Kizazi Moto: intervista esclusiva al cast

Autore: Livia Soreca ,

A partire dal 5 luglio, su Disney Plus è possibile prendere visione di un'incredibile serie TV d'animazione. Si tratta di Kizazi Moto: Generazione di Fuoco, un'antologia di 10 cortometraggi ambientati in un'Africa futuristica. Ciascun episodio, scritto e diretto da diverse personalità, è ambientato in una precisa nazione del continente: Kenya, Egitto, Zimbabwe, Sudafrica, Nigeria e Uganda.

Per l'uscita della serie, abbiamo intervistato parte del cast di Kizazi Moto. La produttrice Tendayi Nyeke è stata affiancata da tre registi che hanno preso parte all'ambizioso progetto: Ng'endo Mukii (regista dell'episodio Enkai), Tshepo Moche (regista di First Totem Problems) e Tafadzwa Hove, regista di Mukudzei insieme a Pious Nyenyewa).

Intervista al cast di Kizazi Moto

L'animazione non è solo per bambini

 

Kizazi Moto: Generazione di Fuoco è senza dubbio una serie TV adatta a un pubblico di ogni età, visti i temi trattati spesso decisamente maturi. Per molto tempo l'animazione ha faticato e sudato affinché fosse considerata cinema autentico, non un genere - perché, di fatto, si parla di tecnica - né qualcosa pensato esclusivamente per bambini.

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Purtroppo, è una convinzione tuttora viva, spesso all'interno dello stesso mondo del cinema e della serialità televisiva. Il cast di Kizazi Moto ha raccontato come ha affrontato e affronta ancora questa sciocca convinzione, e come Kizazi Moto possa sfatare questo falso mito.

Tendayi Nyeke:

Guillermo del Toro agli Oscar ha detto che l'animazione è cinema, no? Le persone lo trattano come un genere, come fosse limitata ai più piccoli, ma è una forma d'arte, è una forma di storytelling, e credo che noi combattiamo letteralmente facendo ciò che abbiamo fatto con questa antologia. Abbiamo chiesto ai registi di raccontare storie in qualunque modo volessero, usando il loro stile o stili d'animazione preferiti, che hanno veramente esteso quello che volevano dire con i loro corti.

Lo storytelling di Disney+ era molto intenzionato ad assicurarsi che le persone dai 9 ai 99 anni di età potessero guardare queste storie. Quindi ciò che i personaggi attraversano nei cortometraggi sono cose che le persone di ogni generazione possono provare. Penso che il pubblico di ogni età abbia l'opportunità di guardare questa bellissima arte e queste storie davvero potenti ed emotive, e di essere intrattenuti allo stesso tempo.

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Ng'endo Mukii:

Credo che il fatto che molte persone vedano ancora l'animazione per bambini significa che c'è davvero questo potere che risiede nell'animazione. C'è, ed è quasi come se tu potessi nascondere o includere molti simbolismi. Puoi includere davvero tanti messaggi potenti nell'animazione e le persone non ne usufruiscono necessariamente con la stessa serietà con cui usufruiscono dei live action. Quindi puoi avere problematiche politiche, sociali, ambientali, puoi avere tante di quelle cose che sono incluse nel tuo film, perché l'animazione non è considerata a tal punto come i live action.

Tu puoi essere capace di inviare messaggi veramente forti senza che i governi si intromettano e credo che questo sia veramente potente. Ci sono alcuni film che sono stati fatti in Kenya, per esempio, che guardano la cultura queer, che hanno topic come lo sbiancamento della pelle e altre diverse cose che sono state fatte - il traffico di essere umani, per esempio - e che sono state trattate con l'animazione. Queste non sono state censurate. Sai, i loro registi sono stati capaci di produrre quei film e di metterli online e di diffonderli con il mondo e non sono stati censurati. In ogni caso, con film sullo stesso topic fatti da registi usando il live action... Questi registi si sono ritrovati ad essere punzecchiati dal governo. Sono stati anche arrestati a un certo punto.

Non dovremmo sottovalutare questo potere, c'è un incanto che è quasi come il lupo vestito da pecora. Quindi se le persone hanno le loro convinzioni son fatti loro, ma c'è anche un potere con cui noi possiamo giocare, perché non si aspettano che noi abbiamo topic importanti.

Kizazi Moto: un'antologia in equilibrio

Nella recensione di Kizazi Moto è stato evidenziato il forte equilibrio tra i 10 episodi che compongono l'antologia. Nonostante ogni storia avesse il proprio topic specifico, il proprio stile d'animazione e i propri messaggi da comunicare al pubblico, è impossibile non notare come, alla fine, nasca un'armonia che sembra quasi naturale. È stato interessante chiedere al cast di Kizazi Moto come esso abbia lavorato per la serie TV di Disney+.

Tendayi Nyeke:

Credo che quando c'è stata la presentazione tutti i registi dovessero rispondere alle stesse domande. Dovevano raccontare una storia ambientata nel futuro, avere una storia con una prospettiva ottimistica, e che fosse fantascientifica. Dunque penso che questi fossero gli ingredienti unificanti, ma credo che spiritualmente il punto fosse trovare qualcosa centrale per la nostra identità.

