Che cos'è un cliffhanger? Un termine che lascia col fiato sospeso

Autore: Francesca Sirtori ,

Quando parliamo di "cliffhanger", ci viene in mente una tecnica narrativa che crea tensione e suspense in una storia. 

Che cos'è un cliffhanger?

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Il termine è spesso associato al film del 1993 di Sylvester Stallone, "Cliffhanger - L'ultima sfida", che si svolge sulle Alpi italiane e presenta scenari mozzafiato. Tuttavia, nel contesto cinematografico, il cliffhanger ha un significato più specifico e non riguarda necessariamente le montagne o gli scalatori. Riguarda piuttosto la creazione di suspense attraverso un momento di sospensione o incertezza nel quale il pubblico rimane con il fiato sospeso, desideroso di scoprire cosa accadrà successivamente.

Cosa significa cliffhanger

Il cliffhanger è definito come un finale sospeso, un "nodo narrativo non risolto", secondo le parole di Aldo Grasso e Massimo Scaglioni nel libro "Che cos'è la televisione" del 2003. Questo tipo di finale viene utilizzato per chiudere un episodio di una storia, che sia un romanzo, un ciclo di film o un episodio di una serie o miniserie. Lo scopo principale del cliffhanger è mantenere viva l'attenzione degli spettatori, stimolandoli a rimanere interessati allo sviluppo della trama e a seguire la puntata successiva. Sarà proprio nel nuovo episodio che la narrazione verrà ripresa e rilanciata grazie a un "gancio" chiamato hook.

Quali sono le situazioni classiche che possono generare suspense e vengono introdotte tramite un cliffhanger? Tra queste ci sono un repentino cambiamento di scenario, un dilemma che coinvolge uno o più protagonisti o una situazione drammatica e potenzialmente letale per uno dei personaggi. Il racconto termina nel momento in cui raggiunge l'apice della tensione e del climax ascendente.

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Questi sono i principali modi per garantire che gli spettatori rimangano incollati allo schermo e non vedano l'ora di scoprire cosa succederà. Ma da dove provengono le origini di questa tecnica narrativa?

Cos’era nella letteratura

L'origine del cliffhanger può essere distinta tra il contesto cinematografico e quello letterario, con quest'ultimo che appare per primo cronologicamente. La sua prima comparsa si può riscontrare nei racconti de "Le Mille e una notte", dove ogni storia raccontata da Sherazade al re Shahryār si concludeva con una sospensione narrativa per evitare la sua esecuzione.

Non è l'unico caso in cui questa tecnica narrativa è emersa per prima; alcuni esempi si trovano in diverse ballate scritte in Cina durante il medioevo. Ad esempio, la ballata intitolata "Liu chih-yuan chu-kung-tiao" concludeva ogni capitolo con un cliffhanger per generare suspense negli ascoltatori.

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Procedendo nel corso del tempo, attraversando i secoli, il cliffhanger è rimasto "di moda" nella tradizione letteraria. È stato infatti riscoperto in epoca vittoriana, negli anni '40 del 1800. La tecnica veniva frequentemente utilizzata nelle storie seriali di Charles Dickens, suscitando spesso disperazione nei lettori. Non dimentichiamoci che i suoi racconti venivano pubblicati sui giornali dell'epoca, e queste interruzioni nel climax generavano un senso di sconforto nei lettori che si accalcavano per comprare l'episodio successivo in cui evolveva la situazione.

L'impatto generato dai racconti di Dickens non è rimasto sterile. Grazie alla sua produzione seriale, il cliffhanger è diventato un elemento caratteristico e stabile nei seriali sensazionalistici pochi anni dopo, negli anni '60 dell'Ottocento. Proprio in quel momento, la tecnica è stata ufficialmente battezzata con il termine "cliffhanger" grazie a un racconto di Thomas Hardy intitolato "A Pair of Blue Eyes", pubblicato su Tinsley's Magazine.

In questa storia, uno dei protagonisti, Henry Knight, viene lasciato sospeso su una scogliera; da qui, l'unione dei termini inglesi "cliff" (scogliera) e "hanger" (colui che rimane appeso) ha dato origine al termine "cliffhanger".

Cos’è nel cinema

Tornando all'ambito cinematografico, il cliffhanger è stato introdotto nel 1913 nel film muto intitolato "The Adventures of Kathlyn", un serial diviso in tredici episodi. Questa tecnica fu ideata da William Nicholas Selig, un produttore cinematografico statunitense. Selig fu il primo a adottare il cliffhanger nel contesto cinematografico, specificamente all'interno di un serial, prendendo spunto dai racconti a puntate pubblicati sui giornali di cui abbiamo parlato in precedenza.

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Gli episodi del serial venivano distribuiti contemporaneamente alla pubblicazione sui giornali. Ogni episodio si concludeva con un finale aperto, lasciando la storia sospesa e stimolando la curiosità dello spettatore, che sarebbe stato spinto a tornare al cinema la settimana successiva. Gli episodi ottennero un grande successo e portarono grande popolarità all'attrice Kathlyn Williams e, di conseguenza, alla tecnica utilizzata, dimostrando il suo potenziale di successo.

Passando a esempi più recenti nel campo delle serie e dei film, possiamo citare "Star Wars: L'Impero colpisce ancora" del 1980. In questo film, Darth Vader rivela a Luke Skywalker di essere suo padre, mentre la vita di Han Solo rimane appesa a un filo. Questi due cliffhanger vengono risolti solo tre anni dopo.

Un altro esempio coinvolge la serie cult degli anni Ottanta, "Twin Peaks". Qui, il cliffhanger è stato deliberatamente inserito alla fine della prima e della seconda stagione per valutare l'interesse degli spettatori nel conoscere ulteriori sviluppi della trama. Questa strategia ha avuto successo nella prima stagione, ma non nella seconda, portando alla chiusura dello show.

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Restando nel campo delle serie, i fan di "True Blood" sicuramente sanno di cosa stiamo parlando. In questa serie, i cliffhanger venivano inclusi non solo alla fine di ogni stagione, ma anche alla fine di ogni episodio, o quasi.

I cliffhanger più belli del cinema moderno

Concludiamo con due ulteriori esempi cinematografici che sono particolarmente amati dai fan della cultura pop: Harry Potter e l'universo Marvel. Se menzioniamo il finale di "Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1", immediatamente vengono in mente la morte di Dobby e la conquista della bacchetta di Sambuco da parte di Voldemort, due eventi finali che lasciano la narrazione in sospeso e vengono risolti nel capitolo successivo. In particolare, l'ultima scena del film ci lascia con un grande punto interrogativo (soprattutto per coloro che non hanno letto i libri) e una suspense irrisolta.

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Possiamo anche parlare di cliffhanger se pensiamo a "Captain America - Il primo Vendicatore" del 2011, in cui il risveglio di Steve Rogers in una versione futura della città di New York anticipa gli eventi del film successivo, "The Avengers" del 2012. Ma non possiamo dimenticare il finale di "Avengers: Infinity War" del 2018, in cui lo schiocco di dita di Thanos, dopo essersi impossessato del guanto con le sei gemme, provoca la scomparsa di metà dell'universo. Questo evento ha lasciato tutti noi con le lacrime agli occhi e una sola domanda scatenata dal cliffhanger finale: "E adesso? Cosa succederà?"

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Immagine di copertina da 123rf

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