Non ci resta che il crimine: dal cast alle location, tutto sul film

Autore: Emanuele Zambon ,

E se improvvisamente vi ritrovaste catapultati negli anni’80? In quella Roma dalle mille facce, raccontata ad esempio dal Verdone degli esordi ma funestata pure da intrallazzi fra servizi deviati, (parte dello) Stato e criminalità. Che fareste?

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In Non ci resta che il crimine è quello che succede a tre amici sull'abbondante quarantina che vivono di espedienti nella capitale di oggi. D'improvviso tornano indietro nel tempo, finendo nel 1982 e ritrovandosi invischiati in una losca storia che coinvolge pure uno dei più potenti boss dell'epoca, Enrico De Pedis, detto "Renatino".

Quella di Massimiliano Bruno è una scatenata commedia sci-fi che strizza l'occhio ad uno dei titoli più amati della "risata all'italiana" (Non ci resta che piangere, col duo Troisi/Benigni) allacciandosi pure ad una delle saghe cult del cinema hollywoodiano anni '80, Ritorno al futuro.

Non ci resta che il crimine: trama e cast

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Tra malintesi, travestimenti da Kiss e siparietti sexy (affidati alla conturbante Ilenia Pastorelli), Non ci resta che il crimine porta in scena un heist movie all'amatriciana che rilegge in chiave comica quanto narrato sia al cinema che in TV da Romanzo criminale.

Moreno, Sebastiano e Giuseppe, i tre amici falliti impersonati da Marco Giallini, Alessandro Gassmann e Gianmarco Tognazzi, attraverso un portale magico nel retro di un locale fanno ritorno al 1982, nei giorni dei gloriosi Mondiali di Spagna, ritrovandosi faccia a faccia con Renatino, capo della Banda che all’epoca gestiva le scommesse clandestine sul calcio. Come fare per tornare indietro? I tre amici vorrebbero infatti ritornare al futuro senza rinunciare alla ghiotta occasione di fare un po’ di soldi con le scommesse (stessa idea di Marty McFly, poi rubata dal rivale Biff Tannen, del "grande almanacco sportivo" in Ritorno al futuro - Parte II). Ovviamente, nulla andrà come previsto e i tre amici di vecchia data vivranno un'avventura criminale tutta (o quasi) da ridere.

Ritorno al crimine, il sequel

Il finale in cliffhanger del film anticipa l'idea del sequel, puntualmente realizzato: la vendetta del boss Renatino, a cui presta il volto Edoardo Leo, nei confronti di Moreno, Sebastiano e Giuseppe. Già, perché nel secondo capitolo Ritorno al crimine, il criminale - realmente esistito, venne freddato nel cuore di Roma il 2 febbraio 1990 - è riuscito ad attraversare il varco temporale, giungendo ai giorni nostri. Un nemico per i maldestri sventurati, finiti nel frattempo a Monte Carlo per vedersela (pure) con una donna sfuggente, il marito di lei, spregiudicato mercante d’arte, e una figlia contesa.

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Il seguito di Non ci resta che il crimine recupera quasi tutto il vecchio cast (ad eccezione della Pastorelli), registrando poi gli ingressi di Carlo Buccirosso, Giulia Bevilacqua, Gianfranco Gallo, Loretta Goggi e Corinne Cléry, che molti ricorderanno come sex symbol nei film di 007 e in diversi cinepanettoni, da Yuppies a Vacanze di Natale '90.

La pellicola, la cui uscita era inizialmente fissata per il 12 marzo 2020, è stata rinviata a data da destinarsi a causa dell'emergenza Coronavirus, per la quale sono stati chiusi tutti i cinema italiani fino al 3 aprile attraverso il decreto dell'8 marzo 2020.

Non ci resta che il crimine: le location del film

01 Distribution
Una scena di Non ci resta che il crimine

La particolarità di Non ci resta che il crimine è quella di far rivivere una certa romanità perduta anche attraverso l'utilizzo di numerose location del territorio della capitale, dai tradizionali vicoli alla periferia, fino ai piccoli comuni confinanti con Roma. Ad esempio, l’abitazione di Moreno, il personaggio interpretato da Marco Giallini si trova nella realtà in Piazza della Rocca ad Ostia Antica (Roma). A rivelarlo è il sito Il Davinotti, puntuale come sempre quando c'è da scovare una location del cinema.

I luoghi del film coinvolgono pure Piazza di San Calisto a Roma (dove i tre amici approntano lo stand per pubblicizzare il tour della Banda della Magliana), la Discoteca Planet, situata in Via del Commercio 36 a Roma (Il night club gestito dal Renatino di Edoardo Leo negli anni ’80) e il Palazzo dell’Informazione, situato in Piazza Mastai 9, sempre a Roma, teatro di una delle scene più divertenti del film, vale a dire "la rapina dei Kiss" sulle note di "I Was Made for Lovin' You". L'edificio, nella realtà, è la sede dell'agenzia di stampa Adnkronos.

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L'aspetto più singolare delle riprese di Non ci resta che il crimine, comunque, è l'aver scelto non solo le strade della città, ma l'essersi legate ai fatti di cronaca che macchiarono la capitale negli anni '90: Solo per fare due esempi: nella pellicola di Massimiliano Bruno osserviamo i tre disperati amici condurre un loro vecchio conoscente - Gianfranco, impersonato dal regista stesso - fin sulla strada dove molti anni prima il boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis, era stato assassinato da un killer mentre tentava di fuggire a bordo di uno scooter. I tre indicano la via come Via del Pellegrino a Roma. Ed è effettivamente il luogo dove il 2 febbraio 1990 si consumò il delitto del criminale, proprio all’altezza del civico 65 mostrato dal film.

Altra location legata alla cronaca nera e ai misteri d'Italia è la chiesa dai cui sotterranei i tre amici trafugano il tesoro della Banda della Magliana. Si tratta, nel film come nella realtà, della Basilica di Sant'Apollinare, situata in Piazza di Sant’Apollinare a Roma. In questo luogo sacro fu sepolto fino al 2012 proprio il boss De Pedis e sempre nella Basilica alcune voci poi non confermate indicavano fossero stati tumulati i resti di Emanuela Orlandi, la cui sparizione il 22 giugno del 1983 lasciò sconvolta l'Italia.

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