La bimba col cappotto rosso di Schindler’s List sta aiutando i rifugiati ucraini a fuggire dalla guerra

Aveva solo 3 anni quando divenne un volto iconico del cinema grazie al capolavoro di Spielberg: ora Oliwia Dabrowska è sul confine polacco e aiuta i rifugiati ucraini a mettersi in salvo.

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Autore: Elisa Giudici ,

Si chiama Oliwia Dabrowska, ha 32 anni ed è entrata nella storia del cinema con il suo volto: quello della bambina di 3 anni con il cappottino rosso immortalata da Steven Spielberg nel suo capolavoro Schindler’s List. Nel film del 1993 il suo cappottino è l’unico elemento colorato della pellicola, girata interamente in bianco e nero. Celebre e straziante la scena della bimba che cammina per il ghetto di Cracovia, illesa, mentre i tedeschi “liquidano” gli occupanti ebrei. Nessuno nota la bambina, che rimane illesa.

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All’epoca la scena voleva essere una sottile metafora dei potenti della Terra che sapevano cosa stava succedendo ma finsero di non vedere, lasciando morire decine di migliaia di ebrei nei ghetti. Il cappottino rosso era una bandiera rossa l’allarme: un punto di colore brillante che incomprensibilmente nessuno vedere, perché nessuno ha voluto vedere il dramma dei ghetti, delle leggi antisemite e dei campi di concentramento.

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L’ex bimba col cappittino rosso racconta la guerra su Instagram

Alle volte la realtà supera l’immaginazione. Oggi l’ex attrice Oliwia Dabrowska vive in Polonia e, sin da quando è scoppiata la guerra tra Kiev e Mosca, lavora al confine con l’Ucraina per portare aiuto ai profughi che fuggono dal loro paese. Deadline ha ricostruito la sua storia in un lungo articolo. L’attrice è molto attiva sui social, in particolare Instagram e sta usando la sua visibilità per raccontare la situazione e chiedere supporto e sostegno ai suoi followers di tutto il mondo.

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Abbiamo bisogno di aiuto qui al confine tra l’Ucraina e la Polonia. Ogni piccolo gesto è d’aiuto: c’è necessità di materiali e donazioni finanziarie, ma anche di volontari che vengano a dare una mano. La situazione è drammatica. Io faccio la volontaria qui, al confine, l’ho visto con i miei occhi.

Per molti è diventata una delle voci che raccontano il conflitto, come quando i russi hanno bombardato Yavoriv, una città situata a soli 20 chilometri dal confine dove Oliwia lavora come volontaria. La giovane ha raccontato la paura, che ha poi saputo trasformare in forza per aiutare i rifugiati che scappano dalle bombe.

Per seguire il racconto di Dabrowska dal confine polacco e le attività che lei, sua madre e i volontari polacchi organizzano giornalmente per aiutare i profughi e far arrivare cibo e medicine alla popolazione e all’esercito ucraino, puoi seguire il suo account Instagram.

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