La storia del film animato de Il Signore degli Anelli di Ralph Bakshi

Sapevate dell'esistenza di un lungometraggio animato de Il Signore degli Anelli e della sua uscita precedente alla trilogia di Peter Jackson?

Autore: Nicholas Massa ,

Tutti conoscono la saga cinematografica de Il Signore degli Anelli a cura di Peter Jackson, ed è proprio a lui che vengono riconosciuti tantissimi meriti artistici proprio in questo senso. Non tutti sanno, però, che non si è trattato del primo tentativo di portare il lavoro di J.R.R. Tolkien sul grande schermo. Già, perché prima di lui, molto prima, ci provò anche un certo Ralph Bakshi, costruendo un adattamento animato che rispecchiasse stile e poetica del celeberrimo scrittore. Chi è Ralph Bakshi? Uno dei più celebri autori dell’animazione contemporanea, padre di alcuni lungometraggi che hanno fatto, e continuano a fare, la storia stessa del mezzo animato come lo conosciamo oggi.

L’idea di trasporre al cinema i libri di Tolkien, ovviamente, non è cosa semplice e leggera da affrontare, e in molti non avrebbero neanche provato a sfiorare un'ipotesi del genere, ma è nell’impossibile che a volte nascono le leggende più grandi. Così il 1978 vede l’uscita de Il Signore degli Anelli di Ralph Bakshi e… la nascita di qualcosa che è rimasto saldamente ancorato all’immaginario della Terra di Mezzo, in una sorta di limbo fra amore, stima e incomprensione.

Il Signore degli Anelli dai libri alla sceneggiatura del film

Per parlare de Il Signore degli Anelli del 1978, è bene partire innanzitutto dall’interessamento dello stesso Ralph Bakshi al progetto e dagli accadimenti di poco precedenti al suo coinvolgimento diretto nel progetto. All’epoca della produzione, i diritti dell’opera letteraria erano nelle mani della United Artists, la quale avrebbe voluto trasformare la storia di Tolkien adattandola attraverso un film live-action che sarebbe stato realizzato da John Boorman. Il regista britannico, però, si trovò nella situazione di dover realizzare pure la sceneggiatura e, avendo fra le mani un materiale di partenza così irto, vasto e complesso, decise di comprimere ogni cosa in un unico film (modulando la storia insieme a Rospo Pallenberg).

I lavori nella creazione di un’unica sceneggiatura per Il Signore degli Anelli, quindi, spinsero il regista a riscrivere intere parti del materiale originale, aggiungendo elementi che non erano presenti nella versione originale dei libri, fino alla realizzazione di un tomo che contava circa 700 pagine. Le idee alla base di una riscrittura come questa vennero ovviamente bocciate, soprattutto per via di alcune scelte creative che coinvolgevano i protagonisti del racconto (le bastonate a Gimli per fargli ricordare la parola per entrare nelle miniere di Moria, è un esempio di ciò).

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A seguito del licenziamento di Boorman vediamo l’interessamento e il coinvolgimento di Bakshi. Questi, differentemente da Boorman, promise una maggiore fedeltà al materiale letterario di partenza, cercando immediatamente di spingere la United Artists a dividere la storia sul grande schermo in due pellicole (in relazione a tutto ciò si recò pure dalla figlia dello scrittore de Il Signore degli Anelli, Priscilla, restando pure con lei saldo nella visione di una fedeltà cinematografica di fondo al progetto in corso).

Per quanto riguarda la sceneggiatura, in questo caso venne curata prima da Chris Conkling e in seguito riscritta da Peter S. Beagle (è giusto riportare che anche in questo caso l’attinenza col materiale letterario di Tolkien non è perfetta al 100%, anche se gli eventi principali trasposti sono rimasti coerenti, con qualche abbreviazione ed eliminazione. Come con Peter Jackson: anche qui il personaggio di Tom Bombadil è assente, ad esempio).

Come è stato realizzato Il Signore degli Anelli di Bakshi?

Parlando, invece, del comparto animato de Il Signore degli Anelli del 1978, è proprio questo a lasciare il segno, generando una vera e propria epica artistica diventata ben presto iconica per alcune trovate al suo centro. Il film è stato realizzato con la tecnica del rotoscopio, che consiste nel ricalcare le scene del racconto dalla pellicola sulla quale sono state precedentemente impresse. Partendo da tutto ciò, l’idea di fondo era quella di ricostruire una sorta di “poetica visiva” che rimandasse allo stesso Tolkien (da qui le scelte figurative in termini di personaggi e orientamento morale). Il risultato fu qualcosa di sperimentale e sicuramente difficile da comprendere in toto, restituendo una serie di modelli e inquadrature rimaste impresse per sempre nella storia dell’animazione fra la pittura più espressionista e allo stesso tempo reale.

Nel tentare di portare sul grande schermo Il Signore degli Anelli di Tolkien, non è difficile scorgere i vezzi creativi di un autore che non ha mai nascosto la propria voce in termini artistici. Il tocco di Bakshi ci regala una rappresentazione il più possibile realistica di un viaggio in cui l'attenzione ai dettagli visivi primeggia su ogni altra cosa. Dalla commistione fra due dimensioni artistiche come queste, deriva l’anima cupa e curiosamente ribelle di un adattamento che ha le idee chiare in termini di immagini e immaginario animato (anche se custodito nella nicchia degli appassionati di Tokien, è bene sottolineare come questo lungometraggio abbia invariabilmente condizionato e ispirato alcune scelte prese in seguito da Peter Jackson con la sua trilogia cinematografica). 

L'accoglienza e le discussioni durante la produzione

Alcune discussioni con la stessa United Artists, però, porteranno alla pubblicazione travagliata di un film che è uscito mancante di alcune sue scene, e con un titolo che non avrebbe anticipato né rimandato alla parte due (Bakshi avrebbe voluto titolare il lungometraggio “The Lord of the Rings Part One”, ma i produttori optarono per il titolo che conosciamo). Questa scelta, molto probabilmente, ispirò una generale confusione nei fan di Tolkien che non trovò mai risposta dato che la parte due non venne realizzata. Sembra che la stessa UA reputò un insuccesso la pellicola animata di Bakshi (numeri alla mano, questa trasposizione de Il Signore degli Anelli generò introiti di oltre 30 milioni di dollari, a fronte dei 4 milioni investiti, rendendo la scelta di non proseguire ancora inspiegabile).



Immagine di copertina tratta dalla cover del DVD Edizione Deluxe de Il Signore degli Anelli in vendita su Amazon.

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