Credo che ognuno volesse indagare su come avrebbe potuto trasporlo nel futuro. Queste cose sono successe organicamente, come i fili comuni o le sovrapposizioni. Nessuno li ha imposti, nessuno li ha richiesti. Infatti, in alcuni casi erano gli stessi registi a notare "Hey, i capelli di quei due sono esattamente uguali" o altro, dunque sì, queste cose sono successe organicamente.

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Tshepo Moche:

Non stavamo lavorando per ottenerlo. È stato in un momento in cui lavoravamo principalmente online, ma nessuno dei registi stava lavorando insieme giorno per giorno. Abbiamo avuto delle sessioni faccia a faccia che sono state veramente magnifiche, e alcuni piccoli incontri qui per raggiungerci e aggiornarci. Ma la maggior parte di noi era come nel proprio angolino a lavorare al proprio corto ed è questo che ha reso così fantastico quando siamo arrivati tutti insieme e abbiamo visto alcuni di questi fili in comune.

Penso che sia stato davvero un bellissimo esempio di come semplicemente pensiamo... Sai, noi diciamo che l'Africa non è una sola nazione, no? Ma un po' lo è, siamo tutti connessi, e credo che l'antologia mostri che ci sono tutte queste diverse tasche e angoli dove noi stiamo facendo la nostra cosa ma siamo sempre tanto connessi. E questo si vede nella serie di corti messi insieme.

Tafadzwa Hove:

Credo che ci siano sicuramente tante similarità tra le diverse storie, ma credo che sia parte di ciò che volevamo mostrare, che l'Africa non è una sola nazione e ci sono tante diversità. Nel senso, se prendi una nazione... Tu sei dell'Italia, e magari mi sbaglio ma sono sicuro ci siano tante diversità nello storytelling in base a... Sai cosa intendo, no? Sì, sai cosa intendo. E tu sei una nazione, ma noi siamo un continente, quindi puoi immaginare le piccole diversità che ci sono.

Credo che una parte di questo stia insegnando alle persone un'autenticità su dove provengono. E con questo tu ottieni questo arazzo di immagini. Non è omogeneo, ma viene dallo stesso spirito, e credo sia una cosa bellissima. E sì, anche solo con i capelli, se guardi i capelli attraverso le differenze credo che alcune cose che puoi vedere ti raccontano già una storia, ed è una bellissima storia.

Gli stili d'animazione in Kizazi Moto

Una delle grandi particolarità di Kizazi Moto è l'utilizzo di una miriade di stili d'animazione. Ciascun episodio, in tal senso, si distingue dall'altro, mantenendo la propria unicità nell'equilibrio generale di cui si è parlato prima. Ognuno dei registi ha raccontato il processo creativo dietro la scelta del proprio stile. È stata una decisione a monte o una rivelazione in itinere? Sembra che ciascuno di loro avesse le idee chiare fin da subito.

Tshepo Moche in First Totem Problems:

Per me è stata la prima volta ad aver diretto nello spazio. Ho scelto.... La chiamerò "2D vecchia scuola" in questo caso, in termini di "con cosa sono cresciuta e cosa ho amato". Quindi volevo esistere in uno Spazio 2D per continuare il mio viaggio nella regia e nell'animazione. Dunque è per questo che l'ho scelto, così come i miei personaggi e il mondo che è venuto fuori: è il 2D. Da una prospettiva testuale, dal movimento, dal visione generale... Il 2D era ciò che si addiceva di più, ma è stato soprattutto perché era la prima prima volta in questo ed è qui che mi sentivo a io agio, e ho fatto qualcosa come un piccolo ritorno al passato nella "vita 2D".

Ng'endo Mukii in Enkai:

Ho fatto cortometraggi animati per un po' e mi piace davvero creare mix di produzioni multimediali. Quindi mixare include pixelation, animazioni disegnate a mano, effetti in post, stop motion. Questo era semplicemente una bellissima opportunità per poter lavorare con uno studio come Bling Bling a Londra e per poter portare il mio interesse per i media mixati a un livello completamente nuovo. Quindi ho lavorato con la CGI, ho lavorato con il 2D, e avevo anche un set di stop motion nel mio film.

Ognuno di questi mondi risponde dello spazio emozionale in cui i personaggi stanno vivendo. Ho ritenuto opportuno che un mondo avesse la CGI, un altro mondo fosse in 2D, e un mondo fosse in stop motion. Riflette anche come questi mondi siano stati creati, dalle divinità che li stanno controllando.

Tafadzwa Hove in Mukudzei:

Per noi [Tafadzwa Hove e Pious Nyenyewa], per il nostro corto, gran parte riguardava la performance. Quindi abbiamo optato per l'animazione su "2s". Puoi veramente sentire le performance dei personaggi, perché era ciò su cui volevamo focalizzarci. Le relazioni sono veramente importanti per noi e sapevamo che per avere momenti autentici dovevamo davvero avere performance che potessero catturare il pubblico. Quindi lo abbiamo fatto con l'animazione "2s".

Abbiamo proceduto con una certa linea di lavoro che riuscisse a darci le impostazioni di cui avevamo bisogno, perché sapevamo che la parte più grande del film era creare una giustapposizione tra il Grande Zimbabwe nelle rovine e la sua versione futuristica, e questo ci è costato molto world building per renderlo credibile. Siamo andati con la linea dell'ingegneria surreale, perché questo ci avrebbe dato qualcosa che ci avrebbe poi permesso di ottenere quel look che volevamo dare alla storia.

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