Le ali della libertà è uno dei film più amati dal pubblico negli ultimi vent'anni. Il dramma carcerario di Frank Darabont è tratto da uno dei migliori racconti di Stephen King (Hayworth e la redenzione di Shawshank, pubblicato nella raccolta Stagioni diverse) e conta sulla fotografia di Roger Deakins, la colonna sonora di Thomas Newman e le commoventi interpretazioni dei protagonisti Tim Robbins e Morgan Freeman e del caratterista James Whitmore.
Su Le ali della libertà si conoscono molte curiosità, dalla predilezione assoluta di Freeman che l'ha indicato come il miglior film nel quale abbia recitato ai soli mille dollari per i quali King ha ceduto i diritti all'amico Darabont. C'è un particolare, però, che in molti notano ad ogni visione e sul quale continuano a porsi delle domande: alla memoria di chi è dedicato il film?
Alla fine c'è infatti una dedica ad Allen Greene. Ma di chi si tratta? Greene è stato un caro amico nonché l'agente di Frank Darabont. A segnalarlo per primo è stato Roger Ebert nel libro Questions for the Movie Answer Man, una raccolta di domande che appassionati cinefili hanno inviato al celebre critico e alle quali Ebert risponde punto per punto.
La dedica di The Shawshank Redemption (questo il titolo originale del film) è legata a quella di Dead Man Walking, il dramma di Tim Robbins basato sul romanzo autobiografico di suor Helen Prejean e interpretato da Susan Sarandon e Sean Penn. In quel caso, il film è dedicato a Thelma Bledsoe (la nonna materna dell'attore e regista) e Lee Robbins, il nonno paterno morto proprio durante le riprese de Le ali della libertà.
I ciak, avvenuti a Mansfield in Ohio tra il giugno e l'agosto del 1993, furono particolarmente dolorosi per Robbins. Darabont aveva già subito il lutto legato alla scomparsa dell'amico Allen. L'agente ebbe un ruolo cruciale nella genesi del film: fu lui a proporre il progetto nel lontano 1987 alla produttrice Liz Glotzer e al co-fondatore di Castle Rock Entertainment, Rob Reiner, e a puntare su Darabont e il suo copione. Ma non solo, come ha spiegato il regista.
Allen è stato essenziale nell'ottenere i diritti, e ha lavorato con me fino agli ultimi giorni di vita. Non era soltanto il mio agente: era uno dei miei migliori amici.
Greene è morto nel 1989 a soli 36 anni a causa di complicazioni dovute all'Aids. L'agente non ha visto Le ali della libertà sullo schermo, ma ha giocato una parte decisiva nella carriera di Darabont: lo notò all'inizio degli anni '80 quando era ancora un giovane assistente di produzione sui set di horror come Hell Night e Trancers e prima ancora che dirigesse il cortometraggio The Woman in the Room, tratto da un'altra storia breve di Stephen King, e il debutto televisivo Strategia di una vendetta del 1990.
Il regista, in un'intervista per Best of Creative Screenwriting, ripercorre la sua carriera e ricorda quanto Greene sia stato importante per lui.
Agli inizi non avevo molta esperienza nella scrittura delle sceneggiature. Non ne avevo fatte così tante. Ne avevo scritta una, Black Cat Run, nel 1984, due anni prima di Nightmare 3. E fu quel copione a dare ad Allen qualcosa da mostrare in giro, a farmi aprire qualche porta e introdurmi a Hollywood.
John R. Woodward, l'assistente alla regia di Darabont, ha raccontato il suo legame con Greene nel libro The Shawshank Redemption Revealed: How One Story Keeps Hope Alive di Mark Dawidziak.
Allen era un ragazzo meraviglioso. Abbiamo frequentato insieme la scuola di cinema della USC, era un mio caro amico. Non lo vedevo dai tempi della scuola e, anni dopo, scopro non solo che era un agente, ma che era l'agente di Frank. La dedica del film alla sua memoria è un tocco splendido, ed è perfettamente sincronizzata nel finale.
Se oggi Le ali della libertà è un piccolo classico a tutti gli effetti, parte del merito va dato a chi ha sempre creduto nelle qualità dell'esordiente Frank Darabont.
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