Pokémon - La nascita di un fenomeno globale

Autore: Lorenzo Ferrero ,
Gioco
13' 11''

Il franchise di Pokémon nasce nel 1996 ad opera di Satoshi Tajiri e ha come protagonisti le creature immaginarie chiamate "Pokémon", che possono essere catturate, addestrate e fatte combattere tra loro dai propri allenatori. Nato inizialmente come coppia di videogiochi sviluppati da Game Freak e pubblicati da Nintendo per Game Boy, il grande successo ottenuto a livello mondiale ha portato alla creazione di ulteriori capitoli anche su console successive, anime, film, manga, un gioco di carte collezionabili, libri e una vasta gamma di gadget e giocattoli, oltre a merchandise di ogni genere.

La nascita dei Pokémon

Satoshi Tajiri, Ken Sugimori e la nascita di Game Freak

Satoshi Tajiri è colui che può essere definito il padre dei Pokémon, ma prima di arrivare a concepire l'idea dei mostriciattoli tascabili, scriveva e curava una fanzine dedicata ai giochi arcade nei primi anni '80 dal nome che i fan del brand conoscono molto bene: Game Freak. La rivista era interamente autoprodotta e fatta a mano e fu creata principalmente come una sorta di "guida", contenente le strategie e gli easter egg presenti nei vari giochi.

"Satoshi Tajiri in the 90s" by Kidiawipekidiawipe is licensed under CC BY-SA 4.0.

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Fu proprio grazie a Game Freak che Tajiri incontrò l'uomo che, qualche anno più tardi, diete vita e delle vere e proprie sembianze a quelli che diverranno i Pokémon: parliamo di Ken Sugimori, illustratore freelance che diede prima un contributo significativo alla fanzine e poi decise di fondare assieme a Tajiri stesso la Game Freak che tutti noi conosciamo oggi.

Il primo gioco della compagnia, però, non fu quello sui mostri tascabili, bensì un progetto ben più semplice e piccolo chiamato Quinty (o Mendel Place in occidente), basato proprio su un manga illustrato da Ken Sugimori e pubblicato da Namco per Super Famicon nell'ormai lontano 1989.

Ma nella testa di Tajiri iniziavano già a frullare le prime idee per un gioco nuovo, innovativo e che potesse unire la sua passione per i videogiochi e il collezionare gli insetti...

Quando sono nati i Pokémon?

Siamo nel 1990, il Game Boy sta spopolando in tutto il mondo da un paio d'anni (anche se per noi europei ci volle la fine dello stesso anno), con il solo Giappone nel quale erano state vendute più di 2 milioni di copie (fonte). Il bello di questa piccola console, oltre alla totale portabilità, era quello di potersi connettere tramite il cosiddetto "Cavo Game Link" per poter giocare assieme ad alcuni giochi come Street Fighter II, Double Dragon o Dr. Mario, dando vita a sfide avvincenti.

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Satoshi Tajiri rimase impressionato da questa nuova tecnologia e iniziò a chiedersi se fosse possibile sviluppare un gioco che, oltre alal componente competitiva, permettesse anche di scambiarsi cose, oggetti...o creature, così come da bambini ci si scambiava gli insetti più rari e da collezione, una pratica molto diffusa in Giappone tra i ragazzini ancora ai giorni nostri.

Questa idea venne a Tajiri mentre giocava a Dragon Quest II: Pantheon di spiriti maligni: nel gioco, i nemici sconfitti lasciano delle ricompense e dei materiali, alcuni molto rari, e uno di questi non è mai stato trovato da Tajiri stesso, mentre il suo collaboratore Ken Sugimori ne trovò ben due copie. Tajiri ne avrebbe voluto una delle due, ma ovviamente su Famicon era impossibile effettuare degli scambi e da qui l'idea.

Nonostante inizialmente Nintendo, la compagnia a cui fu proposta l'idea, non fosse molto propensa a realizzare il progetto poichè giudicato troppo ambizioso, fu Shigeru Miyamoto, il creatore di Super Mario e già affermato game designer, a prendere sotto la sua ala Tajiri, per permettergli di concretizzare il tutto.

