Le fate ignoranti: trama e significato del film di Ferzan Özpetek

Autore: Alice Grisa ,

Uno dei film più delicati e chiaroscurali di Ferzan Özpetek è Le fate ignoranti, uscito nel 2001, in un’epoca in cui in Italia si parlava di globalizzazione ma anche di apertura verso nuove forme familiari e nuove comunità. 

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Margherita Buy e Stefano Accorsi sono i protagonisti di una commedia agrodolce protoarcobaleno, sulla storia di una donna che, dopo un evento luttuoso, trova la strada per aprire la propria mente e abbattere le convinzioni (e le convenzioni) che l’avevano accompagnata in un'esistenza vissuta in sordina.

Nevrotica e logica lei, avvolgente e cerebrale lui, la Buy e Accorsi si sposano alla perfezione in quello che si rivela un trattato (molto meno complesso di Goethe) sulle affinità elettive e sull’amore inteso come qualcosa di alto e senza forme così definite. 

Nel cast troviamo anche Serra Yilmaz, Erika Blanc, Filippo Nigro, Riccardo Koray Candemir, Lucrezia Valia, Ivan Bacchi e Gabriel Garko nei convincenti panni di Ernesto, un ragazzo malato di AIDS.

Riconosciuto come pellicola d'interesse culturale nazionale dalla Direzione generale per il cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Le fate ignoranti ha conquistato diversi premi e nomination ai Nastri d’argento, alla Berlinale, al Globo d’oro, al Ciak d’oro.

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La trama

Medusa
Una scena de Le fate ignoranti
Michele e Antonia, protagonisti de Le fate ignoranti

La trama de Le fate ignoranti parla della storia di Antonia, un medico di estrazione borghese che vive in una bella casa sul Tevere insieme al marito Massimo, con cui sembra avere un rapporto di grande complicità. Alla morte di Massimo, però, avvenuta inaspettatamente, la donna inizialmente cade in depressione e poi scopre la “doppia vita”del marito, che pur dimostrandosi devoto e innamorato con lei, a quanto pare aveva un’amante. Antonia se ne rende conto trovando la dedica su un quadro, un breve messaggio per celebrare i primi 7 anni insieme che riporta “la tua fata ignorante”.

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Sulle tracce di questa persona misteriosa e decisa a scoprire la verità, la protagonista scopre che l’amante di suo marito non era una donna ma un uomo, Michele, che vive a Roma Ostiense insieme a una famiglia allargata, multiforme e colorata, composta da una donna turca, un transessuale, una libertina donna napoletana e un viavai di amanti, flirt e fidanzati vari.

Dopo il primo momento di rabbia e sgomento, Antonia si avvicina a questo gruppo di persone, assaggia le loro polpette, condivide con loro le sue domeniche e ne assume il punto di vista, guidata dai rapporti umani, che imbastisce in poco tempo, a mettere in discussione le proprie regole e convenzioni borghesi.

Allo stesso tempo, sviluppa un rapporto di amicizia e condivisione con Michele, che amava suo marito come lei, e con cui può lasciarsi andare al dolore e ai ricordi. Antonia scopre che lei e Michele sono “spiriti affini”, che amano l’arte e la stessa letteratura, attitudini che il ragazzo aveva attribuito a suo marito ma che, in realtà, partivano da lei.

Piano piano Antonia svilupperà una gelosia per Michele, proverà rabbia vedendolo con due uomini e si renderà conto di esserne innamorata. E lo stesso accadrà all’ex amante di suo marito, anche se entrambi appariranno incerti e dubbiosi di fronte a un legame che – a rigor di logica, visto che lei è etero e lui gay – non avrebbe modo di esistere.

Il finale

Gelosa dei ragazzi che Michele frequenta, completamente travolta dai propri sentimenti e indecisa su come gestirli, Antonia scopre di essere incinta di Massimo. La frequentazione con la sua “seconda famiglia”, però, l’ha cambiata drasticamente e la donna decide, forse per paura di amare Michele, forse per una libertà mentale ritrovata, di partire da sola per un lungo viaggio.

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Mentre Antonia si avvia all’imbarco del proprio volo, Michele, sul terrazzo di casa sua, fa cadere un bicchiere di vetro per terra, ricordando la leggenda raccontata dall’amica turca Serra: “Si dice che quando ti si rompe un bicchiere la persona che ami se n’è andata via”.

Michele getta appositamente un bicchiere per terra, che miracolosamente non va in frantumi.

Questo ci fa capire che il legame speciale che intercorre tra lui e Antonia non si è spezzato e che entrambi ci sono l’uno per l’altra, senza specificare se si tratti di amore nel senso più classico o di qualcosa di diverso.

Il significato

Medusa
Il quadro Le fate ignoranti
Il senso de Le fate ignoranti

Pur non essendo classicamente di un “finale aperto”, quello de Le fate ignoranti lascia molti interrogativi: cosa significa che il bicchiere lasciato cadere da Michele non si è rotto? Vuol dire che tra lui e Antonia nascerà una storia d’amore? O semplicemente che si vorranno bene per sempre?

Le fate ignoranti è un film molto importante, quasi pionieristico nel 2001 e ancora molto legato agli anni ’90 per le tematiche dell’AIDS connessa all’omosessualità.

Importante è la presenza del Gay Pride, evento in Italia che si svolge dal 1994 (quindi da pochi anni prima dell’uscita del film) e a cui gli amici di Michele partecipano attivamente con striscioni o travestimenti, in modo sobrio o più chiassoso a seconda delle diverse personalità.

Questi elementi sono fondamentali per capire il film e il finale, bicchiere compreso.

Nello sguardo di Antonia non c’è solo la mentalità borghese ma anche i pregiudizi, i preconcetti, i limiti che impediscono di pensare e vedere le cose in modo libero. E un film che porta lo spettatore ad aprire la propria mente, verso realtà che possono coinvolgerlo o non coinvolgerlo, include una storia d’amore alternativa, lontana dai classici stilemi lei-lui ma non per questo meno pregna di significati.

Il finale de Le fate ignoranti spiega che le barriere tra le persone sono quasi sempre concettuali e che non si può avere paura di quello che non si capisce ma, al contrario, bisogna conoscerlo, approfondirlo e assecondare se stessi nel modo più puro.

Il sentimento tra Antonia e Michele non è incasellabile, non sappiamo se si evolverà in una relazione (anche) sessuale o rimarrà l’incontro di due spiriti affini.

Quello che però il regista vuol farci sapere è che tra loro c’è qualcosa di chiaro, ed è che quello che li lega, nonostante le contraddizioni apparenti, non li ha allontanati l’uno dall’altra.

Michele stesso compie un percorso di trasformazione, imparando a non dare le cose per scontate e non fossilizzarsi sulle proprie posizioni. Si affida a qualcosa di “più alto” e spirituale facendo cadere il bicchiere, per avere una risposta alla domanda che ormai non lo lascia più in pace.

Antonia invece, finalmente consapevole e aperta alla diversità (altrui ma anche propria), si prepara a partire, forse per capire da lontano cosa ne sarà di lei e Michele, e a entrare in una nuova fase della sua vita.

Che ne pensate? Vi è piaciuto questo film?

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