Scream Queens: Recensione episodio 2x06. Un viaggio da favola

Autore: Alice Grisa ,

Il viaggio da favola, nei meandri delle sacche di sangue dell’ospedale C.U.R.E, si converte nella rottura brusca e inaspettata delle regole narrative per la rivelazione – molto prima del finale di stagione – dell’assassino mascherato da Green Meanie. In realtà lo svelamento è parziale, perché Green Meanie non è uno solo, ma per ora dobbiamo accontentarci di conoscere l’identità del primo.

L’iconoclastia di #Scream Queens era già nota, ma in questo episodio sfocia nella parodia grottesca.

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Non si tratta più (solo) di rompere le regole, ma proprio di perdere qualunque linearità concettuale o morale. I personaggi di Scream Queens non sono esseri umani che incappano in ipotetiche trasformazioni o le respingono con coerenza: si tratta di fumetti, un po’ come Beep Beep che scappa da Willy il Coyote. Entrambi sono così, uno in fuga e l’altro inseguitore, senza condizioni, sfumature o redenzioni.

Willy il Coyote non può redimersi, non sarebbe Willy il Coyote. E lo stesso vale per #Chanel Oberlin, incarnazione simbolica della cultura pop dei grandi magazzini, degli abiti splendenti a basso costo (le Chanel sono vestite per lo più con outfit delle catene fast-fashion), dell’ironia nera, dello humor citazionista, del cinismo in rosa, di tutto ciò che è metatestuale.

Chanel è la prima a ragionare su sé stessa in quanto costrutto protagonista di un horror e, come aveva insegnato Wes Craven con Scream, il genere cinematografico (o televisivo) risponde a precise convenzioni: le ragazze bionde vengono uccise, il serial killer ha traumi irrisolti nel passato, la studentessa mora e intelligente si salva.

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Un primo piano di Ingrid Hoffel/Bean
Ingrid si rivela un personaggio chiave

Proprio la padronanza del genere permette a Scream Queens 2 di giocare con gli ibridi senza smettere di replicare la propria formula. Ecco perché l’horror e il thriller scivolano nei rivoli dell’estetica pop, in una sorta di pornografia dei colori e degli oggetti, nella farsa più spinta.

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L’episodio Un viaggio da favola mostra fondamentalmente due cose: la prima è che Scream Queens non rispetta nessuna regola (e nemmeno le non-regole) tanto che svela Green Meanie per caso, senza suspance, proprio mentre sta commettendo uno dei propri omicidi.

Nell’assenza di regole c’è anche la sacrificabilità dei personaggi: quando vediamo un thriller “sappiamo” (tranne casi particolari) che ci sono personaggi che non possono proprio morire, perché verrebbe meno il film stesso. Ecco, invece in Scream Queens nessuno è al sicuro.

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Le analisi del sangue di Chanel Oberlin
Le finte malattie veneree diagnosticate a Chanel

La seconda è che la deriva parodistica ormai è preponderante rispetto al filo giallo da risolvere. Quanto pesa #Zayday, la studentessa-detective, nell’economia complessiva della storia? Quasi nulla. Quanto è stata invece politicamente scorretta, ferocemente farsesca e impressionante la “gara del sangue” promossa dall’infermiera #Ingrid Hoffel/Bean per portare a termine il suo disegno di vendetta contro le Chanel?

Show hidden content A proposito di Ingrid, nel sesto episodio si scopre una carta importante: la donna non è altro che la sorella (molto poco somigliante) di Agatha Bean, la governante di Chanel uccisa (per sbaglio) nella prima stagione con una maschera di olio rovente. Ricordate il momento in cui le ragazze della confraternita bruciarono il volto della donna?
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Un'immagine di Agatha Bean prima di morire con la faccia bruciata
Ve la ricordate?
Ecco, ora la Hoffel vuole fare giustizia.

Il tema dell’episodio è il sangue, che trascina fluidamente le gag, le morti, le follie private dei vari psicotici e fa da ricettacolo di ambizioni, dedizioni e ossessioni.

