Quale futuro aspetta #Mindhunter (e i suoi fan)? La serie TV sulle origini dei profiler dell'FBI creata da David Fincher è stata accolta in maniera molto positiva dalla critica ed è diventata in poco tempo un cult. Su Rotten Tomatoes, le prime due stagioni hanno una percentuale di recensioni positive che sfiora il 100%. Eppure, al momento, la terza è nel limbo.
Netflix non ha cancellato lo spettacolo, ma non l'ha neppure rinnovato. E gli appassionati continuano a chiedersi se rivedranno gli agenti Holden Ford e Bill Tench e la dottoressa Wendy Carr o se le loro storie rimarranno in sospeso per sempre. Perché l'ultimo ciclo di episodi ha lasciato molte domande senza risposta.
A che punto è Mindhunter 3
Mindhunter non è una produzione mainstream, ma conta su una solida fanbase ed è considerata un piccolo gioiello da pubblico e critica. Allora, perché è stata messa in ghiaccio?
A quanto pare, una delle ragioni sono gli impegni di David Fincher. Il regista ha scelto di dare priorità ad altri progetti che ha in corso con Netflix, ovvero il film Mank e la serie #Love, Death & Robots. E per non danneggiare gli interpreti, tenendoli vincolati a una produzione in stand-by a tempo indeterminato, il filmmaker e la compagnia di Reed Hastings hanno lasciato scadere i loro contratti:
[David Fincher, n.d.r.] non riteneva giusto impedire agli attori di cercare altri lavori, mentre esplorava opportunità diverse per conto proprio.
D'altra parte, Fincher (e Netfllix) sembra avere lasciato una porta aperta:
[Il regista, n.d.r.] potrebbe dedicarsi di nuovo a Mindhunter in futuro.
Questa ipotesi è stata avvalorata di recente dal direttore della fotografia Erik Messerschmidt, che ha lavorato ad alcuni episodi della prima stagione e a tutti quelli della seconda e ha da poco concluso l'impegno sul set di Mank. In una intervista a Collider, l'uomo ha spiegato che non conosce il futuro di Mindhunter:
Non so nulla [della terza stagione, n.d.r.]. Abbiamo appena finito di girare Mank e ho sentito che la produzione è in sospeso da un po'. Vedremo. Chi può dire cosa accadrà?
Ma ha aggiunto che tornerebbe senza esitazione a occuparsi della serie:
Sarebbe un onore tornare sul set. Adoro lavorare con David e adoro il cast e la crew. Senza dubbio, è stato un periodo incredibile della mia vita. Sono stato davvero fortunato ad avere l'opportunità di lavorare a [Mindhunter, n.d.r.] e di dare il mio contribuito. È stato qualcosa di particolarmente importante e toccante nella mia carriera. Ma la verità è che non so cosa accadrà.
Per quanto lo riguarda, Messerschmidt ha aggiunto che "certamente" la serie dovrebbe avere una conclusione. Ma la sua rimane a tutti gli effetti una opinione personale.
Del resto, è innegabile che Mindhunter ha ancora molto da raccontare. Tanto più, come ricorda CinemaBlend, dal momento che è (era) stata concepita da Fincher come un progetto in 5 stagioni.
Di certo, se la serie tornerà, non lo farà in tempi brevi. Le riprese di Mank sono concluse, ma rimangono la post-produzione e la promozione del film. Poi, nell'agenda del regista c'è Love, Death & Robots. E anche un prequel di Chinatown (benché non sia chiaro se questo progetto sarà prioritario rispetto a Mindhunter). E con gli attori protagonisti liberati dai vincoli di produzione, c'è da tenere conto pure dei loro impegni.
Non ultimo, a tutto questo va aggiunta l'incertezza legata alla pandemia di Covid-19, che sta costringendo Hollywood a rivedere la propria organizzazione e sta portando a una dilatamento dei tempi di produzione.
Di cosa potrebbe parlare Mindhunter 3
Il futuro di Mindhunter è incerto, ma niente vieta di fare qualche ipotesi su ciò di cui potrebbe parlare la terza stagione. A partire dallo sconcertante evento che ha coinvolto l'agente Tench e la sua famiglia.
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Nel corso del secondo ciclo di episodi, il giovanissimo e problematico figlio adottivo dell'uomo, Brian, non solo ha preso parte a un tragico gioco che è costato la vita a un bambino di 2 anni, ma ha suggerito la macabra messa in scena con la quale è stato posizionato il corpo (che è stato disposto a croce per farlo "resuscitare").Come scriveva The Wrap in un articolo di qualche tempo fa, l'episodio è ispirato a un fatto accaduto davvero. Nel 1971, a San Francisco, due fratelli di 7 e 10 anni hanno ucciso un bambino di neppure 2 perché continuava a piangere e poi hanno crocifisso il corpo, nella convinzione che il piccolo potesse resuscitare come Cristo nel Vangelo. Il terribile fatto potrebbe costringere l'agente Tench a una straziante indagine sui "primi segnali del serial killer" sul suo stesso figlio?Di pari passo, è rimasta aperta la vicenda degli attacchi di panico di Holden. Così come sono ancora tutte da raccontare le storie dei maniaci omicida BTK Killer, "Figlio di Sam" (David Berkowitz), William Pierce e Dennis Lynn Rader (vero e proprio fil rouge della serie).
Insomma, il materiale per nuovi, disturbanti e tesissimi episodi non manca...
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