiare. Inoltre, il fatto che il pubblico stavolta sia spettatore del motivo per cui è orfano, del suo dramma che fa da incipit alla pellicola, porta immediatamente ad empatizzare con lui.

4- Moderne morali

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Elliott in Il Drago Invisibile
Elliott, Il Drago Invisibile

Come in Elliott il Drago Invisibile anche in Il Drago Invisibile la pelosa e mitologica creatura è sinonimo del diverso, di colui che non può essere accettato dalla società.

Oltre alla morale legata all’uguaglianza - presente in un modo o nell’altro in tutti i film Disney che raccontano un’amicizia - in Il Drago Invisibile vi è anche una forte e moderna morale ambientalista.

Elliott qui non è solo il diverso, ma anche l’animale che va preservato proprio come la foresta in cui vive e che i famelici umani tentano ogni giorno di radere al suolo.

5- Un finale inaspettato

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Elliott e Pete in una scena di Il Drago Invisibile
Elliott e Pete, Il Drago Invisibile

In il Drago Invisibile, alla fine, il buffo drago lascia Pete nelle mani della sua famiglia per andare a cercare un nuovo bambino da salvare.
Tale distacco è metafora del passaggio di Pete dall’infanzia all’età adulta.

In Il Drago Invisibile, invece, le cose vanno diversamente.

Show hidden content Elliott viene salvato dalle grinfie di chi lo ha catturato per fini di lucro ma non abbandona Pete, semplicemente si reca in un luogo dove vivono i suoi simili e Pete, quando vorrà, potrà andare a trovarlo.Tale finale, ben più lieto di quello originale, pone sullo stesso piano Pete (l’uomo) e Elliott (l’animale) entrambi meritevoli - in questa nuova versione della storia - di una vita migliore.
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