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Con un team composto da sole 9 persone, tra i quali Junichi Masuda che compose la colonna sonora, ben sei anni di sviluppo e sull'orlo della bancarotta, finalmente uscirono sul mercato giapponese i due giochi coi titoli Pocket Monsters Aka (Pokémon Rosso) e Pocket Monsters Midori (Pokémon Verde). L'origine del nome è da attribuirsi propri al fatto che i Pokémon, contrazione di "pocket monsters" appunto, erano letteralmente dei mostri catturabili con delle sfere che li rimpiccioliscono rendendoli di fatto tascabili.

Il successo dei primi videogiochi e il "Pokémon Nascosto"

All'uscita dei giochi, però, il Game Boy era una console quasi sulla via del tramonto: l'avvento dei CD-Rom, in grado di contenere più dati, e dei personal computer si pensava avrebbe oscurato il nuovo prodotto di Nintendo e lo stesso Tajiri non era più molto fiducioso sul successo della sua creazione.

I due titoli, infatti, ebbero un tiepido debutto e faticarono inizialmente ad ingranare. Ma più il tempo passava e più il passaparola generale contribuiva ad alimentare il fenomeno Pokèmon, anche se ciò che più aiutò le vendite fu una particolare intervista rilasciata da Satoshi Tajiri stesso riguardo un ipotetico e segreto misterioso Pokémon presente all'interno delle cartucce di gioco: i mostri, infatti, erano originariamente 150, ma nel corso dello sviluppo uno dei programmatori, tale Shigeki Morimoto, inserì quasi per scherzo il leggendario Mew, il Pokèmon 151.

"Pokecen Mew" by PokePlushProject is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.

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Questo aiutò a mantenere l'interesse per il brand e a dare un alone di mistero ai due giochi, tanto che nel corso degli anni fu Nintendo stessa a distribuire tramite alcuni eventi pubblici e concorsi a premi indetti dalla rivista CoroCoro il leggendario Pokémon, dando la possibilità ai giocatori giapponesi di aggiungerlo alla propria collezione.

In Occidente ci volle un bel po' prima di poter ottenere il leggendario mostro tascabile, cosa che alimentò ancora di più le leggende metropolitane legate ad esso: la più celebre è sicuramente quella del fantomatico "camioncino" presente nel molo della MN Anna, la celebre nave da crociera presente nel gioco, sotto il quale si sarebbe trovato Mew. Nulla di vero, ovviamente.

L'avvento dell'anime e la "Pokémania"

"Pokemon Plane | Avión Pokemón" by juandesant is licensed under CC BY-SA 2.0.

Se nella terra del Sol Levante il successo di Pokémon fu relativamente lento e graduale, in occidente fu un fiume in piena, che travolse il mercato, prima che coi videogiochi, con la serie anime, nel quale avevamo il protagonista Ash (in originale chiamato Satoshi, proprio come il suo creatore) che insieme al suo Pikachu affrontava la sfida delle 8 medaglie per arrivare alla Lega Pokémon.

La serie fu senz'altro un grande trampolino di lancio nel nostro paese e in quelli occidentali, che fece conoscere i Pokémon non solo agli appassionati di videogiochi, ma anche ai più piccoli che si sono avvicinati alle console proprio grazie ai mostriciattoli tascabili di Game Freak.

Da qui in poi fu tutto in discesa per il brand Pokémon, con merchandise di ogni genere prodotto che portò, nel corso degli anni, ad essere uno dei franchise più remunerativi di sempre, con introiti che secondo le stime di The Pokémon Company aggiornate al 2013 e riportate dalla rivista giapponese Famitsū oltre i 20 miliardi di dollari in tutto il mondo.

Il gioco di carte collezionabili

Una delle incarnazioni più diffuse e conosciute dell'intero franchise, per quanto sia nato come una serie di videogiochi, oltre che il vero e proprio responsabile della "Pokémania" è sicuramente il gioco di carte collezionabili.

