Amori tiepidi sulla riviera romagnola: Sotto il sole di Riccione non fa centro

Autore: Alice Grisa ,

L’amarcord delle epiche estati italiane è un amarcord proprio perché è faticoso dare una forma alla nostalgia. C’è chi rimpiange i colori, chi la musica, chi i gelati dei mitici anni ’80 (’90 o anche 2000), ma c’è sempre un quid di inafferrabile che non si riesce più a materializzare, e tantomeno a ricostruire.

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Per questo, sotto il sole di Riccione o di qualunque altra località, il tempo perduto non può ritornare.

Sapore di mare è stato un capostipite della commedia balneare italiana: le love story della Versilia anni ’60 e quella malinconia degli ombrelloni chiusi, sotto un acquazzone pronto a demarcare la fine dell’estate, godono di una formula magica. Come la Coca-Cola, si può imitare ma non riprodurre.

Sotto il sole di Riccione prova a immagazzinare la ricerca del tempo perduto in una commedia contemporanea di origine musicale (la hit Riccione), affidata ai mezzi di comunicazione, al linguaggio, agli slang di oggi, alla generazione Z di Netflix e dintorni (alcuni degli attori li abbiamo già visti in Baby o Skam) ma senza evitare di far rimpiangere quel cassetto di lettere scritte a mano dalle amanti di Gualtiero nel 1993.

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Sotto il sole di Riccione è la nuova commedia all’italiana?

Graffiante, scorretta, crudele, satirica: la commedia all’italiana ha rappresentato un genere fiore all’occhiello del cinema del nostro paese.

Anche la commedia balneare, le storie degli yuppi di Jerry Calà e amici, i cinecocomeri e le gag dei B-movie on the beach è inculcata nell’immaginario con schiere di battute inopportune e stupide ma indimenticabili, e di personaggi (a loro modo) iconici.

Pensare che Sotto il sole di Riccione possa essere il centro di discorsi sociali (come lo sono, invece, in questo momento, tantissime serie) è anacronistico e il film lascia una sensazione di incompiutezza, di qualcosa di mai pienamente realizzato.

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L’ordinarietà dei personaggi di Sotto il sole di Riccione non è mai sublimata in qualcosa di poetico, di convincente. 

Netflix
Una scena de Sotto il sole di Riccione
Marco è innamorato da 5 anni di Guenda (che non lo considera)

Le storyline multiple sanno tutte di già visto (visto troppe volte) e sembrano non riuscire a esprimere il potenziale; non il potenziale dei personaggi, s'intende, ma quello della magia dell’estate, dell’immaginario della costiera romagnola, delle partite a beach volley, dei bagni sulla spiaggia e dei loro baretti, persino dei luoghi comuni come il bagnino sexy. Il potenziale di Riccione come state of mind.

La trama parla di diversi villeggianti che incrociano le loro storie, tra spiagge e discoteche, e tra i quali (o, per lo meno, la maggior parte di loro) scocca un amore light da ferie d’agosto.

Forse ci sta non parlare di Dostoevskij o massimi sistemi d'estate, ma qualunque cosa si faccia deve essere convincente. Deve essere la bellezza del gesto, non un semplice tentativo.

Netflix
Una scena di Sotto il sole di Riccione
In spiaggia nascono amori ma anche amicizie

Personaggi in cerca di autore

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Marco arriva a Riccione con l’amico Tommy, ospiti nell’Airbnb dell’ex bagnino Gualtiero, un inossidabile Andrea Roncato. Marco è innamorato da cinque anni di Guenda, ma lei si rapporta con lui al massimo per friendzonarlo.

Vincenzo, 22enne non vedente, è in vacanza con la mamma Irene, che non lo perde mai di vista. In spiaggia si compie la bromance: il ragazzo conosce Furio, che lo introduce al proprio gruppo di amici e lo aiuta a incontrare Camilla. Lei è fidanzata ma sente un’immediata alchimia con Vincenzo, anche se i due inizialmente si conoscono solo via chat.

Ciro arriva a Riccione con il sogno di diventare musicista. Si ritrova con una delusione post-audizione e un lavoro come bagnino. Sempre nella cittadina balneare incrocia Emma - la migliore amica della sua ragazza, Violante - di cui s’innamora.

Netflix
Una scena di Sotto il sole di Riccione
Il risciò tra le attrazioni turistiche che connotano la riviera

Irene, mamma di Vincenzo, impara ad accettare che il figlio può farcela da solo. Intanto conosce Lucio, un addetto alla sicurezza in discoteca. 

Tutte queste storie potrebbero essere più incisive e invece risultano molto tiepide, come se galleggiassero in superficie senza prendere una direzione netta verso il fondale. C’è l’animo romantico di Marco, quello un po’ farfallone di Ciro, quello sognante di Vincenzo. E poi c’è Furio, l’amico di tutti, sfortunato in amore (l’immancabile, in un gruppo estivo).

Ma nessuno dei personaggi subisce una vera e propria evoluzione e, soprattutto, tutti si fanno travolgere dall’estate riccionese senza opporre troppa resistenza agli eventi.

