La tigre bianca, la trama del film con Priyanka Chopra

La tigre bianca è un film di Ramin Bahrani adattato dall'omonimo best seller di Aravind Adiga, che ha voluto raccontare la divisione delle classi sociali in India, in chiave abilmente umoristica. Ecco i riferimenti alla realtà offerti da film e libro.

Autore: Simona Vitale ,

Diretto da Ramin Bahrani, La tigre bianca (The White Tiger) è un film indiano distribuito in alcune sale cinematografiche selezionate e da Netflix (su cui è disponibile dal 23 gennaio 2021.

La pellicola è ispirata al best seller omonimo di Aravind Adiga, vincitore del Booker Prize nel 2008.

La tigre bianca: la trama del film

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La tigre bianca, che vanta la presenza degli attori Rajkummar Rao, Priyanka Chopra e Adarsh ​​Gourav per quanto riguarda i ruoli principali, ha ottenuto recensioni generalmente positive da parte della critica, soprattutto in merito alla sceneggiatura, alla regia e alle performance degli attori.

La pellicola, così come il romanzo che l'ha ispirata, si sviluppa attraverso il punto di vista di Balram Halwai (Adarsh ​​Gourav) che in chiave brillante e umoristica, racconta la sua trasformazione sociale: da umile servitore a imprenditore affermato di successo nell'India moderna.

Balrman riesce a farsi assumere come autista di Ashok, figlio di un noto proprietario terriero locale, (Rajkummar Rao), di sua moglie Pinky (Priyanka Chopra-Jonas). Pur conducendo una vita soddisfacente, Balram si renderà conto che i suoi padroni non sono quello che sembrano e nascondo un giro di loschi affari, per i quali sarebbero disposti a sacrificare chiunque (compreso lo stesso Balram). Il nostro protagonista si renderà dunque conto che per potersi trasformare dal servo che è stato sino ad allora in una persona di successo, dovrà compiere delle azioni non di certo legali (come un omicidio e dei furti). Il tempo però, mettendolo dinanzi alla possibilità di perdere tutto, gli farà cambiare prospettiva, trasformandolo in un imprenditore con principi diversi da quelli delle persone che aveva in precedenza servito.

La tigre bianca: la trama del romanzo

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La tigre bianca

La tigre bianca

L'intero romanzo (come anticipato sopra) è narrato attraverso delle lettere di Balram Halwai al premier cinese, in procinto di arrivare in India.

Le prime pagine del libro mostrano al lettore il personaggio di Balram, un uomo indiano che appartiene ad una delle classi sociali più povere del villaggio di Laxmangarh. Il protagonista racconta di come è riuscito a superare i propri limiti, trasformandosi da umile servitore in imprenditore di successo a Bangalore. Il cambiamento di classe è stato ottenuto soprattutto grazie al'omicidio del signor Ashok, suo datore di lavoro. 

Costretto a lasciare la scuola pur essendo considerato molto studioso e intelligente (tanto da essere lodato come una rara "tigre bianca" da un ispettore scolastico in visita presso il suo istituto), Balram viene assunto in una sala da té insieme a suo fratello, salvo poi diventare uno dei due autisti della potete e ricca famiglia Stork.

Ad ogni modo, come umile autista di Mushek Sir e Ashok, figli del signor Stork - proprietario terriero noto come la Cicogna - Balram conduce in apparenza una vita appagata.

Nelle sue lunghe lettere, il protagonista racconta della natura corrotta della politica locale, affermando che la famiglia Stork per cui lavora è coinvolta in un giro di loschi affari nell'industria del carbone. Per poter salvaguardare il proprio "successo economico", gli Stork devono puntualmente corrompere un politico noto come Grande Socialista. Arrivato a New Delhi insieme ai suoi datori di lavoro, Balram progressivamente assiste all'inesorabile corruzione del suo padrone Ashok e al tempo stesso riesce a capire che l'unico modo per elevarsi dalla sua condizione sociale è quello di mettersi in proprio arrivando a commettere addirittura un omicidio...

La tigre bianca: i riferimenti alla realtà sociale indiana

Netflix
La tigre bianca poster
Un poster del film La tigre bianca

Più che ispirato ad una storia vera, La Tigre Bianca offre dei riferimenti alla realtà che l'India ha vissuto e continua a vivere da alcuni decenni. Il romanzo, infatti, si svolge in un'epoca nella quale l'aumento della tecnologia ha rapidamente condotto tutti i Paesi del mondo (India compresa) alla globalizzazione. La trama del libro sottolinea in particolare come molto importante sia stata l'americanizzazione del Paese asiatico, fornendo a Balram un'occasione di riscatto per cambiare quelle che sono state le sue umili origini. 

Dall'inizio della sua storia il protagonista sa che per cambiare le sue sorti occorre trasformare in primis la propria mentalità. Occorre diventare un imprenditore, tenendo il passo con la globalizzazione dell'India. Il romanzo di Aravind Adiga è inoltre permeato da tanti riferimenti a come Balram sia molto diverso da coloro che compongono la sua famiglia. Viene infatti riconosciuto come una "tigre bianca", simbolo di potere nella cultura dei paesi dell'Asia orientale. Ma la tigre bianca è anche simbolo di libertà e individualità, sottolineando come il protagonista riesca ad emergere dalle tenebre della propria miseria per trovare il proprio riscatto nel mondo.

Il romanzo getta luce sulla moderna società capitalista indiana, dove esistono numerose caste sociali caratterizzate da enormi dislivelli.

Viene chiaramente evidenziata la disparità di due mondi: l'oscurità, dove si trovano coloro che a malapena riescono a procurarsi il minimo indispensabile, e il mondo illuminato, abitato da ricchi, politici, uomini d'affari che sfruttano i poveri per affermare ancor di più la loro grandezza. Il libro vuole mettere chiaramente in mostra come la maggior parte dei sistemi economici attuali siano in grado di creare delle condizioni socio- economiche che generano una grande divisione della società, limitando spesso ai più abbienti quelle possibilità e quei diritti che dovrebbero essere alla mercé di ogni essere umano.

In passato, del resto, è stato lo stesso Adiga a dichiarare che lo scopo del suo romanzo è stato quello "di catturare la voce inespressa delle persone dell'oscurità, delle aree impoverite dell'India rurale, senza inutili sentimentalismi o rappresentandole come esseri umani deboli senza allegria e senza umorismo, come avviene di solito".

FONTE: New York Times /Deadline

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