Prodotto inizialmente da Wizards of the Coast, la stessa azienda dietro Magic: The Gathering, debutta ufficialmente in Giappone nel lontano 1996 con il cosiddetto Set Base contenente 102 carte. Per quanto fosse un gioco competitivo, nel quale lo scopo era quello di costruire il proprio mazzo per far scontrare le proprie creature con quelle avversarie, a spiccare fin dal primo momento fu il lato collezionistico.

"Pokemon cards" by robertdebock is licensed under CC BY 2.0.

Le carte venivano vendute nei cosiddetti "Booster Pack", contenenti ognuno 11 carte casuali delle quali una era olografica e che nel corso degli anni hanno assunto un valore sempre più alto, arrivando anche a cifre da capogiro negli ultimi anni, anche a causa della grossa speculazione del mercato collezionistico stesso e alla riscoperta dello stesso in tempo di pandemia e lockdown, dove molte persone hanno riscoperto le loro collezioni e si sono riappassionate.

Dalla sua uscita, sono stati prodotti più di 100 diversi set e dal 2003 è la stessa The Pokémon Company a produrle, avendo riacquisito la licenza da Wizards, e vanta una quantità infinita di carte diverse, ognuna con la sua rarità e particolarità, che rendono il gioco unico nel suo genere.

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Lo strano caso di Uri Geller

Nel mondo Pokémon, esiste una particolare linea evolutiva di un Pokémon di tipo psico: Abra, che si evolve prima in Kadabra e poi in Alakazam. Bene, ricordatevi questa informazione e facciamo un salto nel mondo dello spettacolo e della magia parlando di un famoso illusionista degli anni '90: Uri Geller.

"Uri Geller 10" by TaylorHerring is licensed under CC BY 2.0.

Il prestigiatore israeliano è famoso all'epoca in tutto il mondo perchè ha un'abilità particolare: riesce a piegare i cucchiai col pensiero e dichiarando di avere capacità di telecinesi, rabdomanzia e telepatia. Questi, nel pieno della Pokémon mania e sull'onda di successo del fenomeno del momento, si accorse dell'esistenza di un mostriciattolo tascabile che aveva una particolare caratteristica: gli assomigliava molto!

Il nome originale del Pokémon Kadabra è ユンゲラー, che si può leggere come "Yungerer", cosa che secondo l'illusionista era una palese citazione a se stesso e così decise di portare in tribunale The Pokémon Company, chiedendo che la carta del mostro di tipo psico fosse tolta dal commercio e mai più stampata...e la compagnia acconsentì, non stampando una carta di Kadabra per ben 20 anni!

Ma dopo tutti questi anni, Uri Geller ha deciso di seppellire l'ascia da guerra, permettendo nuovamente a TPCI di stampare una carta di Kadabra col set di Pokémon 151, uscito nel 2023.

Koga's Ninja Trick, la carta censurata

Ma i problemi per il TCG dei Pokémon non sono arrivate solo dall'illusionista, ma vi sono state anche pesanti accuse di razzismo e alcune controversie legate ad alcune illustrazioni presenti proprio sulle carte.

La più famosa è sicuramente quella legata alla carta Koga's Ninja Trick, appartenente all'espansione Gym Challenge: nell'originale illustrazione giapponese, è rappresentata la Omote Manji, ovvero la cosiddetta svastica buddista giapponese, che sarebbe potuta esser scambiata per la svastica nazista. Nella versione occidentale della carta, dopo le lamentele di diversi gruppi ebraici, è stata modificata rendendola più "tollerabile", nonostante nella cultura asiatica e buddista abbia un significato completamente opposto da quello utilizzato durante la seconda guerra mondiale dall'esercito tedesco.

Quali sono le carte più rare e costose?

Come abbiamo già detto, il mercato delle carte Pokémon è davvero attivo e molto spesso raggiunge cifre folli anche solo per singole carte.

