Dal papà di Downton Abbey in TV arriva The Gilded Age

Autore: Carlo Lanna ,

Gli amanti del romanzo storico troveranno pane per i loro denti nella serie TV, che debutta in Italia su Sky e NOW dal 21 marzo, scritta dal celebre Julian Fellowes. Sì, perché il genio dietro il grande successo di Downton Abbey – produzione inglese sulla nobiltà inglese – torna a raccontare la società del secolo scorso con The Gilded Age. Un affresco storico di straordinaria bellezza che apre una parentesi sulla vita a New York nel corso del 1880, in un momento di grande cambiamenti per la cultura americana nel mondo.

In onda da gennaio su HBO, si tratta della prima serie che lo storico creatore scrive e dirige per il network americano, e alla luce di un buon successo da parte del pubblico, The Gilded age è stato già rinnovato per una seconda stagione in arrivo nel corso 2023. Una serie intensa, ilare ma capace di fotografare un momento storico molto importante per la storia di ieri e di oggi. In Italia, lo show arriva dal 21 marzo per un episodio a settimana, disponibile anche in streaming.

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Politica e società: di cosa parla The Gilded Age

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La vicenda gira intorno a Marian Brook, orfana di un generale sudista, che rimasta senza un soldo a causa della condotta dissipata del padre, si trasferisce a New York e a casa della zia. Durante il viaggio conosce la “misteriosa” Peggy Scott. Lei è una giovane donna di colore che sogna di diventare scrittrice ma, a causa delle convenzioni sociali, è costretta a diventare una dama di compagnia. Oltre alla storia di Marian, attorno a lei si alza un coro di voci, come quella dei facoltosi vicini, che cercano di imporre il nome dei Russell nel mondo dell’alta società di New York in un momento di grandi cambiamenti per la nuova nobiltà.

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Una storia di un realismo “estremo”

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Con un tratto pulito, magnetico e una regia patinata, Julian Fellowes porta sul piccolo schermo una vera perla. Grazie a un ritmo incalzante, personaggi carichi di sfumature e una narrazione incalzante, l’autore realizza una serie unica, che punta dritta al cuore del pubblico. Non è solo frivola e modaiola, ma è anche di un realismo estremo perché fotografa un bellissimo ritratto di un’epoca che fu. Raccontare la nobiltà e la borghesia di New York a metà alla fine del 1800 non è impresa facile. Invece, Julian Fellowes riesce a concepire un prodotto elitario e senza troppi colpi di scena, che apre una finestra sulle storie di amori e intrighi della Grande Mela. Un dualismo che convince fin dal primo minuto.

Ma… perché The Gilded Age?

Il titolo della serie TV fa riferimento a un periodo ben preciso della storia moderna degli Stati Uniti d’America. Secondo gli studiosi la Gilded Age copre un periodo che va dal 1870 fino al 1900, e segna un periodo di rapida crescita economica ma che nasconde molto bene i malesseri che stanno affossando la società. Quest’epoca segna la più grande migrazione dei popoli dall’Europa, il momento di massima espansione dell’industrializzazione e alla crescita del 60% dei posti di lavoro. Tuttavia è stata anche un’epoca di povertà e di forte diseguaglianza.

 

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