Marco ha avuto la possibilità di spiare il sogno dell’estate vintage di Gualtiero, ma da lui non ha imparato nulla, se non a rafforzare le proprie convinzioni. Anzi, alla fine è il giovane ad aiutare l’anziano a trovare la sua strada, perduta tanti anni prima nell’ossessione di mantenere il proprio status di playboy. Ed è sempre Marco a fare il colpo di testa (il déjà vu dei déjà vu, la dichiarazione d'amore plateale al concerto di Paradiso).

Ciro inizialmente è seccato e infastidito da Emma ma poi cambia tutto, e troppo frettolosamente. Altrettanto frettolosamente il ragazzo accantona il suo chiodo fisso: cantare.

Vincenzo conosce Camilla grazie a Furio, ma non prende mai in mano davvero (da solo) la sua vita, si trova semplicemente al posto giusto e per caso conosce la ragazza giusta. 

Netflix
Una scena di Sotto il sole di Riccione
La nostalgia del bagnino Gualtiero

Non è lo spessore di un film d’autore che sarebbe servito a Sotto il sole di Riccione, ma almeno personaggi più decisi, netti, sicuri.

Sembra che, dai tanto rimpianti anni ’80 a oggi, i media abbiano conquistato una funzione di ammortizzatori, come se fossero le interazioni via Whatsapp o Tinder a intiepidire gli incontri umani. Come se questi si vivessero sott'acqua, uniti alla valanga di “bro”, “fra”, “troll”, realistici ma altrettanto freddi perché le relazioni sentimentali e sociali, anche in estate, passano necessariamente da uno schermo (e qui ce ne sono anche troppo pochi rispetto a quello che succede davvero in spiaggia!).

È come se questa magia di Riccione, sotto il sole o la luna, non fosse più afferrabile.

La musica di Tommaso Paradiso

Tommaso Paradiso (e quello che resta dei TheGiornalisti) rappresentano la soundtrack del film. Grande cultore degli anni ’80, il cantautore romano riesce ad appiccicare la poesia di un momento d’estate e a situazioni che ne sono, purtroppo, prive. 

Tutto in questa Riccione è troppo pulito, troppo in superficie. Le commedie anni ’80 erano “politically scorrect” ma si sporcavano, e risultavano più incisive. Si parla di amore da Baci Perugina in questo film: c’è il torneo di beach volley, ci sono i bagni di mezzanotte (come potrebbero mancare?), ci sono appuntamenti timidi, ma dovrebbero connotarsi da soli in una certa dimensione e invece a spingerli verso l'epicità c’è il doping di accompagnamenti come Felicità puttana, una canzone che fa tutto da sola, che vive anche senza sceneggiatura e che forse tra vent’anni rimpiangeremo proprio per questo (oltre perché ci farà ripensare a queste estati in technicolor, super-instagrammate).

Questo è un difetto che Sotto il sole di Riccione condivide anche con #Summertime, la il teen drama-cartolina ambientato a Cesenatico, e con altre serie italiane: la musica è troppo rispetto alla scrittura

Summertime aveva una colonna sonora estremamente ambiziosa, che la storia insipida e a tratti senza mordente non riusciva a reggere, come un sistema operativo avanzato innestato su un vecchio hardware.

Sotto il sole di Riccione pecca allo stesso modo nella sceneggiatura. Da solo non ce la fa e quindi chiama la mitologia pop dei TheGiornalisti a “riaccendere le stelle” e a “fare a schiaffi con le onde come se fossero te”. 

Cosa resterà di questi anni ’20?

Di Riccione vengono mostrati la spiaggia e i locali notturni, con lo stile underground del duo YouNuts!, che esalta il luogo turistico con la fotografia e i colori. Riccione è un posto luminoso dove innamorarsi e ritrovare quelle suggestioni malinconiche.

Si formano le coppie e si ritrovano sulla spiaggia, ad attendere l’alba, come nella migliore tradizione. Ma a parte la poesia del contesto, i personaggi (e le storie) non hanno il cuore

Probabilmente la sceneggiatura non fa che seguire il trend: all’epoca dei social i discorsi sono leggeri, superficiali, liquidi come il flusso degli smartphone. Non ci sono forti passioni, non ci sono dolori laceranti, perché la patina del “mostrato” ha anestetizzato qualunque fondamento ontologico.

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Una scena di Sotto il sole di Riccione
Isabella Ferrari è una madre soffocante

E anche gli amori, più che consumarsi davvero, sembrano mimare un retaggio, così come Isabella Ferrari, ora madre apprensiva (o “vecchia ubriaca”, come viene definita da Furio in discoteca, inconsapevole che si tratti della mamma del suo amico), rappresenta con l'occhio lucido la deriva prosaica della sua Selvaggia, la bionda frizzante di Sapore di mare.

Commento

Voto di Cpop

55
Una commedia che non afferra la magia dell'estate, affidandosi alle canzoni di Tommaso Paradiso per sublimare storie poco profonde. E che fa rimpiangere gli anni '80.

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