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Potremmo pensare che l’insistere sulle donazioni della “gara del sangue” sia un modo per sensibilizzare su un tema sanitario e sociale molto urgente: il bisogno di donatori negli ospedali, tanto che in alcuni punti le Chanel parlano anche dei gruppi sanguigni che sono più utili di altri, in quanto compatibili universalmente.

Ma Scream Queens 2, come Scream Queens 1, è davvero troppo cinico per portare pienamente messaggi di pubblicità progresso. Basti pensare a come finisce la vittima Chanel #9, già belonefobica: il concetto di quel tipo di morte è davvero terrificante anche per chi con gli aghi non ha mai avuto problemi.

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Le Chanel donano il sangue
La Chanel alla prese con le donazioni di sangue

In ogni caso, il fil rouge (e mai termine fu più appropriato) delle donazioni ematiche, che costituisce il motore di tutta la narrazione, si concentra sulla gara rossa delle Chanel per vincere il viaggio-premio (Chanel Oberlin è in vantaggio ma non sa che la meta è un posto terribile, dove Ingrid vuole spedirla apposta) oltre che sul caso medico di puntata, un ragazzo che vive e si comporta come se fosse un vampiro.

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La farsa è ai massimi livelli, sublimati dal catfight tra Chanel e la #Munsch (che si contendono lo stesso uomo): il rallenty delle due donne che si picchiano e prendono per i capelli per il primato delle donazioni di sangue è davvero da B-movie cult. Il nonsense è ovunque e si travasa anche in #Hester, psicopatica assassina a cui il decano assegna il paziente-vampiro da curare: la mancanza di verosimiglianza costituisce il paradosso su cui si fonda la sregolatezza colorata e insanguinata di Scream Queens.

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Il decano Munsch ride in Scream Queens 2
Il decano vince la lotta contro Chanel

Seguendo una logica assolutamente “red-deviliana” Hester, per far passare la sindrome del vampiro al proprio paziente, pensa di provocargli una crisi di rigetto di sangue confezionandogli muffin, torte e dolcetti a base ematica.

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I dolcetti di sangue di Hester
I dolci di sangue di Red Devil

Il filone Red Devil-vampiro è forse la sottotrama più divertente dell’episodio: a contraltarla ci pensa Zayday con le sue indagini più sobrie e lo strano rapporto con lo strano Chamberlain, mentre l’assassino è pronto a rivelarsi a Ingrid.

Show hidden content In modo assolutamente surreale, il “dottore morto” #Cassidy Cascade – che sta infierendo in maniera atroce sulla povera Chanel #9 – racconta la propria identità e i propri intenti a Ingrid, che invece di giudicarlo in modo negativo pensa di canalizzare questa furia omicida nel proprio progetto personale.Ed è proprio qui che la vicenda sfocia nella parodia totale, perché Ingrid (che è sempre la Kirstie Alley di Senti chi parla, non dimentichiamolo) acquista un costume da Green Meanie e comincia a operare insieme al giovane medico (che è sempre il licantropo di Twilight, non dimentichiamolo).
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Cassidy Cascade è Green Meanie
Lo svelamento di un Green Meanie
Due Green Meanie sono troppi? Assolutamente no, perché Cassidy non è responsabile di tutte le morti.C’è un terzo assassino, dall’identità ancora ignota. Sarà Red Devil, che ha pensato di convertirsi in un angelo della morte di colore verde? Oppure #Brock Holt, l’uomo con la mano di un serial killer che è fidanzato con Chanel ma, allo stesso tempo, è sempre più in intimità con il decano Munsch?Oppure ancora Chamberlain, che nasconde sicuramente qualche segreto?Nel prossimo episodio potremmo assistere davvero alla moltiplicazione dei mostri verdi, un'eventualità interessante di ribaltamento (invece che le vittime, aumentano gli assassini!) che potrebbe regalare una brillante nuova linfa vitale alla serie TV .
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I due Green Meanie camminano in corrodoio
I Green Meanie ora sono due

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