Le Rose di Versailles è considerato un classico del manga shojo, noto anche per aver affrontato il tema della discriminazione di genere nella società. Tuttavia, la sua stessa creatrice, Riyoko Ikeda, ha vissuto in prima persona queste difficoltà come giovane mangaka donna in Giappone negli anni '70.
- Ruyoko Ikeda svela le difficoltà di essere una mangaka donna nel Giappone del 1970
- Le Rose di Versailles terminò prematuramente per rigide scadenze editoriali
- Il Giappone e la strada ancora lunga verso la parità di genere
Ruyoko Ikeda svela le difficoltà di essere una mangaka donna nel Giappone del 1970
In una recente intervista con Oricon, Ikeda ha parlato del contesto sociale in cui la sua opera veniva serializzato sulla rivista Margaret di Shueisha. Secondo l'autrice, l'editoria giapponese dell'epoca favoriva nettamente gli uomini rispetto alle donne, in linea con le tradizionali concezioni dei ruoli di genere.
Quando lavoravo a Le rose di Versailles, le donne non avevano possibilità di avanzamento di carriera e io venivo pagata la metà rispetto ai miei colleghi uomini.
Quando protestai, chiedendo perché il mio compenso fosse dimezzato nonostante la popolarità della mia opera, la risposta mi scioccò: 'Gli uomini devono mantenere le loro mogli, mentre le donne sono mantenute dai mariti. Per questo gli uomini guadagnano di più.' Tutti rimasero stupiti che avessi osato mettere in discussione il sistema.
Le Rose di Versailles terminò prematuramente per rigide scadenze editoriali
Al momento della sua pubblicazione, Le Rose di Versailles era un'eccezione nel panorama shojo. Il manga raccontava un dramma storico ambientato durante la Rivoluzione francese, con protagonista una versione romanzata di Maria Antonietta.
Tuttavia, la storia ruotava attorno a Oscar François de Jarjayes, una nobile cresciuta come un uomo per ereditare il ruolo militare della sua famiglia. Nel corso della trama, Oscar si rende conto delle ingiustizie subite dal popolo e sceglie di combattere per loro come membro della Guardia francese. Il manga ci propone anche un entusiasmante triangolo amoroso tra Oscar, il suo amico d'infanzia André e il nobile svedese Axel von Fersen.
Il successo del manga fu enorme, conquistando lettori in Giappone e all'estero, tant'è che la stessa Ikeda ha dichiarato:
L'anime è stato molto popolare anche in Europa. Ho sentito che i poster della serie erano esposti persino nella stazione centrale di Milano.
Tuttavia, nonostante la popolarità, Ikeda fu costretta a concludere la serie prima del previsto a causa delle rigide scadenze dell’industria manga, che colpivano sia uomini che donne.
Mi dissero che il manga doveva finire 10 settimane dopo la morte di Oscar. A differenza di oggi, dove le opere di successo possono continuare a lungo, all'epoca c'erano limiti severi. Avrei voluto scrivere di più, ma sono felice che la storia possa essere riscoperta dal pubblico moderno.
Il Giappone e la strada ancora lunga verso la parità di genere
L’anime andò in onda da ottobre 1979 a settembre 1980. Oggi, Studio MAPPA (Jujutsu Kaisen, Chainsaw Man) sta realizzando un film reboot de Le Rose di Versailles diretto da Ai Yoshimura, con una sceneggiatura scritta da Tomoko Konparu (Maison Ikkoku, Kimi ni Todoke). Ikeda ha già visto alcune parti del film prima della sua uscita ufficiale e si è detta soddisfatta della presenza di molte donne nel team di produzione.
Tuttavia, ha sottolineato che il Giappone è ancora lontano dalla parità di genere che si vede in altri paesi, dichiarando che:
La mentalità tradizionale secondo cui 'gli uomini lavorano' e 'le donne stanno a casa' è ancora molto forte. Tuttavia, vedo che tra le nuove generazioni questa convinzione sta pian piano scomparendo.
Nonostante le difficoltà, Le Rose di Versailles rimane un'opera pionieristica, capace di ispirare nuove generazioni di mangaka e di spettatori in tutto il mondo.
immagine in evidenza via amazon.it
Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!