Netflix, dal 2014 a oggi la library dei film è calata del 40%

La library dei film di Netflix è calata del 40% dal 2014 a oggi. La vera e propria emorragia di contenuti è dovuta a un mercato dello streaming sempre più competitivo. Ma la compagnia ha (già) una strategia per mantenere un ruolo di primo piano.

Autore: Silvia Artana ,

Era il lontano 2008 quando Netflix ha iniziato il suo servizio di streaming online on demand e da allora la piattaforma è cresciuta in maniera esponenziale e si è affermata come uno dei principali protagonisti del settore. Ma (paradossalmente) dal 2014 a oggi, la sua offerta si è ridotta. Per essere precisi, la compagnia ha registrato un calo della library dei film del 40% (pari a circa 2.600 titoli). A riportare il dato è Streaming Observer, che scrive che a marzo 2014 su Netflix erano presenti 6.494 film, diventati 4.335 a marzo 2016 e 3.849 a novembre 2019.

La diminuzione riguarda il mercato americano, che rimane comunque più ricco rispetto a quello degli altri paesi dove è attivo il servizio (anche se il divario si è ridotto), come dimostrano i numeri relativi ad alcuni stati:

  • Australia - 3.480
  • Canada - 3.844
  • Germania - 2.704
  • India - 3.515
  • Giappone - 3.046
  • Messico - 2.839
  • Nuova Zelanda - 3.436
  • Regno Unito - 3.700

Ma a cosa è dovuto il (significativo e costante) calo della library dei film in USA? Streaming Observer imputa il fenomeno alla crescente e sempre più agguerrita concorrenza del mercato dello streaming. All'inizio e per un certo periodo, Netflix è stata l'unica piattaforma "di peso". Ma poi, anno dopo anno, hanno iniziato a fare la loro comparsa Amazon Prime Video e Hulu, fino ai più recenti Apple TV+, Disney+, HBO Max (Warner Media), Peacock (NBC) e altri ancora.

La nascita di nuovi players non ha significato solo una ridistribuzione degli utenti, ma anche (soprattutto) una vera e propria battaglia dei diritti. In altre parole, le major dietro ai vari servizi di streaming hanno iniziato a riportare a casa i titoli di loro appartenenza. Il processo non è immediato e varia in base agli accordi sottoscritti, che sono diversi da paese a paese. Ma (ormai) è in moto ed è inarrestabile ed è ciò che ha portato all'emorragia di film della library di Netflix.

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D'altra parte, la compagnia di Reed Hastings non ha aspettato che la situazione precipitasse. Nel 2013 ha iniziato la produzione di contenuti originali (con House of Cards) e da allora ha spostato sempre di più il proprio focus in questa direzione. Non solo. Di recente, ha stretto accordi con Mediaset e Sky/Comcast per implementare la produzione di film e serie TV a proprio brand e per rendere il servizio sempre più diffuso e competitivo.

Ma come scrive Streaming Observer, nonostante Netflix continui a sfornare novità e ad annunciare nuovi progetti (cosa che ha fatto lievitare i costi e ha avuto una ripercussione sull'aumento del prezzo degli abbonamenti), non può tenere quantitativamente il passo con la perdita dei titoli non originali e colmare il vuoto che stanno lasciando.

Tuttavia, è innegabile che la qualità delle produzioni della piattaforma sia di alto e altissimo livello (basti pensare ai recenti The Irishman, Storia di un matrimonio, I due papi e 6 Underground). Una strategia che, secondo Streaming Observer, indica la chiara volontà della compagnia di tenere i vecchi abbonati e attrarne di nuovi attraverso l'offerta di film e serie TV che non possono vedere da nessuna altra parte.

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