Una delle carte più iconiche e sicuramente più costose è senz'altro il celebre Charizard in prima edizione del set base, in particolare la versione Shadowless: questa carta non presenta un'ombra particolare a destra dell'illustrazione, un errore di stampa che è stato corretto molto in fretta nel corso delle ristampe successive, ma che è rimasto su alcuni esemplari e che, se in condizioni perfette (PSA 10) può superare anche i 200 mila dollari!

Ma il caso più emblematico e famoso è sicuramente quello di Pikachu Illustrator: questa particolare carta è stata data come premio ai vincitori del CoroCoro Comic Illustration Contest del 1998, un concorso indetto dalla nota rivista giapponese che decise di premiare gli illustratori migliori con questo gioiello. Nel mondo, ne esistono solo 20 copie e solo la metà è in condizioni accettabili. Un PSA 10 è stato acquistato dal noto youtuber e wrestler Logan Paul per una cifra da capogiro: 4 milioni di dollari, rendendolo di fatto la carta di Pokémon più costosa di sempre (la più costosa di tutte rimane L'Unico Anello acquistato da Post Malone per 2.6 milioni di dollari).

Omaggi e opere derivative (i cosiddetti "Monster Collector")

Nonostante l'origine del genere "Monster Collector", un gioco dove una delle componenti principali è appunto la cattura e l'allenamento tramite combattimenti di creature di vario genere, derivi principalmente dai titoli della saga Shin Megami Tensei, si può dire che Pokémon abbia dato una spinta significativa al genere stesso, generando una serie di altri giochi che si ispirano più o meno palesemente alla creatura di Satoshi Tajiri.

Principalmente legato alla scena indie, questo nuovo sotto-genere ha generato prodotti più o meno riusciti di altri, come ad esempio il recente Cassette Beasts, nel quale il nostro protagonista finisce in una sorta di "Mondo Parallelo" in perfetto stile isekai e nel quale possiamo letteralmente "registrare" i vari mostri che incontriamo sul nostro cammino in alcune audio cassette, con le quali possiamo assumere le sembianze dei mostri stessi.

O ancora Tem Tem o Nexomon, entrambi sicuramente più ancorati agli stilemi di Pokémon stesso, con creature ed evoluzioni molto più vicine all'originale creazione di Game Freak.

Per arrivare all'ultimo fenomeno videoludico definito dalla stampa come "Pokémon con le pistole": Palworld, un vero e proprio survival, nel quale dovremo procurarci risorse per sopravvivere in un mondo nel quale esistono i cosiddetti Pal, delle creature che potremo catturare e addestrare per poter generare risorse, costruire strutture e che potremo anche far combattere tra loro. Quest ultimo è forse quello che ha meno elementi in comune col franchise Pokémon, se non per la somiglianza di alcuni modelli delle creature, ma è innegabile che si ispiri abbastanza a quanto fatto negli anni da Game Freak, pur essendo un gioco diverso, più stratificato e, a detta di molti, migliore dell' "originale".

Le celebrità fan dei Pokémon

Oltre al già citato Logan Paul, vi sono anche molte altre celebrità che, nel corso degli anni, sono state stregate dalla Pokémon Mania, tanto da arrivare a collaborare col brand attivamente: uno di questi  è sicuramente Ed Sheeran, che con uno dei suoi ultimi pezzi intitolato "Celestial" entra ufficialmente a far parte del mondo Pokémon, essendo la traccia presente all'interno dei giochi Pokémon Scarlatto e Violetto.

Un'altra star musicale patita dei mostriciattoli tascabili è Ariana Grande, che dopo aver giocato ore e ore di fila a Pokémon Let's Go Eevee, ha deciso di tatuarsi il Pokémon sul braccio.

Per quanto riguarda le carte, uno dei maggiori collezionisti tra i famosi è sicuramente Steve Aoki, famoso DJ e produttore che qualche anno fa, in collaborazione con una casa di gradazione, ha anche creato delle Mistery Box per vendere parte della sua collezione di carte gradate.

Credits immagine copertina "Pokemon Sign" by fuzzcat is licensed under CC BY 2.0.

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