Toto Leone d'Oro 2020: chi vincerà? Tante donne e qualche outsider in lotta per il Leone d'Oro

Autore: Elisa Giudici ,

È questione di ore e sapremo quale film vincerà il Leone d'Oro 2020 tra i diciotto in concorso in questa edizione "ridotta ma combattiva" della Mostra del cinema di Venezia. Rispetto agli anni passati però il gioco del pronostico è davvero difficile. Con tanti cineasti giovani e opere autoriali d'argomentazione politica e sociale, senza un film forte capace di catalizzare gli entusiasmi della critica, il futuro è più nebuloso che mai. A differenza degli anni passati- dove in molti puntavano sin da subito alla vittoria di Joker e Roma - quest'anno non c'è un super favorito. 

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Cosa deciderà la regia capitanata da Cate Blanchett e formata da Matt Dillon. Nicola Lagioia, Veronika Franz, Joanna Hogg e Ludivine Sagnier? Davvero difficile a dirsi, in un anno in cui la componente anglofona e hollywoodiana della giuria è forte, ma in concorso le pellicole statunitensi sono quasi assenti.

La Biennale di Venezia
L'attrice Cate Blanchett a Venezia
A chi deciderà di dare il Leone d'Oro 2020 la giuria capitanata da Cate Blanchett?

Considerando i film più convincenti visti in sala e le possibili preferenze dell'autrice australiana, senza dimenticare la necessità di premiare equamente diverse realtà geografiche, politiche e cinematografiche, ecco quali film sono favoriti. Quest'anno più che mai però il destino è incerto e quasi nessuno può dirsi fuori dai giochi. 

Chi vincerà il Leone d'Oro? I possibili favoriti

Dedurre chi vincerà il Leone d'Oro è una questione di calcolo algebrico e cinematografico, perché spesso la scelta è frutto di un compromesso con altri premi e valutazioni. Quest'anno avremo un'indicazione importante su chi vincerà dall'attrice che stringerà tra le mani da Coppa Volpi. A fronte di interpretazioni maschili quasi assenti, quest'edizione presenta tantissime prove d'eccellenza femminili: bisognerà trovare una quadra tra l'attrice e il film da premiare con il riconoscimento più importante. 

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Se per esempio Francis McDormand vincesse per la sua interpretazione in Nomadland di Chloé Zhao (dopo aver perso la Coppa Volpi nell'annata di Tre manifesti a Ebbing, Missouri) l'attesissimo film della regista di Eterni sarebbe fuori dai giochi per il Leone. Forse sarà Vanessa Kirby a spuntarla? D'altronde è stata l'icona di questo Festival e presenta due performance importanti in concorso. Cate Blanchett potrebbe aver amato in particolare l'intenso dramma queer The World to Come di Mona Fastfold.

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Un premio ex aequo con l'altra protagonista Katherine Waterston sarebbe un bel segnale, ma il film della regista norvegese è molto piaciuto alla critica internazionale, quindi potrebbe puntare al riconoscimento massimo. Blanchett avrebbe un'opportunità irripetibile di premiare una regista donna con il Leone d'Oro. Ci sarebbe un po' troppa America nel risultato finale ed è improbabile che nell'anno di Black Lives Matter la giuria decida di premiare solo film "bianchi" e anglofoni. 

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Attenzione quindi a film autoriali che vengono da lontano, specie portano con loro messaggi forti. La sorpresa finale potrebbe metterla a segno un film come Quo vadis, Aida? di Jasmila Žbanić. Molto solido anche se senza particolari guizzi, ha dalla sua una tematica politica forte, una prova davvero eccellente dell'attrice protagonista (tra le favorite per la Coppa Volpi) e una donna alla regia. Il film è piaciuto senza entusiasmare, ma per la giuria potrebbe essere una scelta sicura in caso di indecisione. 

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Ci vorrebbe molto, forse troppo coraggio per premiare lo stupendo ma durissimo film distopico di Michel Franco Nuevo Orden. È tra i migliori visti al Lido, ma è troppo duro per ambire davvero al Leone d'Oro, a meno di una giuria davvero spregiudicata. Il fatto che il regista sia stato avvistato al Lido conferma l'impressione che potrebbe strappare un premio importante: punterei su Gran premio della giuria. Attenzione anche al russo Cari compagni! di Andrey Konchalovsky: un film solidissimo nella scrittura, rigoroso nella forma, di grande qualità. Non sarebbe un Leone così azzardato, anche su punterei più a un premio per la sceneggiatura o la regia, anche per evitare un palmarès tutto al femminile. 

Le speranze italiane

Sul fronte italiano i giochi sono tutt'altro che fatti, perché tra i film che sono piaciuti di più alla critica nostrana e internazionale c'è il documentario Notturno di Gianfranco Rosi. Che il suo cinema metta d'accordo le giurie lo testimonia il Leone e l'Orso d'Oro che ha già vinto in passato. Difficile che si replichi, ma Nicola Lagioia potrebbe lavorare su questo titolo per avere un po' d'Italia tra i premiati.

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Non bisogna poi scartare l'opzione Susanna Nicchiarelli: Miss Marx ha tutte le carte in regola per piacere a Cate Blanchett, la regista italiana è sempre più apprezzata a livello internazionale e il film ha un livello produttivo non indifferente (e un'attrice come Romola Garai che potrebbe portarlo lontano). Certo ha un po' diviso la critica, ma le giurie hanno sensazioni e sensibilità spesso completamente diverse. Un Leone d'Oro donna e italiano sarebbe davvero un colpaccio per il nostro cinema e per la Mostra. 

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Se l'opzione diversità si rivelerà determinante oltre a Nuevo Orden bisognerà tenere d'occhio anche l'indiano The Disciple di Chaitanya Tamhane, il pupillo di Alfonso Cuarón. È un film così rigoroso e intransigente che non ha accontentato tutti, ma la qualità tecnica e la storia ci sono.

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