“Le rose di Versailles”, recensione: Lady Oscar torna su Netflix

Lady Oscar, l’eroina di Riyoko Ikeda, torna a emozionare il pubblico in una nuova veste. Dal 30 aprile 2025 è disponibile su Netflix Le rose di Versailles,

Autore: Sara Formisano ,

Dal 30 aprile 2025 è disponibile su Netflix Le rose di Versailles, film evento che celebra il 50° anniversario dalla nascita del personaggio di Lady Oscar scritto e disegnato da Riyoko Ikeda, amatissimo da intere generazioni. Già accolto con entusiasmo in Giappone, il film si configura come un’operazione nostalgica che strizza l’occhio a chi è cresciuto con la serie animata degli anni Ottanta, ma cerca anche di coinvolgere un nuovo pubblico grazie a un’impostazione visiva e musicale dinamica in cui si ritrovano gli stessi temi affrontati nel manga e nell'anime come il discorso dell'identità e della libertà, ancora molto attuali. 

Fra tradizione e novità

A sorprendere fin dai primi minuti è la struttura del film, che si presenta come fosse una sorta di musical animato: i pezzi cantati – delicati, intensi, talvolta drammatici – scandiscono il racconto, fungendo da intermezzo tra una scena e l’altra. Le musiche, restituiscono la reminiscenza della tradizione dei melodrammi teatrali e dei grandi musical e accompagnano non solo l’evoluzione della protagonista, ma anche la narrazione storica, sottolineando emozioni, scontri interiori e i passaggi cruciali della trama.

Il film ripercorre la storia originale

Il film ripercorre più o meno fedelmente la storia originale dell’anime e prima ancora del manga da cui è tratto. Chi conosce a memoria le gesta di Oscar François de Jarjayes troverà numerosi riferimenti familiari e scene iconiche reinterpretate in chiave musicale e cinematografica. Tuttavia, anche chi si avvicina per la prima volta al mito di Lady Oscar potrà seguire la narrazione, grazie a una sceneggiatura che sintetizza i passaggi fondamentali della storia, offrendo un quadro chiaro dei personaggi e del contesto storico che, come molti ricorderanno, racconta la vita di Lady Oscar e la sua fedeltà alla corona francese dal giorno dell'arrivo di Maria Antonietta d'Austria fino al passaggio alle guardie di Francia per concludersi con la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789.

Un’estetica simbolica

Un elemento caratterizzante del film è l’utilizzo del tema floreale, che ritorna con costanza negli intermezzi visivi e musicali: rose rosse, bianche, dorate, evocano non solo la bellezza ma anche la fragilità, il desiderio e le ombre che rappresentano una storia drammatica sia per quanto riguarda la narrazione che per il periodo storico che ne fa da cornice. Ogni scelta estetica è pensata per rafforzare il tono poetico e struggente della storia, in perfetta coerenza con l’ambientazione settecentesca e con la cifra stilistica dell’opera originale.

Non mancano, però, alcune criticità nella costruzione narrativa, soprattutto nella prima parte del film, dove la trama si presenta in modo frammentato. Le sequenze iniziali sono costituite da scene auto-conclusive che, pur offrendo una panoramica efficace dei principali eventi della vita e dell'amicizia fra Maria Antonietta e Lady Oscar nonché dei riferimenti storici, possono risultare episodiche e meno coese per lo spettatore meno avvezzo all’universo di Lady Oscar. Da questo punto di vista, infatti, i fan della serie potrebbero riscontrare delle mancanze rispetto all'anime che naturalmente si prende più spazio per raccontare gli eventi con la giusta attenzione. 

Oscar vive un coming of age

Con il procedere della narrazione, Le rose di Versailles acquista compattezza e forza emotiva, trasformandosi in un vero e proprio racconto di formazione. Oscar, cresciuta in un mondo dominato da codici maschili e ruoli imposti, intraprende un viaggio interiore che la porta a scoprire e accettare il proprio lato più intimo, femminile e romantico. Il film si concentra sul suo coming of age, restituendoci una protagonista che impara ad ascoltare i propri sentimenti e ad abbracciare la possibilità dell’amore, in un’epoca in cui essere donna e soldato era già una rivoluzione.

Lady Oscar, una figura queer ante litteram

Lady Oscar è una figura androgina, e probabilmente oggi la si potrebbe considerare queer. Una curiosità interessante riguarda il doppiaggio della serie anime: nella versione italiana le si è sempre attribuito il genere femminile, mentre in quella giapponese l’uso dei pronomi è più sfumato e alterna il maschile al femminile, cosa che tra l'altro ritroviamo anche in questo film. Il padre di Oscar, infatti, la chiama sempre al maschile, in contrasto con il modo in cui la maggior parte degli altri personaggi si rivolge a lei, utilizzando pronomi femminili. In entrambe le versioni Oscar non esprime mai una posizione chiara spogliandosi senza troppo clamore di ogni etichetta. 

È un personaggio enigmatico, a tratti oscuro, ma anche estremamente sensibile. Pur mostrando fragilità, possiede una forza interiore fuori dal comune.
Ciò che colpisce è la sua capacità di autodeterminarsi: Oscar rifiuta ogni imposizione esterna, non si lascia ingabbiare da ruoli prestabiliti. Vive in modo sincero, con determinazione e coraggio, rimanendo fedele a se stessa fino alla fine – e, in un certo senso, muore con la stessa coerenza con cui ha sempre vissuto.

Il ruolo chiave di Maria Antonietta

Una delle scene chiave, tra le più intense del film, è proprio quella in cui Maria Antonietta, figura storica e affettiva di grande rilievo per Oscar, le insegna per la prima volta cosa significhi amare. È in quel momento che la storia raggiunge una svolta superando la dimensione storica e biografica per diventare un racconto universale sulla ricerca dell’identità, sull’autodeterminazione e sulla libertà di amare.

Un omaggio che guarda avanti

Netflix in linea con i tempi riporta in auge un’eroina complessa e moderna come Lady Oscar, scommettendo su una narrazione che non si limita alla nostalgia, ma osa rinnovare il linguaggio dell’animazione classica. Le rose di Versailles è un film che va oltre l’omaggio: è una riflessione visiva e musicale su ciò che Lady Oscar rappresenta oggi. Un appuntamento imperdibile per chi ha amato la serie originale e un’occasione preziosa per chi vuole riscoprire – o scoprire per la prima volta – una delle figure più iconiche dell’animazione mondiale.

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Commento

Voto di Cpop

75
Le rose di Versailles è un film d'animazione basato sul famoso manga scritto e disegnato da Riyoko Ikeda che torna su Netflix per celebrare il cinquantesimo anniversario. Le rose di Versailles unisce fedeltà all’opera originale e coraggio stilistico, restituendo al pubblico una Lady Oscar forte e indipendente ma anche umana. Nonostante una narrazione iniziale frammentata, il film conquista grazie alla forza emotiva e simbolica delle sue scelte visive. Oscar emerge come figura potente e contemporanea, in bilico tra identità, sentimento e autodeterminazione. Il risultato è un omaggio appassionato e visivamente coinvolgente. Un ritorno riuscito, che parla al cuore di vecchi e nuovi spettatori.

Pro

  • Il film riassume bene la storia che molti di noi hanno conosciuto attraverso l'anime
  • La figura di Lady Oscar come personaggio simbolo di un certo tipo di indipendenza e di femminismo, nonché l'assenza di etichette è invecchiata molto bene

Contro

  • Nella prima parte del film la storia corre molto veloce prediligendo la parte della rivoluzione
  • A parte Oscar e André, gli altri personaggi restano in superficie e sono poco approfonditi.
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